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I Gamer

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***** Storia bollente! Contenuto per adulti. 18+ *****

"Benvenuti alla Sidereal Shadow e spero che il tempo trascorso con noi vi porti grandi risultati. Lascio il microfono al nostro presidente, il signor Christopher Reed" ha detto.

Fissai l'uomo che era salito sul palco e rimasi senza fiato. Avevo visto delle sue foto, ma la sua presenza era ancora più bella. Indossava un completo nero, con una camicia bianca e una cravatta blu come i suoi occhi intensi. Aveva dei capelli neri ordinatamente ondulati che gli scendevano lungo il collo e le sue labbra carnose erano una vera tentazione. Si dice che l'uomo perfetto non esista, ma lui ci andava molto vicino. Janny avrebbe pagato milioni per poterlo vedere così da vicino e ora capisco perché.

Ha iniziato a esporre lo scopo principale dell'azienda e ciò che ci veniva richiesto, ma non ho davvero ascoltato il significato delle sue parole. Ero terribilmente distratta dalla sua bellezza, dal modo in cui attirava l'attenzione e dalla sua voce sensuale. Quella voce era meravigliosa e piaceva anche alle mie parti inferiori. Sembrava incredibilmente uguale alla voce di Oz, provocando la stessa reazione in me.

Mi è venuto un colpo quando mi sono resa conto della somiglianza. Ho iniziato a sussultare per l'ipotesi che fossero la stessa persona, in realtà avrei dovuto realizzare che fosse qualcuno all'interno dell'azienda, ma non pensavo fosse il presidente.

Cercando una conferma, mentre lui continuava a esporre il progetto, ho preso il mio cellulare e ho ascoltato uno dei suoi audio. Cazzo! Corrispondevano. Ho sussultato per qualche secondo. Quello con cui chiacchieravo spesso, il cui modo di fare le cose mi rendeva davvero eccitata era anche il mio capo. Non solo, ma era un bell'uomo d'affari di successo e miliardario. Mia madre sarebbe stata orgogliosa di me. Ero terribilmente terrorizzata. Sentivo il bisogno di scappare, ma non ci riuscivo.

Sperando di sbagliarmi, ho ripreso ad ascoltare il suo discorso e a guardarlo.

I suoi occhi erano spesso su di me e non appena si incontravano, lo vedevo fare un sorriso ironico. Cazzo, era lui. Mi prendeva in giro.

"Maledetto bastardo" sussurro.

La storia ruota attorno ad Ashelia Richardson e alla sua passione per la vita da nerd.

Fuggendo dagli schemi imposti dai suoi genitori e trascorrendo gli anni dell'università chiusa nel suo piccolo mondo, si ritroverà a passare il suo tempo su un gioco online, dove, tramite il suo avatar, farà amicizia con Samael, il giocatore numero uno di questo gioco. Cercando un modo per mantenere la sua indipendenza, stipulerà una sorta di contratto con il diavolo che le permetterà di sapere chi si nasconde dietro il nome di Samael, finendo per scontrarsi con l'uomo più sexy che abbia mai visto. Riuscirà Ashe a vincerlo? O dovrà abbandonare il suo mondo e comportarsi come una brava figlia di una ricca famiglia di San Francisco?

