Capitolo 3 - I figli di Giannis pt 2

1496 Words
Lo allontanò con le braccia e lo guardò disperata riprendendo a piangere. "No. No... assolutamente no. Non ti voglio al mio fianco." Disse lei disperata Giánnis le si avvicinò cercando di riprenderla tra le braccia "cosa dici Juno. Noi siamo fratelli e..." "Noi non siamo fratelli e io non voglio stare con te. Non sono tua sorella!" Gli urlò contro lei. Fu un colpo al cuore. La sua famiglia, la sua splendida famiglia stava andando in frantumi e chi credeva lo amasse non voleva avere nulla a che fare con lei. "Juno... siamo fratelli." Cercò ancora di dire prendendola tra le braccia "Tu non capisci." Disse cercando di divincolarsi "Sei talmente ottuso che non capisci.." disse infine arrendendosi e andando ad aggrapparsi al suo collo, stringendosi a lui e cercando il suo sguardo "Non sei mio fratello." Scandì le parole cercando poi le sue labbra per unirle alle proprie. Lesse la disperazione in quelle parole Giánnis e le sentì in quel bacio che la sorella le diede. Interdetto restò un attimo lì impalato, poi si riscosse mentre il desiderio montava prepotente in lui. Le curve armoniose di Juno aderivano al suo corpo e le sue labbra morbide assaporavano le sue dalla linea dura, reagì... non erano fratelli, no assolutamente. Loro non avevano legami e quel desiderio che stava provando non era assurdo anzi. Lasciò cadere le mani dalle sue braccia e senza indugiare troppo andò ad accarezzarle la schiena fino ad arrivare alle natiche sode e perfette. Un perfetto culo a mandolino come avrebbe detto suo padre, si perché Juno era bella e sexy, lo era sempre stata. Nonostante avesse solo diciotto anni quella ragazza era realmente una donna ed in quel momento era sua. Fu lui che con questa consapevolezza la baciò con più audacia creandosi un varco tra le morbide labbra e cercando la lingua che andò a intrecciarsi alla sua. Fu lui che la prese tra le braccia e la portò in camera da letto, e fu sempre lui a spogliarla e a farla sua prendendo la sua verginità e tutto ciò che aveva da dargli non una volta, né due. Fecero l'amore tutto il giorno e tutta la notte e con un tacito accordo non parlarono di ciò che era accaduto ma non lo rinnegavano anche. Quando si trovavano lui la prendeva tra le braccia, la baciava e la amava. Litigavano ovvio, come sempre quando si trovavano in contrasto. Ma si volevano bene e lui amava Juno sin da quando era entrato nella famiglia Santoro. Ecco lui era entrato nella famiglia Santoro e la donna che aveva di fronte a se era sua sorella almeno sulle carte. Rientrarono a Santorini con la consapevolezza che per il momento dovevano nascondersi agli occhi antiquati degli isolani. Tutti sapevano che Giánnis era stato adottato, ma la gente era ignorante e avrebbero puntato il dito e chiamato Juno sgualdrina. Dovevano trasferirsi, ad Atene che era vicino, lì nessuno li conosceva e la coppia avrebbe potuto avere una sua vita sopratutto perché Juno si era scoperta incinta. Lo disse a Kyros quando prese quella decisione e l'amico si trovò più che concorde, erano alla fine degli anni sessanta e vedere una coppia che non si sposava non era scandaloso in una metropoli come Atene, soprattutto perché quella era la rivoluzione della nuova società, dove le donne potevano votare, andare a lavorare e portare i pantaloni. Atene era la scelta migliore e lì il bambino che sarebbe nato a breve non si sarebbe sentito escluso. ... Inverno 1966 Il mondo gli crollò addosso quando Kyros lo chiamò da Santorini, non c'era quando l'amico aveva chiamato, era in volo per un viaggio a Londra ed al ritorno aveva trovato una Juno preoccupata, la baciai sulle labbra e le carezzai la pancia ormai evidente. "Ha chiamato Kyros. Era strano e ti cercava urgentemente, non ha voluto dirmi nulla." Sollevò un sopracciglio l'uomo e sbuffò attirandola tra le sue braccia e baciandola. "Cinque minuti, mi godo mia moglie e lo chiamo." Non aveva voglia di problemi in quel momento poi ai vigneti c'era poco lavoro in quel periodo. Quanto potesse essere urgente? Juno gli sorrise e gli gettò le braccia al collo. "Bentornato a casa papà." Disse al suo uomo, anche se non erano sposati Juno era estremamente felice di sentirsi chiamare moglie da lui. Restarono a coccolarsi più di cinque minuti e stavano preparando la cena quando il telefono squillò. "Vado io." Disse Giánnis andando al telefono "Santoro!" Rispose "Sei un coglione." La voce