Capitolo 1

3490 Words
Capitolo Uno Il tentacolo viola tremolante si insinua tra le gambe della ragazza. Lancio un’occhiata diffidente a mia nonna. Figuriamoci! Mentre la maggior parte delle nonne rischierebbe di avere un infarto, vedendo una scena del genere, la mia osserva affascinata, come un ginecologo alle prime armi. Un secondo tentacolo si unisce al primo. L’interesse della nonna aumenta, ora, eguagliando quello di un proctologo alle prime armi. Giro la testa dalla TV a lei e, poi, di nuovo alla TV. Infine, domando cautamente: “Nonna… perché stiamo guardando un porno con i tentacoli?” Con un leggero cipiglio, lei preme il pulsante di pausa. “Si chiama hentai. Questi cartoni animati vengono disegnati in Giappone.” Sul serio, in Giappone? Mangiare polpo crudo non è sufficiente? Ora devono anche corrompere mia nonna, già ossessionata dal sesso in un modo che mi mette a disagio? Sospiro. “Perché stiamo guardando un hentai?” Lei agita le sopracciglia perfettamente curate. “È una cosa che a me e a tuo nonno piace. Ho pensato che potesse essere il tuo genere.” Che Cthulhu mi aiuti! Se l’eccesso di informazioni potesse trasformarsi in una persona, quella sarebbe mia nonna. È persino peggiore di sua figlia: mia madre. “Perché pensi che un porno con i tentacoli sia ‘il mio genere’?” Lei lancia un’occhiata al grande acquario vicino alla finestra, quello che ospita Beaky, il mio migliore amico, che si dà il caso sia un polpo gigante del Pacifico. “Adori davvero quella creatura e stai attraversando un periodo di astinenza, perciò…” Mi schiarisco la gola in modo forte e deciso. “Mi stai suggerendo di darmi alla zoofilia?” Amo tutto ciò che ha a che fare con i polpi. Dato che sono una biologa marina, è logico. Ma ciò non significa che voglia avere rapporti sessuali con loro. La nonna fa spallucce. “Come ho detto alla mia amica scatofila al bingo, l’altro giorno, io non giudico chi ha delle perversioni.” Mi stringo il ponte del naso. “Io non ho una perversione sessuale per i polpi. Non sono nemmeno sicura che esista una cosa del genere.” Lei sogghigna. “Si chiama Regola 34. Se riesci a immaginare una cosa, esiste un porno al riguardo.” Stringo le labbra. “Se qualcuno fa sesso con qualsiasi essere vivente senza il suo consenso, mi riservo il diritto di giudicarlo male. E non m’interessa se ad essere molestato è un polpo, una capra o uno scarafaggio.” La nonna indica Beaky con un cenno. “Continui a parlare di quanto lui sia intelligente. Magari potrebbe comunicare nel linguaggio dei segni con i tentacoli?” Discutere con la nonna è tanto difficile quanto con mia sorella Gia (il che è appropriato, considerando che hanno lo stesso nome). Ci provo comunque. “Io e Beaky siamo solo amici.” “Si può essere scopamici.” Uff! “Abbiamo un rapporto strettamente platonico.” “Beh… stavo pulendo la tua stanza e mi sono imbattuta nel tuo vibratore a forma di tentacolo.” Con mio stupore, sembra imbarazzata, mentre lo dice (decisamente una prima volta). Arrossisco fino a diventare della stessa tonalità di rosso che assume Beaky, quando cerca di sembrare minaccioso. Poi, mi viene in mente che la Florida è famosa per le doline. Una non potrebbe ingoiarmi in questo momento? “L’ho preso per scherzo, nonna. Inoltre, i polpi non hanno tentacoli. Tu stai pensando ai calamari e alle seppie.” “Eh?” Scruta l’acquario con aria confusa. “Allora, come definisci quelle otto appendici?” Mi avvicino alla vasca e ne prendo il telecomando. “Braccia.” Lei mi guarda sbattendo le palpebre. “Qual è la differenza?” So che sto per entrare in modalità ‘biologa marina’ di fronte al pubblico sbagliato, ma non posso evitarlo. “Se le ventose sono dappertutto…” “Ventose?” Agita le sopracciglia. “Uff, nonna, dacci un taglio. Come stavo dicendo, se le ventose sono dappertutto, è un braccio. Se sono soltanto sulla punta, è un tentacolo. Le braccia, inoltre, hanno una capacità di controllo più fine, mentre i tentacoli sono allungati e…” “Ok, ok, mi dispiace” dice lei. Stringo gli occhi. “Ti dispiace per aver suggerito