Capitolo 13

1081 Words
Emma Controlla Emma, ricordi? Dal tuo piano di annientare la sua razza? Perciò controllati, in poco tempo sterminerai questa piaga. E ho notato che il mio uomo non le permette di toccarlo e lei ha dovuto guardare la sua faccia quando si è accorta che si era allontanato da lei. E sorrido pensando: "Te lo meriti, sgualdrina!" Rimasi lì a guardarlo camminare e salutare la gente, e le ore passarono troppo lentamente per i miei gusti. Volevo che il tuo sguardo cadesse su di me. E pensarci mi scaldava così tanto che stavo andando a fuoco. E nemmeno la caipirinha che stavo bevendo mi ha rinfrescato. Il suo sguardo rivolto a tutti mi faceva bagnare la figa perché lo desideravo. Oh, se solo sapesse il potere che ha su di me. Oh, se solo sapesse quanto vorrei togliermi questo vestito e far scorrere la mia lingua sul suo petto. Solo a pensarci mi viene l'acquolina in bocca. Noto che Amanda si avvicina di nuovo a lui e li vedo parlare e sono curioso di sapere di cosa stanno parlando. Mentre parlavano, notai che il suo viso aveva un'espressione chiusa, come se non gli piacesse stare lì ad ascoltare quello che lei stava dicendo. Ritorna a salutare gli altri dipendenti degli altri reparti. E notando che alcuni ci tenevano ad andare a salutarlo e tu eri l'unico che non c'era ancora andato... "No... non posso, devo prendere la mia busta e andarmene da lì." Quella stronza di Amanda non ha prenotato una fottuta stanza d'albergo e io alzo gli occhi al cielo quando mi ricordo che mi aveva detto che non c'era più posto in nessun albergo qui vicino. Ricordandolo mi viene voglia di storcere il naso. Adesso potevo farlo. Ho dovuto conciliare tutto. Quello che la stronza non sapeva era che avevo cambiato il mio biglietto per l'ultima fascia oraria. Sono persino andato nell'app e non so cosa diavolo stesse succedendo in quella zona dove in realtà non c'erano stanze libere. Quello che dovevo fare era andarmene, ma prima dovevo trovare un modo per eliminarla. E mi distrae la sua voce che dice: - Attenzione... Attenzione... Benvenuti stasera, spero che tutti si stiano divertendo alla nostra festa... - Sento la voce da prostituta di Amanda e la guardo senza credere a quello che sta facendo. - Come tutti sapete, il nostro presidente è qui con voi e vi dirà qualche parola. Sento la gente che inizia ad applaudire e sorrido felice quando capisco che potrei vederlo parlare. Il modo in cui camminava era perfetto e so che ci sto pensando di nuovo. E mi accorgo che afferra il microfono e Dio, come vorrei sentire pronunciare il mio nome da lui. E quando lui parla, io gemo quando sento la sua voce. E per la prima volta i nostri sguardi si incontrarono finalmente e tutto si fermò. Quando dico tutto, intendo davvero tutto. L'aria che respiravo si fermò, il mio cuore smise di battere. Anche tutti quelli che si trovavano in quella grande sala si fermarono e tutto quello che potei vedere fu che erano solo in due. Ci siamo guardati per un po'. E Dio, come mi ha fatto venir voglia di farmi una doccia fredda quest'uomo che mi guardava in quel modo. Il fuoco che sentivo lì mi stava facendo impazzire. E con un passaggio magico, con la coda dell'occhio noto che Amanda sta per incontrarlo e se il mio sguardo potesse uccidere, lei sarebbe morta e sepolta e questo mi risparmierebbe il lavoro che presto avrei dovuto fare. - Mi scuso per aver parlato qui, mi sono lasciato trasportare. – dichiara e distoglie lo sguardo da me e io resto con una sensazione di vuoto. E lui continua a parlare e sarò onesto, non mi stancherò mai di sentire la sua voce. La prossima volta che avrò una riunione imposterò il mio telefono in modo che registri la tua voce. - Facciamo in fretta, voglio lasciarvi andare, così potete continuare a bere responsabilmente e mangiare quanto volete! Ecco perché darò un bonus e parlerò con il settore a cui si rivolgerà la signorina Franco e distribuirò le buste. – mi avverte e noto che lei sorride in modo molto sensuale e la guardo male. Li guardo chiamare il personale e distribuire le buste e sento di nuovo il suo sguardo su di me e mi scaldo di nuovo e noto che stava tenendo una busta e sento chiamare il mio nome. – Adesso chiamo la signorina Emma Vasconcelos... – mi chiama guardandomi. Allora raccolgo tutto il mio coraggio e inizio ad alzarmi dalla panchina e a camminare verso di lui. Era come se fossi tirato da una corda invisibile e anche se non volevo o meglio non potevo andargli incontro. Il mio corpo stava bene. Quando arrivo lì vado a incontrare Rafael e Dio. Penso che morirò e l'unica cosa che so è che morirò come la persona più felice del mondo. Ora potrei sentire il tuo odore e forse potrei chiedertelo come se non desiderassi nulla e prendere il nome del tuo profumo solo per comprarlo e spalmarlo sul mio cuscino. - Quindi sei la famosa Emma dello schermo nero? – chiede Amanda con tono ironico. E mentalmente alzo gli occhi al cielo. E chiedo a Dio di darmi la forza di non ucciderla ancora. - Ciao Amanda? Tutto bene? Sì, sono il famoso schermo nero! – rispondo sorridendo freddamente e nel mio pensiero la stavo già pugnalando. - Quindi sei arrivato tardi? – chiese curiosa e la voglia di dire di sì era forte. Ma poi mi ricordo che aveva intenzione di portarsi a letto il mio uomo e questo mi fa sentire ancora più pazza di quanto non fossi in realtà. E quando stavo per rispondere, Rafael ha risposto per me. - Signorina Franco, per favore, siamo a una festa, vorrei che fosse gentile da parte sua lasciarci soli. – chiede e noto che il suo sguardo è incredulo. E sapevo benissimo che era incazzata. - Puoi prendere il microfono, qui abbiamo finito. - Ma..., ma... - chiede e noto lo sguardo che lui le lancia e che le fa chiudere immediatamente la bocca. E lei mi guarda e dice: - Prima di andare, non dimenticare di prendere il tuo nuovo quaderno che ho pensato di comprarti, così non avrai scuse per non chiamarmi! - dichiara come se fosse in gara e io la guardo di nuovo, alzo gli occhi al cielo e gli faccio l'occhiolino.
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