di Kyros dall'altoparlante era seria "Grazie per il bentornato amico mio." Lo salutò lui sarcastico "Rosalie Bensoit ti dice qualcosa?" Inveì Kyros Giànnis si allargò il collo della maglia e osservò di sottecchi Juno e cercava di prendere aria "S.... si. Si... a fine maggio se ricordo bene..." "Giánnis è qui con un pancione pronto a esplodere. Mi dici quante cazzo di donne hai ingravidato?" Braitò l'amico "Impossibile." Disse Giánnis "aveva sedici anni, a sedici anni non si resta incinta." Scattò Juno si avvicinò a lui sbigottita sentendo quella frase. Giánnis si morse la lingua, maledetto lui. "A sedici.... a quindici e anche a quattordici si può Gián. Che cazzo di stronzate vai dicendo!" Lo rimproverò ancora l'amico "Ok calma. Cosa... cosa vuole da te?" Chiese Giánnis "Da me! Da me non vuole niente caro!" Rispose l'amico "Eh no. Lei vuole me!" "È minorenne. La madre ha detto che devi prenderti le responsabilità del bambino, che lei e Rosalie hanno dei progetti che non includono crescere due 'petit infant'." "DUE!" Juno lo guardò sempre più sconvolta e prese a indietreggiare dal compagno. Intanto Kyros continuava a parlare "Due si. Ti piacciono i gemelli? Penso tu abbia la tendenza visto che Juno anche attende due bambini." Gli disse Kyros adesso più tranquillo "Ah e ti ha telefonato anche l'italiana." "Anya..." affermò lui. Guardò verso Juno e sospirò "Senti, domattina metti Rosalie sul primo traghetto per Atene, me la vedo io. E adesso devo staccare, devo parlare con Juno." "Perché tu le hai detto di Anya almeno vero?" "No. Non l'ho fatto..." come dirgli che l'aveva proprio dimenticata? "adesso provvedo." "Spero per te che te la faccia passare per buona." Lo salutò l'amico Giánnis sentì il tu tu del telefono e riattaccò cercando di avvicinarsi a Juno. "Anya è la tipa con cui stavi prima che morisse papà. Perché ne parlavi con Kyros? Rosalie invece chi è... hai messo incinta una delle tue amichette Giannis?" Lui si morse il labbro "Anya... sicuro lei." Affermò il ragazzo, nello sguardo di Juno apparve la delusione. "Sicuro... aspetti un figlio da quella Rosalie... solo io dovrei darti figli. Questi figli." Disse indicandogli il pancione "Amore hai ragione. Credimi..."disse lui mettendo le mani davanti in segno di difesa. "Ma è stato prima di te e... cazzo mi sono sfuggite le precauzioni e loro con molte probabilità non ne facevano uso." Lei scattò nervosa verso di lui "A sedici anni non si prendono contraccettivi. E non sono efficaci, sono invenzioni senza senso!" Gli andò contro. "Calmati... calmati che... il citofono abbiamo visite." Disse lui sospirando. Aveva un attimo di tregua Arrabbiata Juno andò a rispondere al citofono, sentiva, solo si, sì... è qui, è lui... va bene, poi mi guardò "Conosci Ester Janoupoli?" Lui la guardò sbiancando. Perché tutte a lui e tutte in quel momento. "Si. Una hostess con cui ho volato fino all'anno scorso. Non la vedo da quando ho cambiato compagnia." Si giustificò lui "E pare non voglia vederti. Ha detto che ti ha lasciato qualcosa qui giù." "Vado a ved..." "NOOO..." urlò lei "vado io, tu resta qui e pensa a fare ammenda." Disse aprendo la porta e scendendo al piano terra del palazzo dove vivevano Giànnis crollò sul divano e si mise le mani nei capelli. Come era potuto essere così sconsiderato? Si era dimenticato di Anya e tutta la faccenda e peggio non aveva parlato di lei con Juno e adesso doveva pensare anche a Rosalie. La porta si riaprí Juno era tornata, gli sbatté contro un foglio, lo aprì e lo lesse "Tuo il figlio e tua la responsabilità." Juno sbatté la porta. Lo guardò furiosa e si diresse verso la sua stanza dopo aver lasciato un passeggino dentro la sala. Il bambino di poche settimane al suo interno si mise a piangere e Juno sembrava una belva "La penso come lei. Veditela tu con lui, si chiama Hermes ." ... Sei figli. Sei figli in tre mesi. Sei figli a cui avrebbe dovuto pensare. Juno non glieli aveva perdonati, nel suo sguardo c'era solo rancore. Da poco aveva partorito i loro due figli, Rosa e Alessandro aveva detto sarebbe rimasta fino a quando aveva bisogno di aiuto ma poi sarebbe tornata in Italia. La donna che amava lo stava lasciando e lui non sapeva come fare per trattenerla. L'aveva implorata di restare e lei in risposta le aveva rinfacciato tutto "Non ami nessuno. Non ami neanche te stesso. Impara a farlo con me hai chiuso."
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