che io abbia rapporti con il mio polpo? O ti dispiace per aver curiosato nel mio cassetto privato?” Il suo sorriso è malizioso come quello di una bambina birichina. “Mi dispiace di aver domandato.” Con uno sbuffo, attivo il motore sotto l’acquario e l’intera vasca comincia a muoversi su ruote. “Nel caso non fosse chiaro, io e Beaky andiamo a fare una passeggiata.” Dopo averci salutati, mia nonna riprende a guardare il porno, affascinata come prima. Ehi, non la sto giudicando. Io guardo e riguardo Aquaman ogni volta che mi sento su di giri. La ragazza del manga geme con la voce stridula e acuta che è caratteristica del genere. Gli uomini giapponesi trovano sexy le voci infantili? D’accordo. Forse sto giudicando un pochino. Essendomi trattenuta più del dovuto, guido l’acquario motorizzato di Beaky nella sala da pranzo, dove trovo mio nonno seduto al tavolo, intento ad assemblare amorevolmente un fucile da cecchino. Come mia nonna, anche lui è in ottima forma, soprattutto per un’ottantenne. Con i capelli folti e le braccia muscolose, potrebbe donare testosterone a uomini più giovani. Alza lo sguardo dall’arma e un sorriso gli incurva le labbra consumate dal tempo. “Ah, Cappero. Che cosa combini?” Sorrido. Il mio nome è Olive (i miei genitori sono malvagi nella loro indole hippie) e, quando il nonno mi chiama Cappero, intende “piccola oliva”, il che mi fa sentire di nuovo bambina. Ovviamente, non gli dirò mai che il soprannome che mi ha affibbiato è botanicamente scorretto: i capperi sono i boccioli di un arbusto, mentre le olive sono i frutti di un albero di una specie completamente diversa. “Porto Beaky a fare una passeggiata” gli rispondo, indicando l’acquario. Il nonno strizza gli occhi in direzione del vetro, ma Beaky sceglie quel momento esatto per assumere le sembianze di una roccia, come fa ogni volta che lui cerca di guardarlo. Il nonno si strofina gli occhi. “C’è davvero un polpo lì dentro? Ho la sensazione che tu e tua nonna stiate cercando di farmi credere che sto diventando rimbambito.” “No. È Beaky che ti sta prendendo in giro.” Non posso biasimare mio nonno per non aver individuato il mio amico a otto braccia. Quando si tratta di mimetizzazione, i polpi battono i camaleonti alla grande. Inoltre, se un camaleonte fosse in acqua, nessun mimetismo lo salverebbe dal diventare il pranzo di un polpo. Il nonno scuote la testa. “Perché?” Mi stringo nelle spalle. “È una creatura con nove cervelli, uno in testa e uno in ogni braccio. Cercare di capire come ragiona farebbe venire l’emicrania a chiunque.” Il nonno strizza di nuovo gli occhi in direzione dell’acquario, ma Beaky mantiene le sembianze di una roccia. “Perché lo porti a spasso, comunque?” “Per non farlo annoiare. Ciò di cui ha davvero bisogno è una vasca più grande, ma per ora, dovrà accontentarsi di un cambio di panorama.” “Annoiare?” “Oh, sì. Un polpo annoiato è peggio di un bambino di sette anni strafatto di caffeina e torte di compleanno. In Germania, un polpo di nome Otto ha ripetutamente mandato in cortocircuito l’intero sistema elettrico del Sea Star Aquarium, spruzzando acqua contro il faretto da 2.000 watt. Perché si annoiava.” Il nonno solleva le sopracciglia folte. “Ma non crei dei rompicapi per lui? Non gli fai guardare la TV?” Annuisco. Creare rompicapi per polpi è effettivamente quello per cui sono famosa, nonché ciò che mi ha fatto ottenere il mio nuovo lavoro. “I giocattoli e la TV aiutano” dico, “ma ho ancora la sensazione che si senta rinchiuso.” Grugnendo, il nonno scava nella tasca e tira fuori una pistola grande quanto il mio braccio. “Porta questa con te.” La spinge verso di me. Sbatto le palpebre dinnanzi a quello strumento di morte. “Perché?” “Per protezione.” “Da cosa? Siamo in un quartiere residenziale recintato.” Lui spinge l’arma verso di me con maggiore urgenza. “È meglio possedere una pistola e non averne bisogno.” Non accetto l’offerta. “Il tasso di criminalità a Palm Islet è di dieci volte inferiore a quello di New York.” Il nonno toglie il caricatore dalla pistola, lo