1
Ancora una volta, il corpo di Nora la tradì, rivelando il legame che c'era tra lei e il suo compagno, l'Alfa Jace Remmington del branco Dark Wilderness. Il suo tocco le dava piacere e desiderio, e lei sapeva che non avrebbe dovuto lasciarsi toccare. Che non avrebbe dovuto desiderare il tocco o il bacio di quell'uomo. Affogare nel piacere che il suo corpo poteva darle.
Il giorno in cui lo aveva incontrato e sentito il suo odore, aveva pensato che fosse il perfetto gentiluomo affascinante e affascinante che mostrava al mondo. Un uomo che la desiderava. Aveva 130 anni ma ne dimostrava solo 30, e in tutto quel tempo non aveva mai preso una compagna prescelta.
Non aveva alcun segno distintivo e lei aveva pensato che avesse aspettato pazientemente che arrivasse lei: la sua compagna donata dalla dea. I suoi genitori erano così orgogliosi di lei, la semplice figlia di un guerriero accoppiata con un Alfa, e lui non aveva esitato a reclamarla.
Lei aveva solo 19 anni e stava per compierne 20 e, anche se lui l'aveva notata a un ballo di accoppiamento e l'aveva scelta davanti a tutti, le aveva sorriso e l'aveva baciata con amore, l'aveva marchiata e accoppiata; aveva fatto tutte quelle cose che l'avevano fatta sentire bene e lei l'aveva accettato volentieri.
Era giovane e troppo ingenua, a quanto pare, e non si era nemmeno resa conto, fino a cinque settimane dopo essere entrata nel suo branco, che le cose tra loro non andavano bene. Era troppo presa dalla sua bolla di felicità amorosa del legame di accoppiamento per capire che lui non era chi pensava che fosse. Era più che felice di averla nel suo letto ogni notte, gli piaceva toccarla tanto quanto a lei piaceva essere toccata da lui, ma non sarebbe mai andato oltre.
Lo aveva visto spesso con la lupa che lo aiutava a gestire il branco, una donna di nome Gloria, che era stata la sua Luna per sei decenni, e all'inizio non ci aveva dato peso. Perché, ovviamente, aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse a gestire il branco. Aveva 130 anni ed era stato un Alfa per 100 di quelli, quindi perché non avrebbe potuto addestrare qualcuno e metterlo al suo fianco per aiutarlo, dandogli un titolo pseudo, fino all'arrivo della sua Prescelta dalla Dea? Lei ne capiva la logica.
Era così che lui le aveva spiegato la posizione di Gloria, che aveva il titolo di Luna a interim del suo branco, sedeva nell'ufficio della Luna e aveva una suite al piano dell'Alfa nella casa del branco, e non solo una suite: lei risiedeva nella Luna Suite stessa. Dato che avrebbe mantenuto il titolo fino a quando lui non avesse trovato la sua compagna donata dalla dea, aveva ritenuto giusto metterla lì, in modo che potesse ottenere il rispetto del branco, come ogni Luna dovrebbe.
Nora aveva accettato tutto questo da Jace perché, onestamente, le sembrava logico, e Gloria le aveva sorriso e le aveva stretto la mano, congratulandosi con lei per essere la compagna di Jace e con lui per aver trovato la sua Prescelta dalla Dea. Aveva sorriso e aveva detto che avrebbero dato alla luce un erede bello, buono e forte per il branco.
Jace le aveva detto che avrebbe chiesto a Gloria di organizzare delle lezioni per lei dopo la cerimonia della Luna. Lei gli aveva sorriso, e perché non avrebbe dovuto? Lui era il suo Donato dalla Dea e l'aveva subito accolta nel suo branco, poi l'aveva presentata al branco come sua compagna Donata dalla Dea quello stesso giorno, tutte cose normali.
Niente le era sembrato fuori dall'ordinario. Si era trasferita nella suite dell'Alfa e loro erano stati insaziabili l'uno con l'altra. Il suo calore era arrivato e se n'era andato, e lui era stato molto attento alle sue esigenze. Il suo lupo si era accoppiato con quello di lei molte volte, più di quanto avessero fatto lei e Jace. Era chiaro che i loro lupi si erano legati completamente.
Ma lei era stata accecata dal legame di accoppiamento e ora capiva tutto. Il suo lupo amava il suo, ma Jace non amava Nora. Aveva un'altra nel suo cuore. Lei aveva scoperto la verità e lui pensava che lei non lo sapesse. Non sapeva che Nora lo aveva sentito mentre parlava con Gloria, la lupa che viveva nella Luna Suite ed era la sua Luna in quel branco.
Era seduta a fare colazione appena cinque settimane dopo essere arrivata qui, al branco Dark Wilderness, sorridendo e chiacchierando con il suo nuovo gruppo di amici che si era fatta, e aveva sentito il suo odore avvicinarsi. Aveva sorriso e si era girata nella direzione del corridoio da cui sapeva che sarebbe entrato nella stanza, aveva teso l'udito per sentire dove fosse, solo per vedere il suo cuore spezzarsi e quella bolla d'amore scoppiare quando aveva sentito le sue parole.
