PROLOGO

279 Words
PROLOGO Nei primi anni del Trecento cominciarono a circolare edizioni e traduzioni di un libro scritto in antico francese da un certo Rustichello da Pisa e intitolato Le devisement dou monde. Non si sa bene perché, quel titolo fu presto dimenticato e il libro divenne famoso come Il Milione. Era il resoconto del viaggio da Venezia a Pechino e ritorno, compiuto dal nobile veneziano Marco Polo fra il 1271 e un anno imprecisato, probabilmente il 1295. Il mito delle isole felici, piene d’oro, gemme e ogni ben di Dio, era già presente nell’immaginario collettivo dell’umanità, ma era sempre stato considerato niente più che una favola. Improvvisamente Marco Polo, un uomo ben conosciuto nella sua città natale, dava relazione di un viaggio vero, durato più di vent’anni, in paesi sconosciuti e favolosi, e dava notizia di un’isola che stava ancor più a levante di Pechino, alla enorme distanza di 1.500 miglia: quasi 30 gradi di longitudine. L’isola, riferiva Marco Polo, si chiamava Zipangu, o Cipango, ed era molto grande, popolata da uomini di pelle bianca, civili e di bell’aspetto, che praticavano una religione basata sull’idolatria, indipendenti da qualsiasi nazione straniera e non abituati a commerciare con l’estero. Cipango rigurgitava d’oro: il tetto del palazzo reale, le camere, le sale, i muri e le finestre, tutto era rivestito da lastre d’oro spesse due dita. Abbondavano anche le perle (rosse, tonde e grandi, con un valore superiore alle perle bianche) e vari tipi di pietre preziose. Naturalmente Marco Polo riferiva voci di terza mano, dato che su quell’isola, lui, non era mai andato. Nonostante ciò, queste notizie produssero un effetto straordinario in tutta Europa. L’isola felice esisteva e aveva un nome: Cipango!
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