controlla, ci infila un proiettile in più e lo rimette a posto. “Mi sentirei più tranquillo se la prendessi.” “Per Cthulhu!” mormoro sottovoce. “Salute” mi dice il nonno. “Non era uno starnuto. Ho detto ‘Cthulhu’.” Dinnanzi allo sguardo vacuo del nonno, sospiro. “È un’entità cosmica immaginaria, creata da H. P. Lovecraft. È raffigurato con le fattezze di un polpo.” “Ah. È lui quello nei cartoni animati sexy di tua nonna?” “Assolutamente no.” Rabbrividisco al pensiero. “Cthulhu è alto centinaia di metri. È uno dei Grandi Antichi, quindi le sue attenzioni squarcerebbero una donna con la stessa rapidità con cui la farebbero impazzire.” “Mi sembra giusto.” Il nonno cerca di ficcarmi di nuovo la pistola tra le mani. “Prendila e vai.” Nascondo le mani dietro la schiena. “Non ho il porto d’armi.” “Stai scherzando.” Mi guarda con aria incredula. “Domani, ti porterò a un corso per ottenerne uno.” Reprimo una roteata di occhi delle dimensioni di Cthulhu. “Sono piuttosto occupata domani, inizio il nuovo lavoro.” Con un cipiglio, lui nasconde la pistola da qualche parte. “Questo fine settimana, allora?” “Vedremo” rispondo nel modo meno impegnativo possibile, prima di afferrare la mia borsetta dallo schienale di una sedia vicina e premere di nuovo il pulsante del telecomando per far muovere l’acquario fino al garage. I miei nonni, come altri abitanti della Florida, preferiscono uscire di casa passando da qui, anziché, diciamo, dalla porta d’ingresso. Non appena il nonno è sparito alla vista, Beaky smette di fingersi una roccia, allarga le braccia e assume una tonalità di rosso entusiasta. “Dovresti vergognarti” gli dico severamente. Noi siamo il Dio Imperatore della Vasca, consacrato da Cthulhu. Non elargiremo la gloria del nostro volto a chi non ne è degno. Sbrigati, nostra fedele sacerdotessa-suddita. Vogliamo assaporare il sole sulle nostre ventose. Eh già. Ellen DeGeneres parlava con un polpo senziente fittizio ne Alla ricerca di Dory, mentre il mio vero polpo mi parla nella mia testa. E non sono l’unica a tenere queste conversazioni immaginarie. Io e le mie sorelle diamo voce agli animali fin da quando eravamo bambine. Nella mia mente, Beaky risuona come nove persone che parlano all’unisono (il cervello principale e gli altri otto nelle braccia) e il suo tono è imperioso (i polpi hanno il sangue blu, dopotutto). Oh, inoltre, le sue parole fuoriescono con quel leggero effetto sonoro simile a un gargarismo usato in Aquaman, quando gli Atlantidei parlavano sott’acqua. Apro la porta del garage. Fuori, la giornata è super luminosa, nonostante le antiche querce forniscano parecchia ombra. Con un sospiro, tiro fuori dalla borsa un grosso flacone della mia crema solare preferita, a base minerale, e mi copro dalla testa ai piedi con uno strato spesso. L’indice UV è 10, perciò aspetto qualche minuto e poi mi spalmo addosso un secondo strato. Lo faccio furtivamente in garage, per evitare che i miei nonni mi prendano in giro per aver accettato un lavoro nel cosiddetto “Stato del Sole”, pur essendo paranoica riguardo all’esposizione solare. E no, non sono una vampira (anche se mia sorella Gia lo sembra sospettosamente, con il trucco in stile gotico e tutto il resto). Evitare il sole ha un senso scientifico legittimo, dati gli effetti nocivi dei raggi UV, sia A sia B, nonché della luce blu, dei raggi infrarossi e della luce visibile. Tutti quanti causano danni al DNA. Questo problema si è presentato alla mia attenzione un paio di anni fa, quando Sushi (il mio pesce pagliaccio domestico) ha sviluppato un cancro alla pelle, probabilmente a causa del fatto che il suo acquario era vicino a una finestra. Da allora, sono stata prudente, arrivando persino a incollare un triplo strato di rivestimento protettivo contro i raggi UV sulla vasca di Beaky. Ebbene, sono consapevole di preoccuparmi del sole un tantino più di chiunque non sia un dermatologo paranoico? Certo. Ma posso evitarlo? No. Penso che un certo livello di nevrosi sia insito nel mio DNA, almeno a giudicare dalle mie cinque