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Capitolo 1
Ashe POV Erano passate settimane da quando ero uscita di casa l’ultima volta. Oggi avrei dovuto affrontare uno degli ultimi 4 esami che mi separavano dalla laurea ed avevo dovuto studiare tutta la notte per essere preparata. Avevo perso una quest importante ieri e, nonostante i miei compagni d’avventura mi avevano augurato buona fortuna, continuavo a sentirmi in colpa per l’exp, termine da gamer che sta per esperienza, che non avevo accumulato. Raramente mi perdevo una quest ed era anche il motivo per cui mi sarei laureata in ritardo. Il mio nome è Ashelia Richardson, ho 22 anni e sono iscritta alla facoltà di filosofia di Los Angeles. Sono l’unica figlia di un avvocato di successo di San Francisco e di una psicologa. Sono cresciuta tra la gente che conta e non posso dire di essere una persona con il conto bancario nella norma. Tutto quello che ho detto fino ad ora è discostante con l’immagine che vi avevo definito in precedenza. Strano, vero? La gente mette maschere ogni giorno, io ero riuscita bene nell’intento di nascondere la mia vera natura. Prima di trasferirmi, avevo degli amici. Non proprio amici nel senso stretto del termine, dato che mi ronzavano attorno solo perché papà è un tipo importante, più degli avvoltoi che amici. Questa è in cima alla lista dei motivi per cui sono scappata da San Francisco. Il secondo è il ragazzo che mi ha spezzato il cuore a 14 anni, anche questo opinabile visto che mi ero presa solo una cotta, cancellata sentendo di sfuggita la discussione del vero motivo per cui ci provava per me. Motivo tre, tutti mi ronzavano attorno per via dei miei genitori facoltosi e volevo andare in un posto dove fossi stata solo io. Motivo quattro ed ultimo, mio padre voleva diventassi avvocato, mia madre psicologa ed io alla fine ho ripiegato su filosofia. Perché proprio filosofia? Beh la trovavo interessante, era semplice per me, che avevo un quoziente intellettivo sopra la media, e avrei potuto passare 4 anni lontana da responsabilità, sostenendo un esame alla volta, presentandomi poche ore alla settimana a lezione e giocando ai videogames, il tutto mantenuta da papà. Era un’idea geniale, sarei stata fuori dal mondo dei miei genitori per 4 fantastici anni e dopo avrei creato un'altra scusa per continuare a studiare. Era un piano perfetto e per 4 anni aveva funzionato. Ora però mancavano pochi mesi alla mia laurea e ancora non avevo deciso il passo successivo. Ero un Hikikomori, passavo ore ed ore sui videogames, giorni interi chiusa dentro casa, con solo amici online e nessuna vita sociale. Se non fosse stato per la mia gamma di vibratori, non avrei neanche avuto una vita sessuale. Ascoltavo musica rock e metal, guardavo concerti online, adoravo gli anime e i manga giapponesi e guardavo serie tv strane. Era così la mia vita quotidiana. Qualche volta sostenevo qualche esame, qualche volta uscivo a prendere una boccata d’aria da sola, qualche volta chiacchieravo al telefono con la mia unica amica, conosciuta nel mio MMORPG preferito. Era la mia vita ideale, avrei continuato così in eterno se non fosse stato per un piccolo, ma importante, intoppo. Meno di 6 mesi e mi sarei laureata, meno di 6 mesi e sarei dovuta tornare a San Francisco, se non avessi trovato una soluzione ed un modo per convincere i miei. In ogni caso, avevo ancora tempo per giocare online. Sarei fuggita dai miei pensieri nell’unico mondo che reputavo mio. Empire of Gods era il mio videogioco online preferito. Era un MMORPG, cioè un gioco di ruolo in rete multi giocatore, con a tema demoni, vampiri, angeli, cavalieri e simili. Il classico gioco di ruolo online, ma questo aveva tratti diversi. Le varie fazioni potevamo mescolarsi insieme per abbatterne altre, si poteva tranquillamente giocare in singolo, si avevano delle quest, cioè delle missioni, da affrontare e in particolari periodi, si avevano le quest quasi impossibili da battere. Era la mia passione, ci passavo più di 10 ore al giorno da un paio di anni. Ero così innamorata di quel gioco da averne scalato la classifica. Dopo due anni avevo finalmente