Capitolo 14

923 Words
Emma - Porca miseria, che donna fastidiosa! – Borbotto e noto che Amanda mi guarda come se volesse spararmi e con questo sono due. E senza volerlo mi accorgo del mio errore: - Mi dispiace... - Perché? – chiede curioso e noi eravamo lì sul palco a parlare come se nessuno ci stesse guardando. - Beh... per aver parlato in quel modo di Amanda. – rispondo ancora imbarazzato, e allo stesso tempo non mi pento di averglielo detto. Dovevo dimostrargli che aveva un difetto. Anche se presto si sarebbe autoeliminato. - Non preoccuparti... la signorina Franco a volte è... - inizia a parlare e si ferma e noto il suo sguardo su di me, per essere più specifico sulla mia bocca e faccio scivolare la lingua tra le mie labbra. - Una puttana? – dico, detestando provare gelosia per lei. E lo sento solo quando dimentico il mio a casa. - Sì... mi scuso, non mi sono presentato correttamente. – dichiara e mi tende la mano e io lo guardo e cerco di controllarmi per non svenire mentre gli stringo la mano. E mentre le nostre mani si toccavano - Per concludere la serata, suoneremo un po' di bella musica e voi chiamerete i vostri partner, ok? - Sento la voce fastidiosa di Amanda che ci interrompe. -Usciamo da qui, cosa ne pensi? – chiede e il suo sguardo torna a posarsi sulla mia bocca e io non so cosa sta succedendo, devo controllare le mie labbra che sono secche e hanno bisogno di essere idratate. Sembro una di quelle persone che muoiono di sete e hanno bisogno di acqua per vivere. Ma nel mio caso ho bisogno che Rafael mi baci per placare la mia sete. E allo stesso tempo voglio che spenga il fuoco che è in me. Questo fuoco che continua a cercare di trasformarsi in un incendio. E lui è l'unico che può spegnerlo e so che ci sono diversi modi per spegnere o alimentare l'incendio. Ero così preso da lui che sentii la voce di Amanda e mi guardai male. Doveva essere quella stronza di Amanda. Lei si sta comportando in modo scomodo e io mi giro e noto la sua espressione di disappunto quando vede che Rafael era con me. Mi guarda scioccata quando vede che ci teniamo per mano e io le rivolgo un sorriso vittorioso; la sua espressione è impagabile. Se gli sguardi potessero uccidere sarei morto e sepolto. - Rafael... Signor Mathias... – chiama senza fiato perché la mucca arriva di corsa e lo chiama. E le lancio un'occhiata fulminante, non voglio che mi chiami per nome. E prima che me ne renda conto, mi stanno portando via da lei e la guardo in faccia e trattengo la voglia di ridere quando vedo che ha quella faccia da limone aspro. E le faccio l'occhiolino e seguo il mio uomo. - È piuttosto insistente, non è vero? - dichiaro e non mi piace sentire la voce di Amanda che urla, che vuole ancora attirare la sua attenzione. Sì, sono davvero gelosa, spero di non aver reso evidente il mio disagio. - Non preoccuparti, non mi interessa. – mi dichiara e io mi rilasso sapendo che lei non lo scuote. - Penso di sì! ... – sbotto all'improvviso e vorrei darmi un calcio, perché su cosa ci eravamo accordati, Emma? Non spaventare Rafael possedendolo, non ricordi? Sospiro interiormente, concordando con la mia mente. - Signorina Vasconcelos, vorrebbe ballare con me? – mi chiede quando ci fermiamo e noto che gli piace come gli ho risposto dicendogli cosa pensavo. - Puoi chiamarmi Emma, davvero. – Rispondo velocemente, perché per quanto mi piaccia ascoltare la signorina Vasconcelos, devo sentire il mio nome pronunciato da quest’uomo. - Emma... – quando pensava che non si sarebbe scossa. E finisco per emettere un leggero gemito e sperare che non l'abbia sentito. Altrimenti penserà che sono una cagna in calore. Anche se, quando si tratta di lui, sono davvero una cagna in calore e sentire pronunciare il mio nome è stato perfetto. Non mi è mai piaciuto così tanto il mio nome da quando l'ho sentito pronunciare il mio nome dalla sua bocca. E lo guardo e noto che il suo sguardo è fisso su di me e sono curiosa di sapere a cosa sta pensando così tanto e finisco per uscire dalla trance in cui ero e rispondere: - Signore?... – rispondo con un sussurro e vedo che i suoi occhi brillano come se gli piacesse che io abbia detto signore. Gli piace essere dominante? Per me va bene! Finché io sono la sua sottomessa e lui è il mio dominatore. -Signor Rafael? Tutto bene? – Trovo strano il suo silenzio. - Sì... - risponde e la sua voce esce roca e il mio corpo si scioglie in una pozza di melma. La mia figa è piena di eccitazione. E lui mi guarda e dice: - Vuoi ballare con me? - Sì, accetto! – Rispondo velocemente, ciò che desidero di più è sentire il mio corpo contro il suo. Anche sapendo che durerà solo pochi minuti. Sto già guadagnando qualcosa tenendogli la mano. Ora sarò tra le tue braccia. Sentirò il tuo profumo più da vicino. Potrò inalarlo e chiedergli che profumo usa, ne comprerò diverse bottiglie e le spruzzerò sul cuscino così da sentirne il profumo. Perché so che sarà l'ultima volta che lo vedrò di persona e ho bisogno di qualcosa che mi trattenga e non impazzisca, e sentire il suo odore sarà la mia droga, il mio sedativo.
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