Emma
Una cosa di cui ero certo era che sarei morto presto. Non volevo andare in prigione, e tanto meno in un istituto, perché non sarei stata in grado di farcela. Non perché non sapessi come affrontarlo, ma perché sapevo che non avrei più potuto vivere senza il mio Rafael.
Apro l'ultima porta e finalmente scopro che è la porta d'uscita e quando sto per uscire sento il mio nome e per un attimo mi sembra di sentire la voce del mio Rafael, ma penso di essere davvero pazzo.
- Sì, amico, dobbiamo dar ragione alla mucca: sei proprio pazzo! – borbotto tra me e me. – Stai allucinando, pensi di sentire Rafael che ti chiama.
E tolgo la mano dalla serratura e la porta si richiude con un clic e non me ne accorgo nemmeno. Perché sento di nuovo il mio nome e penso che non possa trattarsi di allucinazioni.
- Emmaaaa... – Sento la voce di Rafael e vengo tirata contro il suo corpo e Dio il dolore che provavo è scomparso. Lo guardavo e pensavo di avere davvero delle allucinazioni e ho iniziato a dare la colpa alla caipirinha pensando che quel maledetto barista mi avesse drogato. Perché non può essere lui, perché sta parlando con quella stronza di Amanda e lei deve avergli detto che l'ho minacciata.
- Rafael... Sei davvero tu? Cosa ci fai qui? – Faccio una domanda dopo l'altra, temendo di sentirmi rispondere di no e di avere la conferma che sto impazzendo completamente.
-Sì, tesoro, sono io!- risponde lui, accarezzandomi il viso e il suo tocco mi fa avvicinare, desiderando di più, come se fossi un gatto che fa le fusa quando riceve affetto dal suo padrone.
- Ma... non puoi essere tu... - dichiaro a lui o meglio alla mia immaginazione.
- E perché no? - chiede e noto che è confuso.
- Perché stai facendo il tuo discorso... - Comincio a parlare e lui mi interrompe dicendo:
- No cara, sono qui e non sono andato a fare un discorso, l'ho lasciato alla signorina Franco. – dichiara e sentendo il suo nome rabbrividisco tutta, non volendo più sentire parlare di lei.
- Capisco... Ma cosa ci fai qui? – gli chiedo.
- Non potevo lasciarti andare... - dichiara e mi attira a sé, il mio corpo si fonde con il suo e lì diventiamo una persona sola.
- Devo andare, finirò per perdere l'ultimo autobus e devo andare... - Gli dico con rammarico, volevo restare lì ora che so che non sto ancora impazzendo.
- Ti piace questo? Non passerai la notte qui? – chiede e vedo che Rafael probabilmente non sa che la prostituta non ha prenotato per me. E lascio le tue braccia con riluttanza.
- Mi dispiace, ma non posso... - Davvero non potrei. Non avevo un posto dove dormire e ciò che desideravo di più era stare con lui. Potrei essere pazzo, possessivo, ecc. Ma non un mendicante.
Il suo sguardo rimane immobile e sembra perso, poi cade sul mio ventre e mi chiedo cosa gli passi per la testa. Ma il fatto che lui guardasse la mia pancia mi fece desiderare di essere la madre dei suoi figli.
- Hai qualcuno che ti aspetta a casa o qui?... - mi chiede e io lo guardo confusa.
- Oh, no, non ho nessuno...- rispondo velocemente e guardandolo, il suo viso, che era teso, si normalizza e lui diventa più calmo.
- Mi fa piacere sentirlo... - risponde sorridendo e Dio, come mi scuote completamente quel sorriso.
- E perché sei felice? – Chiedo, non volendo credere di aver appena sentito ciò che credo di aver sentito. La paura di sentire o meglio di sognare è troppa e so che mi sveglierò frustrato da questo sogno. E sento le mie labbra seccarsi e osservo il suo sguardo che era già su di me, seguire lo stesso movimento.
- Per favore, non farlo! – chiede e io lo guardo senza capire cosa vuole che io faccia.- Fallo ancora...