raggiunto la top 10 ed ora mi ritrovavo ad essere l’unica ragazza in un impero di maschi. Era fantastico, lì potevo sentirmi libera e capace di controllare la mia vita. Los Angeles era frenetica come ogni giorno dell’anno, il caldo estivo si cominciava a sentire e presto anche la mia università avrebbe chiuso per le vacanze. Era da un bel po’ che non mi mettevo addosso dei vestiti che non fossero un pigiama od una tuta e, quest’ultima, l’avevo dovuta mettere solo per videochiamare Janny, la mia unica amica. Da quando ero rinchiusa nella mia vita ordinaria a Los Angeles, ero molto cambiata dalla me della scuola superiore. Ero sempre stata alta e snella, ma prima tenevo i miei capelli mossi lunghi poco sotto le spalle, ora invece mi ricadevano sui fianchi. Ero orgogliosa dei miei capelli, li adoravo, mi piaceva anche il colore castano dalle sfumature rosse e oro. Erano fantastici, anche perché non richiedevano molta manutenzione, quella mattina non li avevo neanche pettinati ed erano perfettamente ordinati. La mia facoltà era affollata come sempre durante gli esami, decine di studenti che non conoscevo erano lì, disperati, ad affrontare il mio stesso esame. Sembravo solamente io l’unica tranquilla. Avevo trascorso poco tempo a studiare il pensiero dei filosofi durante le guerre e di come avevano influenzato il loro periodo storico, ma sentivo di essere abbastanza preparata da non mettermi a ripassare con gli altri. Mi sedetti in un angolo della grande aula e attesi il mio turno. Dopo poche ore, il professore chiamò il mio nome. "Salve signorina Richardson, è la prima volta che ci incontriamo " disse, stringendomi la mano. "Sì, sono di salute estremamente cagionevole. Evito di uscire per le lezioni" la scusa perfetta ad ogni domanda. "Capisco, spero solo che la sua assenza non porti ad una carenza di concetti" disse. "Spero di no" risposi, con un ampio sorriso. Come sempre, presi il massimo dei voti. Avevo una media impeccabile e, spesso, quelle poche volte che gironzolavo nei corridoi, sentivo la gente bisbigliarne. Era arrivata anche lì la notizia di chi fossero i miei genitori, almeno nessuno sapeva della mia vita vera: ero riuscita a nasconderlo a tutti, compreso i miei. Presi un autobus e ritornai finalmente a casa. Mancavano due settimane alle vacanze estive ed al mio obbligato ritorno per, fortunatamente, poco tempo a San Francisco e dovevo assolutamente salire ancora in classifica prima della pausa. Entrai su Empire of Gods e loggai con il mio avatar. Starlen era il nome che usavo sempre sui giochi, la mia vera essenza. In quel mondo l’avevo creata come una guerriera per metà demone e metà umana, pensavo che fosse la strategia migliore, ma a quanto pare i purosangue regnavano lì. Sembrava la classica storia fantasy del figlio illegittimo di due specie rivali che combatte per il suo posto nel mondo ed io ci ero riuscita, senza l’aiuto di un principe o di un re. Avevo scalato la classifica da sola e mi ero meritata il rispetto di tutti gli altri player. Starlen era estremamente potente e bella, lunghi capelli rosso sangue, occhi blu notte, alta, agile, veloce, con ali retrattili nere da demone e capace di usare armi umane. Era la perfezione, avevo anche notevolmente migliorato le mie skill, altro termine tecnico da gamer che sta ad indicare le abilità, di utilizzatrice di poteri demoniaci. Ogni volta che loggavo, avevo decine di player pronti ad affrontare avventure insieme a me. Misi le cuffie con il microfono e mi preparai ad affrontare una guest semplice con qualche player nuovo. "Buongiorno, sono Starlen. Spero che riuscirete a guadagnare molte exp con me oggi. Io non vedo l’ora" dissi, con il microfono delle cuffie. Questo sistema lo trovavo più facile che usare la tastiera della chat. "Salve, Starlen. È un onore essere con te oggi. Ieri non c’eri per la quest" mi scrisse un player. "Oggi avevo un esame e non ho potuto. Com’è andata?" chiesi. "C’erano tutti i top player e siamo riusciti a finirla in meno di un’ora. È stato bellissimo, c’era anche Samael. Peccato che non c’eri" mi scrisse una player. Raramente trovavo ragazze nel gioco