gemelle identiche. Ma ehi, quando avrò ottant’anni e sembrerò più giovane di tutte le mie sorelle, vedremo chi riderà per ultima. Dopo essermi applicata la protezione solare, indosso una giacca leggera rivestita di sostanze chimiche protettive contro i raggi UV, un cappello a tesa larga e un paio di occhiali da sole giganti. Ecco. Se stessi davvero esagerando, indosserei una di quelle visiere alla Darth Vader, no? Il mio battito cardiaco accelera, mentre seguo l’acquario di Beaky in pieno sole, ma mi calmo, ricordandomi che la crema solare farà il suo dovere. Quando la vasca su ruote percorre il vialetto e sale su un marciapiede ombreggiato vicino al lago, il mio respiro si calma ulteriormente. Fin qui, tutto bene. Ora, spero solo che i vicini ficcanaso non mi facciano troppe domande irritanti. Mentre passeggiamo lungo la riva del lago, due aironi prendono il volo nelle vicinanze. Beaky li fissa intensamente e cambia forma un paio di volte. Vogliamo assaggiare quelle creature. Fa’ la brava sacerdotessa-suddita e consegnale alla vasca. Accarezzo la parte superiore dell’acquario. “Ti darò un gamberetto, quando torniamo.” Entrambi avvistiamo un procione che scava nell’erba vicino al lago, probabilmente alla ricerca di uova di tartaruga o di alligatore. Desideriamo assaggiare anche quello. “Ti darò un gamberetto senza rompicapo” gli dico. Di solito, inserisco il suo spuntino dentro una delle mie creazioni, per rendergli il pasto più divertente; però, se gli è venuto appetito guardando tutti questi animali di terra, non voglio posticipare la sua gratificazione. Un alligatore di un metro e mezzo striscia lentamente fuori dal lago. Eh già, siamo decisamente in Florida. Avvistandolo, Beaky raccoglie due gusci di noce di cocco dal fondo dell’acquario e se li chiude sopra, apparendo al mondo (e all’alligatore) come una noce di cocco innocente. “Quella creatura non può acciuffarti dentro la vasca” gli dico con tono rassicurante. “Per non parlare del fatto che ha paura di me. Si spera.” Le statistiche sugli attacchi degli alligatori sono a nostro favore. In uno stato con titoli di cronaca come “uomo della Florida picchia alligatore” e “uomo della Florida getta alligatore nel fast food Wendy’s dalla finestra”, questi animali hanno imparato a tenersi molto, molto alla larga dagli umani svitati. Poiché Beaky non legge il giornale né controlla le statistiche online, i suoi occhi sembrano scettici, mentre sbircia fuori dai gusci di cocco. Riporto la mia attenzione sul marciapiede e… lo vedo. Un uomo. E che uomo! Avrebbe potuto recitare in Aquaman al posto di Jason Momoa. Se dovessi fare le audizioni per scegliere il protagonista dei miei sogni erotici, questo ragazzo otterrebbe sicuramente il ruolo. Questo pensiero provoca spirali di calore alle mie parti basse, in particolare alla parte che considero privatamente la mia ‘wunderpussy’, in onore del ‘wunderpus photogenicus’: una straordinaria specie di polpo scoperta negli anni Ottanta. A proposito, una volta ho scattato una foto alla mia wunderpussy e anche quella è fotogenica. Ma torniamo allo sconosciuto. Lineamenti forti e maschili, incorniciati da una barba impeccabilmente curata; occhi ciani, profondi come l’oceano; un corpo abbronzato e muscoloso, fasciato da jeans a vita bassa e da una canotta che mette in mostra braccia possenti; capelli folti e biondi, che gli scendono sulle spalle larghe: sembrerebbe un surfista, se non fosse per l’espressione cupa sul suo viso. Beaky deve aver dimenticato l’alligatore, perché è uscito dalla noce di cocco e sta guardando lo sconosciuto con aria affascinata. Figuriamoci! Aquaman ha il potere di parlare con i polpi, oltre che con altre creature marine. Mi rendo conto che anch’io lo sto fissando e mi irrigidisco, mentre lui si avvicina. A differenza di quanto avviene a New York, dove è consuetudine incrociare un estraneo senza riconoscerne l’esistenza, qui in Florida tutti salutano per lo meno i propri vicini. Che cosa gli dirò, se mi rivolge la parola? Ho almeno il coraggio di aprir