- Quello... Cosa? – Chiedo senza capire niente. E succede così in fretta che non c'è tempo di registrarlo e lui mi mette un braccio intorno alla schiena per abbracciarlo e io vado volentieri. Rafael mi tocca di nuovo il viso con la mano.
- Ecco fatto, passa la lingua tra le labbra... - chiede e io faccio quello che vuole lui e mi passo la lingua tra le labbra. E il tuo gemito mi lascia tutto tremante. - Spero che mi perdonerai...
- Perdonarti per cosa? - chiedo senza capire, guardandolo.
- Da quello! ... – quando la mia bocca viene attaccata dalla sua. E resto immobile, come paralizzato e spaventato di svegliarmi, perché prima ero indeciso se stessi sognando o meno. Ora so di esserlo e sento i fuochi d'artificio esplodere e mi perdo completamente nel tuo bacio. Gemo e comincio a ricambiare il suo bacio con fervore. Faccio scivolare la mia lingua contro la sua e ci perdiamo ancora di più.
Sento Rafael sollevarmi e abbracciarmi tra le gambe. E sento il suo cazzo sbattere contro di me e gemo di apprezzamento. Mi ha fatto perdere la concentrazione per un momento. E quasi protestavo, stavo per dire che era pesante. Ma stare sulle sue ginocchia e sentire il suo cazzo contro la mia figa era troppo bello e ho perso il controllo quando ci siamo sentiti contro la porta.
Smettiamo di baciarci e ci guardiamo senza fiato. Eravamo senza fiato. E mi porta di nuovo la mano sul viso e ricomincia ad accarezzarlo. Mi sporgo di nuovo e lui mi infila il pollice in bocca e lo infila tra le labbra, io apro la bocca e lui lo inserisce dentro e inizio a succhiarlo con gusto, immaginando che il dito fosse il suo cazzo.
E i suoi occhi brillano e lui mi toglie il dito dalla bocca e non mi dà il tempo di protestare e mi attacca di nuovo la bocca e io ci provo con il buon gusto. Eravamo persi lì, non so quanto tempo passò e quando smettemmo di baciarci o meglio di divorarci.
Lo guardo di nuovo e il suo sguardo è pieno di lussuria. E per quanto vorrei restare lì così, non ci riesco e quando tolgo il braccio dal tuo collo e guardo l'orologio finisco per gemere di tristezza.
- Che cosa era? – chiede e mi bacia leggermente e il mio corpo si rilassa per l'intensità del suo bacio.
- Devo andare... – lo avverto con riluttanza. E lui mi mette giù e io mi alzo e lui ricomincia ad accarezzarmi il viso. I miei capelli che cadevano in avanti. Si mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio e infine, guardandomi, dice:
- Non torni a casa... - dichiara e io lo guardo senza capire niente.
- Rafael, devo andare... Amanda non ha voluto prenotarmi una stanza e devo andare. – dichiaro tristemente. E lo guardo e la sua espressione cambia e vedo che si arrabbia. Penso che non sappia davvero di cosa è capace quella stronza.
- Ma tu non... - dice semplicemente questo e io lo guardo senza capire.
- Cosa intendi quando dici che non vado a casa mia? – chiedo curioso.
- Perché stai andando a casa mia, è lì che dovresti stare. – dichiara e io lo guardo scioccata. – Non ti lascerò più scappare dalla mia vita! Non l'avete ancora notato...
- Non ho capito cosa? – Chiedo con cautela, temendo di ingannare me stessa e di far scoppiare la mia bolla di felicità.
-Che ora appartieni a me! – dichiara e continua a parlare: - Ti amo, Emma Vasconcelos, so che è improvviso, ma ti amo moltissimo!
- Anch'io ti amo, Rafael Mathias... E... - E voglio confessargli che non possiamo stare insieme perché sono pazza di lui e lui potrebbe spaventarsi e anche se non voglio allontanarmi da lui, devo fare quello che fa lui, mi mette il dito sulle labbra e mi zittisce la bocca. E lui tira fuori il dito e mi bacia appassionatamente e io cosa faccio? Ricambio il suo bacio con tutto l'amore che provo per lui.