CAPITOLO 2 "RADICAL CHIC"

1151 Words
A te, Che sei un diamante in mezzo a pezzi di vetro, Ricorda il tuo valore. Tempo indeterminato. Monza. Alice oggi era stranamente felice. Aveva salutato velocemente sua madre per poi correre a scuola a vedere i risultati del test di inglese. Arrivata a scuola aveva posato lo zaino sul banco, incurante degli sguardi che gli avevano mandato i suoi compagni di classe e si era precipitata in segreteria. L'ansia le stava divorando lo stomaco, tanto da farle portare entrambe le mani intorno alla vita. La segretaria, truccata alla perfezione aveva appena stampato i risultati: li aveva ancora in mano mentre stava sorseggiando con l'altra il suo amato tè verde. aveva chiesto speranzosa e dopo un accenno delle testa della donna aveva preso velocemente il foglio, ancora caldo dalla stampante dalle mani della signora Melissa. Gli occhi correvano fra quelle righe bianche e si sentiva così emozionata che il cuore le pulsava potentemente nel petto. Era felicissima: aveva passato quel maledetto test. Con velocità era tornata in classe e la professoressa Bianchini aveva iniziato a fare l'appello come ogni giorno. le aveva detto ridendo e tutta la classe aveva seguito l'esempio della professoressa. Alice aveva abbassato lo sguardo sul suo quaderno ed aveva iniziato a pensare ad altro, perché lì dentro , nessuno l'aveva mai compresa e nemmeno sforzato di farlo. Il ragazzo senza proferire parola era entrato in classo e preso posto accanto a lei. Per i primi dieci minuti Alice era rimasta in quella posizione, per poi decidere di girarsi di poco e guardare il ragazzo che aveva  accanto a lei. aveva risposto, quasi in un sussurro e Filippo aveva cercato   di non farsi notare dalla professoressa.   Si era concentrata, sui molteplici tatuaggi che il ragazzo aveva: indelebili sulla pelle e li osservava sottecchi mentre lui era perso nello scrivere qualcosa su un foglio di carta. Le ore erano passate velocemente   velocemente e la campanella che segnava  l'inizio dell'intervallo finalmente ,si era fatta sentire. Il ragazzo accanto ad Alice si era alzato velocemente e aveva raggiunto il piano inferiore ,dove i suoi amici lo aspettavano per fumare una sigaretta. Alice ,era scesa anche lei al piano inferiore, a combattere con la solita macchinetta del caffè. aveva sussurrato prima di premere il bottone alla macchinetta  e con suo grande stupore aveva deciso di collaborare. Al rientro dall'intervallo e l'inizio di una nuova lezione di filosofia ,Filippo non era tornato. La sua roba era lì: il suo zaino, le penne e il quaderno ma lui non c'era. Alice aveva immediatamente pensato che fosse colpa sua ,forse non si era presentata bene e la sua timidezza la stava divorando. Filippo era rientrato  con ancora il giubbotto di pelle addosso. aveva chiesto  evidentemente scocciato  il professore. Il giovane aveva sorriso:  sfacciato. aveva risposto  alzando un sopracciglio. Il professore aveva rinunciato ad una conversazione sensata e aveva scritto  una nota disciplinare sul registro. Alice lo guardava  allucinata. Non si sarebbe mai permessa di rispondere in quel modo al professore, perlopiù essendo in ritardo si sarebbe scusata il doppio. le aveva domandato. Alice aveva alzato  gli occhi al cielo per poi passare vari fogli al ragazzo. aveva domandato sua mamma mentre Alice si stava togliendo le scarpe. aveva chiesto  la madre mentre continuava  a cucinare. aveva risposto  Alice e sua madre aveva sorriso. Filippo quel pomeriggio aveva deciso di andare a bere una birra al bar con il suo amico Alessandro. Ale era un ragazzo molto simpatico quanto triste. Si era trasferito a Monza per il lavoro dei suoi genitori anche se lui era originario di Roma. Filippo lo aveva notato fin da  subito: era il ragazzo più simpatico della classe....  così avevano iniziato ad uscire insieme per poi finire all'interno del gruppetto che Filippo riteneva una seconda casa. aveva chiesto  Filippo e il barista lo aveva guardato male per poi prendere un boccale pulito e versarci dentro la bevanda alcolica. I due ragazzi parlavano  della solita vita di strada ,entrambi condividevano  la passione per l'arte. aveva richiesto  Filippo al barista e lui aveva alzato un sopracciglio, nuovamente. doppio malto>aveva ripetuto Filippo ed il barista ,dopo aver esitato qualche istante , aveva fatto come richiesto dal cliente, senza fare storie. aveva chiesto l'amico. aveva lasciato  la frase a metà,le sue intenzioni erano chiare ed Ale  si era ritrovato a ridere. Ormai erano le due di notte e Filippo varcava la soglia di camera sua ,lanciando il libro di storia dell'arte dall'altra parte della stanza. Dopo essersi cambiato era andato in cucina alla ricerca di un sandwich già pronto e ,ringraziando il cielo, l'aveva trovato. Siano benedetti i tramezzini già pronti al salmone. Si era addormentato quasi subito ed il giorno seguente era addirittura in anticipo per l'inizio delle lezioni. Dopo le solite ore di lezione ,la professoressa Bianchini aveva deciso quel giorno che avrebbe preso dei provvedimenti disciplinari per quel ragazzo che la faceva tanto imbestialire. aveva richiamato i due  e prontamente Alice si sentiva in ansia. Cos'era successo di così grave per chiamare anche il suo vicino di banco? Filippo invece era molto tranquillo. Ovviamente si aspettava una bella rimproverata da parte della professoressa, ma ormai ci era abituato. aveva detto ed Alice era a dir poco entusiasta. Quella ragazza amava follemente psicologia e voleva proprio approfondire quella materia. e quando aveva proferito queste parole, per un secondo Alice si era sentita di nuovo trasparente. Insomma,non le aveva fatto fare un corso per fare migliorare la sua intelligenza, ma bensì,per fare rigar dritto quello squinternato del suo compagno di banco. Filippo era scoppiato a ridere incredulo. Entrambi poi si erano guardati negli occhi ed in quel momento Alice aveva pensato che in fondo, non era così male quel  corso.
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