Quella sera, Mike giaceva a letto a fissare il soffitto, grattando distrattamente Charlie dietro le orecchie. Il cane non aveva piagnucolato quando lui lo aveva appoggiato sulla coperta piegata sul pavimento accanto al suo lato del letto. No, la bestiaccia lo aveva fissato con occhi enormi e un’aria sperduta. Mike aveva cercato di girarsi in modo da dare le spalle al cucciolo, ma si era sentito lo sguardo del cagnolino che gli scavava un buco in mezzo alle scapole. Alla fine, si era arreso e aveva bofonchiato al cagnolino di unirsi a lui. Naturalmente, c’erano voluti altri dieci minuti per convincere Charlie a smettere di leccarlo e a tranquillizzarsi. Mike trasse un respiro profondo e lo esalò. Era stanco, ma la sua mente ronzava di tutto ciò di cui lui e Ruth avevano parlato. Soprattut

