CAPITOLO 3 Quattro mesi dopo: “Non ora, Charlie,” borbottò Mike. Presa la pallina che Charlie aveva lasciato cadere sui documenti che lui stava leggendo, la lanciò dall’altra parte del salotto. Ignorò l’abbaiare felice di Charlie e il rumore delle unghie del cane sulle mattonelle appena posate. Chinandosi, voltò il documento che aveva appena riletto per la centesima volta e cominciò a leggere la pagina successiva. “Dai, parlatemi. Dove siete? Cosa vi è successo?” disse frustrato. Voltò un’altra pagina. Sapeva che era stupido parlare con un paio di fotografie, ma non gliene importava. In fondo, l’unico che poteva sentire era Charlie. Si appoggiò allo schienale del divano e si passò una mano stanca fra i capelli. Erano più di due ore che fissava quel dannato fascicolo. Cercò di dare la