e, quando ne trovavo, le inserivo nella mia cerchia di amiche per aiutarle a farle salire velocemente in classifica. I ragazzi mi odiavano per questo, era il capo della fazione femminile e sbaragliavo tutti nel quest normali. Tra i top player, cioè i primi 10 in classifica, Samael era il numero 1. Era un demone da bilioni di exp, ed era inarrivabile. Il secondo in classifica, Destructor, era distanziato di almeno un bilione e non sarebbe mai arrivato ad essere primo, nonostante Samael loggasse solo per le quest importanti. "Recupererò" dissi. Delle 10 ore che passavo giocando, almeno 8 le passavo in team. Prendevo meno exp, ma almeno lo facevo rapidamente. Tramite questo metodo ero entrata in poco tempo in top 100 e, calcolando che c’erano milioni di iscritti, era eccezionale. Le restanti 2 ore le sfruttavo per aumentare di livello e raccogliere oggetti rari. Ero arrivata ad essere ottava in classifica e presto avrei superato il settimo. Insieme a Janny che era venticinquesima, ero l’unica ragazza in top50. Dei restanti 9 in top, avevo conosciuto solo un paio di loro e ci avevo fatto alcune quest, gli altri rimanevano un mistero. Nel giro di pochi minuti, concludemmo la quest e ci separammo, giusto in tempo per vedere Janny on. Il suo avatar era un elfo guaritore e mia compagna perfetta. Noi due da sole affrontavamo spesso quest e anche oggi ci saremmo lanciate in un’altra avventura. "Com’è andato l’esame?" mi chiese Janny. Anche lei usava il microfono come me ed era veramente comodo visto che, quando eravamo in gruppo solo noi due, potevamo parlare liberamente senza essere sentite. "Come sempre, un’altra volta il massimo" risposi. "Ieri mancavi solo tu. Destructor ti cercava". Non sopportavo quell’idiota di player, lui era il classico tipo che pensava che questi giochi non fossero adatti a ragazze. Lo detestavo e stavo facendo di tutto per superarlo. "Ah sì?! Come mai?" chiesi. "Voleva vedere se eri forte come dicono" rispose, ridendo. Mi adoravano in molti in quel gioco, soprattutto perché, a differenza degli altri in cima, io ero disponibile con chiunque volesse partecipare ad una quest con me. "Ah che idiota. Lui ti ha difeso come sempre" disse, mentre il suo avatar mi seguiva nella quest di livello difficile. "Chi?" chiesi, uccidendo un paio di orchi. "Chuck, gli sei mancata ieri" Chuck era il quarto in classifica, era un guerriero umano e, tra quelli della sua specie, era assolutamente il più forte. Era un tipo molto simpatico e ci facevo spesso delle quest, insieme ad altri player. Ogni volta che eravamo soli in chat, mi chiedeva di uscire. Spesso era fastidioso, ma era più simpatico di Destructor e bastava a tenerlo tra gli amici in gioco. "C’era anche Samael?" chiesi. "Sì, ci ha sentiti chiacchierare e si è infastidito. Ci ha lasciato tutti indietro ed ha finito la quest da solo. Ha proprio un brutto carattere". Risi, lo trovavo molto interessante come persona. Mi incuriosiva anche il fatto che in chat spuntasse che poteva usare la voce, ma si limitava ad usare la tastiera. Più delle volte neanche scriveva, ascoltava tutti e agiva come voleva. Doveva essere un tipo strano anche nella vita vera. "Cosa c’era nella quest ieri?" chiesi. Su Empire of Gods c’erano diverse quest. Quelle ausiliari, con difficolta facile, normale, difficile e impossibile, che erano sempre le stesse mensilmente. Poi vi erano quelle settimanali, che avevano solo la modalità difficile e impossibile ed, infine, vi era la quest contro il dio, sempre diversa e che succedeva una volta con cadenza mensile o durante eventi particolari. Questo mese ce ne sarebbero state due. La prima, me l’ero persa ieri. "Era un dio del tuono. Il prossimo si crede che sia un dio del fuoco" rispose euforica. Ognuna di queste quest importanti aveva un dio da abbattere, potevano essere Dei legati ad elementi oppure Dei legati alle varie razze. Io non vedevo l’ora di incontrare e abbattere un Dio demone, non era mai capitato fino ad ora. "Sarà stato divertente" la sbeffeggiai. "Si, se Samael non avesse fatto tutto da solo". Ridemmo entrambe.

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