“È solo il legame di accoppiamento, Gloria; solo il mio lupo ama il suo lupo. Non amo Nora, sai che amo te e ti amerò per sempre. Ecco perché sei la Luna”. Le sue parole erano state pronunciate con dolcezza, ed era ovvio che non si aspettava di trovarla nella sala da pranzo.
Gloria aveva poi pronunciato parole che l'avevano colpita in pieno volto.
“So che averla qui ti dà più forza, e anche un erede da una Donata dalla Dea.” Aveva sospirato, e avevano smesso di camminare. “Trovo solo difficile vederti con lei, sarò sempre la tua Luna, lo so.” "Sei una Luna perfetta. Ti amo per questo, e tu, ti terrò nell'ufficio della Luna.
Ho solo bisogno di un cucciolo da lei e poi tu e io potremo tornare a stare insieme."
Il suo lupo, Rosa, aveva guaito di dolore nella sua mente, e Nora si era alzata e aveva lasciato la sala da pranzo prima che entrassero. Uscita di corsa dalla stanza, tutti quelli che erano lì avrebbero sentito quello che aveva detto, o forse sapevano già come sarebbe andata per lei lì e l'avevano semplicemente lasciata all'oscuro.
Le lacrime le erano scese lungo le guance, era stata così stupida da pensare che lui la amasse. Anche se si era concessa di amarlo, si era abbandonata completamente al loro legame di accoppiamento e si era innamorata di lui in ogni modo; solo che ora era tutta una bugia. Tutto quello che lui voleva era un erede, e poi avrebbe cercato di sbarazzarsi di lei o avrebbe tradito lei e il loro legame di accoppiamento. Non sapeva quale delle due cose sarebbe stata.
Era tornata nella loro suite e si era guardata intorno. No, quella non era la loro suite, era la suite dell'Alfa, la sua suite, e si chiedeva perché fosse lì, perché lui si fosse preso la briga di reclamarla. Se era innamorato di un'altra, perché non aveva semplicemente marchiato e accoppiato quella lupa anni fa? Sarebbe stato meglio per lui, e avrebbe potuto semplicemente dirle la verità quando aveva sentito il suo odore. Che aveva già una compagna e voleva tenerla, che aveva rifiutato Nora, sarebbe stato così facile, ed era così che si faceva.
Lei l'avrebbe accettato, non sarebbe stato molto bello, ma avrebbe capito. Nora conosceva Gloria, la donna era sempre stata gentile con lei, ma ora, con questa notizia, cosa avrebbe dovuto fare, solo dargli un erede e lasciare che lui la calpestasse? Probabilmente avrebbe preso il bambino, l'avrebbe rifiutata e l'avrebbe tenuto per sé, così lui e Gloria avrebbero potuto crescerlo insieme come loro figlio. Rimase lì, senza sapere più cosa fare. Non avrebbe dovuto sentire quella conversazione, e lo sapeva.
Era lì da cinque settimane, la luna piena era arrivata e se n'era andata, e aveva detto ai suoi genitori che la Cerimonia della Luna non era ancora stata organizzata. Lui era molto impegnato e aveva bisogno di trovare il tempo. Probabilmente ci sarebbero volute altre due lune, perché la prossima era un ballo di accoppiamento già organizzato. Non poteva rimandarlo, perché era quello che le aveva detto.
In quel preciso istante aveva appena scoperto che non ci sarebbe mai stata una Cerimonia della Luna per lei, perché Gloria era la Luna di quel branco. Era tutta una bugia, tutto era solo una bugia. Lui aveva usato il suo corpo per il piacere del legame di accoppiamento e per cercare di avere un erede solo da lei. Non era solo lei a essere sconvolta. Anche Rosa lo era, anche se avevano sentito che il suo lupo amava il suo, ciò non cambiava il fatto che Nora stessa fosse solo qualcosa per cui crescere un erede per lui e da scartare dopo la nascita.
Lo aveva visto comportarsi come se nulla fosse quel giorno, entrare nella loro suite, salire sul loro letto e baciarla e toccarla, facendola sentire desiderata e amata, e lei ci era cascata stupidamente, cercando di convincersi che quello che aveva sentito dire non era vero. Che forse aveva solo bisogno di più tempo con lei per far crescere e fiorire il loro legame di coppia, e aveva deciso di provare a portarlo a sé, come il suo lupo era per lei.
Ma con il passare delle settimane, era vero: non riusciva a tenerlo al suo fianco. Passava tutto il suo tempo nel suo ufficio o con Gloria a occuparsi del branco, e non le era mai stato chiesto di andare a seguire le lezioni di Luna. Gloria non le prestava alcuna attenzione. Era quasi come se lei non esistesse per lui, tranne che nella sua suite, nel suo letto. Era lì solo per quello, per renderlo più forte, perché era la sua Donata dalla Dea.