10 - La discendenza divina pt 3

1119 Words
"Si mi lady. Io e mia moglie eravamo in viaggio per tornare al palazzo." Disse l'uomo Asgard? Giánnis osservò la moglie e poi l'uomo. Asgard era un luogo leggendario e raccontato nei libri, storie che raccontavano di Odino e del suo popolo. Thor, Loki, Freya e Frey e tanti altri miti. Miti appunto cosa era salito in testa a Theresa. "Io sono Temi. La dea della giustizia e vengo dall'olimpo." Si annunciò lei. "Ho appena partorito Eunomia, dea della legislazione e della buona usanza." Gián osservò interdetto Theresa. Era impazzita? Si rivolse all'uomo e cercò di farlo rinsavire da ciò che diceva sua moglie "Il vostro bambino è nato morto." "Vostra moglie non sopravviverà al parto. Per ora è in vita ma non so quanto ancora le resti..." disse Theresa L'uomo rassegnato e con la morte nel cuore si lasciò andare su una sedia "Freya... non riesce a portare a termine le gravidanze. Dopo aver partorito Hilda il suo corpo è diventato talmente debole che non riesce a portare avanti altre gravidanze." Spiegò l'uomo "E allora perché continuare?" Chiese Gián "Vuole darmi un maschio. Vedete io sono re di Asgard." Spiegò l'uomo. "Mia figlia Hilda è stata designata quale celebrante di Odino e mia moglie vuole darmi un maschio. Insiste tanto su questo." Ancora con quelle storie di dei e dee che non esistevano. Gián sbuffò mentre sua moglie riprendeva il discorso "Le abbiamo consegnato nostra figlia per ora. Potete dirle che è maschio, almeno fino a quando i suoi giorni non giungeranno a termine." Gli disse Theresa "però voi dovrete dire a mia figlia che è una dea greca, dovrete raccontarle tutta la verità quando sarà il momento." Disse Theresa "Non puoi farlo veramente Theresa. Non puoi dare via nostra figlia." La supplicò Gián La dea Temi guardò in direzione del marito e scosse la testa "Eunomia sarà il tramite tra Asgard e il monte Olimpo. Questo è il suo destino!" Sentenziò e con quelle parole parve mettere fine a tutte le obiezioni di Gián, l'uomo non riusciva a parlare o a risponderle. "Davvero mia Dea avete la bontà di farmi questo dono?" Chiese il re "Si. Però la piccola quando sarà abbastanza matura dovrà sapere a chi è figlia, dovrà conoscere il suo retaggio e un giorno quando ritroverà sua sorella dovrà seguirla in tutto ciò che ella le chiederà." Spiegò Temi "Sua sorella?" Chiese l'uomo Temi annuì "Dike giace nella culla della stanza di la o Lachesi che è tra le braccia della memoria. Le sorelle sono legate da un filo indissolubile e un giorno sapranno ritrovarsi." "Io..." l'uomo si inginocchiò al cospetto della donna e la trattò con riverenza. "Proteggerò e accudirò vostra figlia come se fosse la mia stessa figlia, verrà trattata al pari di mia figlia Hilda come una principessa e come tale sarà cresciuta." ... Il sole sorgeva sulla neve fresca della Norvegia quando la coppia due giorni dopo lasciava la baita dove viveva la famiglia di Theresa e Monia. Gián era due giorni che non parlava con sua moglie che invece si era raccolta con Monia le due ormai confabulavano tra di loro, al contrario si era preso tutto quel tempo per stare con la sua piccola Frey. Così avevano chiamato il bambino, a tenerne vivo il profumo, il colore degli occhi verde chiari e dei capelli biondi, nella mente. Doveva rinunciare a sua figlia e non sapeva perché ma Theresa con la sua sentenza gli aveva impedito di fare qualsiasi gesto per poter tenere sua figlia con se. Vide il carro trainato dai cavalli che si allontanava dalla baita mentre i raggi del sole facevano splendere la neve quasi fossero diamante e con tristezza disse addio a sua figlia. Marzo 1972 Lasciarono la Finlandia una settimana dopo, quando la madre di Theresa parve star meglio. Gián non parlava più con sua moglie, non aveva nulla da dirle. Era inorridito da quel suo gesto, ella dal canto suo si era chiusa in un mondo tutto suo, la sentiva piangere la notte e avrebbe voluto accusarla Gián: tutta colpa del tuo gesto. Ancora incredulo atterrò ad Atene e l'unica persona con cui potette sfogarsi era l'altra donna della sua vita. Lasciò così Theresa e i bambini a Santorini e raggiunse la sua ex in Italia. I bambini grandi correvano in giro per la vecchia casa paterna, mentre Esmeralda, gorgogliava nella loro culletta. Ad attenderlo c'era una Juno in dolce attesa, chissà perchè non si stupiva ormai più di quelle gravidanze inattese. "Cosa succede Gián? Non dovresti essere qui, Theresa dovrebbe essere a termine gravidanza." Gli disse dolcemente lei Lui l'afferrò e disperato la abbracciò piangendo con la testa nascosta tra i suoi capelli castani. "La bambina è nata. Ma lei l'ha data via..." si sfogò "Come via?... impossibile Theresa non potrebbe mai..." Gli disse Juno, non era da Theresa una cosa del genere. Non era neanche da se stessa nonostante non avesse preso molto bene l'ultima gravidanza. "È impazzita Juno. Dice di essere una dea e dice che nostra figlia anche lo sia..." "Una dea? Come quelle che abbiamo studiato nei libri? Come Apollo e Artemide, l'amore di Afrodite ed Ares disturbato da Efesto, Zeus e i tradimenti a Hera?... quegli dei là." Chiese lei sconvolta Gián fece una smorfia quando Juno marcò Zeus per i tradimenti alla moglie "Si quelli... hai presente Zeus! Il Dio dell'Olimpo e di tutti gli dei. Quello di cui hai parlato prima si." Gesticolò con le mani "Il trad..." "Il padre degli Dei!" La zittì lui offeso. "E lei chi sarebbe. Hera? La madre di tutti gli dei..." ironizzò Juno "No. Lei è Temi!" rispose serafico. "E dice che nostra figlia Marin sia Dike e che la bambina che abbiamo lasciato ad Argard era Eunomia. Che poi chi diamine è Eunomia, mai sentita questa dea..." "Ore!" Intervenne Juno dall'alto dei suoi studi "Temi era dea della giustizia e dell'ordine ed ebbe da Zeus le tre Ore e le tre moire." Gli spiegò orgogliosa la sorella andandogli accanto e prendendogli la mano "Gián se è vera questa cosa Theresa sta creando la sua discendenza divina con te." Ipotizzò allora lei ancora incredula "Discendenza divina!?" Chiese lui "Si le sue figlie. Sono sicura che ti chiederà un altra figlia a breve, pensaci da lei hai avuto solo figlie femmine, come le ore." Disse la sorella "Tu ci credi Juno?" Chiese lui sorpreso. Juno non sapeva perché ma... annuì e gli sfiorò il viso guardandolo con amore "Crediamo ciò che vogliamo. Non so se sia vero o meno o se sia pazza o che altro. Però dovresti assecondarla e lasciarle fare ciò che vuole..." da sola avrebbe voluto dirle, era egoista lo sapeva ma quella storia stava diventando insostenibile.
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