bocca? E se, per sbaglio, gli chiedessi di fare sesso con me? Aspettate un attimo. Credo di aver capito. Anche lui sta portando a spasso un animale domestico: nel suo caso, un bassotto (alias, un cane hot dog, il membro più fallico della specie canina). Non devo far altro che dire qualcosa sul suo salsicciotto (quello che scodinzola, non il suo Aqua-manico). Quando l’uomo è a una dozzina di passi di distanza, sembra notarmi per la prima volta. In realtà, il suo sguardo si concentra sulla vasca di Beaky e la sua espressione cupa diventa palesemente ostile: mascella serrata, bocca incurvata all’ingiù, occhi inflessibili. La cosa assurda è che, così, non sembra meno sexy. Anzi, forse di più. Che cosa c’è che non va in me? Non c’è da stupirsi, se finisco per frequentare degli stronzi come… La sua voce profonda e sexy è talmente fredda, da poter creare un vento gelido persino in questa sauna umida. “Quanto vuoi per il polpo?” Sbatto le palpebre, poi stringo gli occhi in direzione dello sconosciuto, con i nervi che affiorano come gli aculei di un pesce palla. Vuole comprare Beaky? Perché? Vuole mangiarselo? Questo è effettivamente lo stato in cui la gente mangia alligatori, tartarughe (persino delle specie protette), rane toro, pitoni birmani e torte al lime. Stringendo i denti, indico il cane scodinzolante al suo fianco. “Quanto vuoi per il wurstel?” Un ghigno gli storce le labbra carnose. “Lasciami indovinare… newyorkese?” Aquaman? Più che altro, Aqua-stronzo. “Lascia indovinare me. Uomo della Florida?” Posso immaginare il resto del titolo di cronaca: “…rapisce polpo in acquario e cerca di avere un rapporto sessuale con lui.” Considerando ciò che mia nonna ha detto a proposito della Regola 34 e il luogo in cui mi trovo, non è poi così inverosimile. Una volta, ho letto un articolo su un uomo della Florida che ha cercato di vendere uno squalo vivo nel parcheggio di un centro commerciale. Che cosa sarà mai il sesso con un polpo, in confronto? Le sue folte sopracciglia marroni si aggrottano. “Le storie a cui stai alludendo si riferiscono ai trapiantati. Non riguardano mai i veri abitanti della Florida.” “Oh, ho letto qualcosa sull’argomento” replico con uno sbuffo. “’Uomo della Florida riceve il primo trapianto di pene da un cavallo’. Sono piuttosto sicura che l’articolo dicesse che il coraggioso pioniere era nato e cresciuto a Melbourne, che è a due ore da qui.” Ops! Avrò esagerato? Sembra che tutti, qui, abbiano una pistola. E considerando i miei precedenti in fatto di ragazzi, siccome prima l’ho trovato attraente, potrebbe rivelarsi pericoloso. Invece di tirare fuori un’arma, lo sconosciuto si massaggia il ponte del naso. “Mi sta bene, per aver cercato di discutere con una newyorkese. Lasciamo perdere le notizie di cronaca. Quella vasca è troppo piccola per quel polpo. A te piacerebbe vivere la tua vita dentro una Mini Cooper?” Trattengo il fiato e sento una stretta allo stomaco. “E a te piacerebbe essere portato al guinzaglio?” Indico con il mento in direzione del suo salsicciotto, che non scodinzola più. “O essere costretto a ignorare la tua vescica e il tuo intestino pieni, finché il tuo padrone non si degna di portarti a spasso? O farti manomettere gli organi riproduttivi?” Mi fulmina con lo sguardo. “Tofu non è castrato. Anzi, lui…” “Tofu?” Resto a bocca aperta. “Come un hot dog di tofu? Parlando di crudeltà verso gli animali.” Le vene che gli sporgono sul collo sono sexy in un modo che mi distrae. “Che cosa c’è che non va nel nome Tofu?” Prima che io possa rispondere, il bassotto guaisce pietosamente. “Ottimo lavoro” commenta lo sconosciuto. “Adesso l’hai turbato.” “Sono piuttosto sicura che sia stato tu.” Chiamando quel povero cane Tofu. “Questa conversazione è finita.” Mi volta le spalle e tira il guinzaglio. “Vieni, Tofu.” Tofu mi lancia uno sguardo triste, che sembra dire: non mi piace quando il mio papà e la mia nuova mamma litigano. Con uno sbuffo, guido l’acquario di Beaky nella direzione opposta.
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