CAPITOLO 4 " SEI IL MIO ALIBI"

744 Words
A te, Che dai troppo peso al giudizio della gente. Fregatene,un giorno diventerai importante. I luoghi citati in questo capitolo esistono veramente in Monza. Alice era rimasta colpita dal fatto che Filippo fosse già arrivato e non era in ritardo. gli aveva detto scherzando e lui si era messo a ridere ,mostrando quella parte giocosa di lui che solo i suoi amici conoscevano. le aveva detto lei, togliendogli di mano il cornetto alla crema. aveva detto lui  ridendo e lei continuava a tenere il dolce fra le dita esili. le aveva ripetuto lei e lui dopo aver esitato ancora per un attimo ,le aveva risposto. gli aveva detto lui ridendo e lei aveva morsicato il cornetto. Un'ora era passata in fretta così come gli argomenti da ripassare. aveva risposto lei. aveva cercato di abbattere quelle barriere che lei si costruiva intorno. aveva iniziato Alice ,lasciando la frase a metà. Filippo, nel vederla così impacciata ,aveva deciso di buttare sul ridere la conversazione. Si era posizionato l'orecchino a forma di piuma sul viso e lei cercava di trattenere una risata, fallendo miseramente. le aveva detto e lei gli aveva strappato dalle mani la piuma bianca. lei nel frattempo stava riponendo gli ultimi quaderni nello zaino. lui aveva sorriso. le aveva proposto e dopo aver ordinato il cibo, Alice aveva iniziato una piacevole conversazione con Filippo. Quel weekend Alice ,aveva deciso di andare a fare un giro per le strade di Monza e prendersi una pausa. Aveva preso il tram numero 34,quello che porta direttamente in centro. Le cuffiette nelle orecchie l'avevano trasportata sulle note di All of me, in un'altra dimensione. Si era fermata su una panchina ,ad ammirare il Duomo della sua città ,così bello nonostante gli anni di storia passata. Aveva camminato per quasi mezz'ora ,era passata davanti alla chiesa di Santa Maria delle Grazie ed era andata nel suo rifugio :il parchetto. Era un parchetto tenuto benissimo dal comune ,la domenica specialmente ,c'erano un sacco di genitori e nonni che giocavano con i loro nipotini. Alice quel giorno si era seduta su una panchina ,ad osservare gli alberi ormai spogli dal freddo di novembre, ed aveva deciso di scrivere qualcosa. Qualcosa di vero, puro e semplice. si era ripetuta ma quella melodia continuava a rapirle l'anima. Così dopo aver esitato per qualche secondo, aveva staccato le cuffiette e aveva preso in mano la sua amata agendina. Vorrei stringerti forte. Forte da farti sparire con me. Ma prima dammi la mano. Solo per ricordarmi che sei accanto a me. Era rientrata a casa e dopo aver letto l'ennesimo post-it sul frigorifero ,aveva capito che la serata sarebbe stata tutta per lei. Lei, una tisana e i suoi pensieri. Filippo quel sabato era rimasto a casa ,a fissare il muro ,rapito dalla sua tristezza. Che cosa gli stava succedendo? Non riusciva nemmeno ad alzarsi dal letto. Più pensava ,e più stava male. Aveva fumato mezzo pacchetto di sigarette ,regalato da Ale. ripeteva da mezz'ora. Nessuno in quella casa ,si rendeva conto che ,quel ragazzo dagli occhi chiari stava soffrendo. Ed eccola qui ,la sensazione di morire che lo travolge di nuovo. Gli si chiudono gli occhi mentre il respiro accelera. L'ennesimo  attacco di panico. L'ennesimo della giornata. continuava a ripetersi in un sussurro. Cercava di convincersi che quella situazione familiare ,la sua reputazione e la sua persona ,andassero bene così. Filippo dopo l'ennesima Camel blu, aveva deciso che doveva fare qualcosa. Qualcosa per migliorarsi. Migliorare la sua situazione. Ma prima di tutto ciò, aveva bisogno di una spalla su cui contare. Una persona fidata a cui raccontare questi problemi. Ed il primo nome che gli era venuto in mente è noto solamente a pochissime persone in quella città. mormorava mentre si sistemava il cappotto per uscire. Sì ,quel giorno Filippo si sentiva triste. Ma non aveva compreso, che stava facendo la rivoluzione. Si stava rialzando nonostante il sangue addosso ,il sudore e la rabbia. Si stava rialzando grazie ad una delle persone più timide della terra: Alice. E lei ,in cuor suo, sapeva che quell'amico, era proprio una persona speciale.
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