II
Ahélya aveva accettato con entusiasmo la proposta di lord Rusfolk di andare a Temple-Court dagli Hartwill.
La distanza tra il castello e l’abitazione dei loro amici non era molta, e mezz’ora di cammino sarebbe stata sufficiente. Quel pomeriggio il tempo era molto bello, e così lord Rusfolk, dopo avere avuto l'assenso della cugina, decise di allungare un po' la strada costeggiando la scogliera.
Dal mare arrivava un vento leggero che sollevava i capelli dai mille riflessi di Ahélya. I due scambiavano solo qualche parola. La ragazza, mentre camminava, guardava il mare che s’infrangeva fragorosamente contro le rocce della spiaggia. Sembrava persa fra i suoi pensieri quando Alwyn le rivolse bruscamente la parola.
— Come sei pensierosa, Ahélya. Non mi sarei permesso di distrarti se non avessi visto nei tuoi occhi un'espressione malinconica e triste. C'è qualcosa che non va?
Ahélya dapprima non rispose. Poi si girò verso lord Rusfolk e lo fissò un momento.
— Oh! Alwyn, no... Non ho nessuna ragione per essere triste. È il contrario... sono felice di essere a Loreyl-Castle. Grazie a te ho ritrovato una famiglia e una casa.
— No, il merito non è mio, ma di lord Walter, a lui devi la tua riconoscenza. È lui che mi ha parlato di te. Non sapevo nulla fino al giorno in cui mi ha raccontato quello che è successo ai tuoi genitori, il rapimento...
Ahélya protestò.
— Sei troppo umile, Alwyn. Sei tu che mi hai salvato la vita. Mi hai liberata da Marindra e hai rischiato di morire... per me. Senza di te, senza il tuo aiuto, che cosa sarebbe successo? A volte penso a come sarebbe andata a finire se tu non fossi intervenuto in tempo per salvarmi.
— Ringrazio Dio che le cose siano andate così. Sarebbe stato orribile, per te, un matrimonio combinato... essere consacrata a Siva, vivere come una reclusa e morire senza mai più rivedere la luce del sole. E questo perché sulla tua tempia destra c’è un piccolo segno che ha la forma di un fiore di loto...
Pronunciando queste parole, Alwyn si fermò e, posando le mani sulle spalle delicate della cugina, la obbligò a mettersi di fronte a lui. Con un dito allontanò una ciocca di capelli e scoprì quel fatidico segno.
Ahélya sollevò la testa e guardò Alwyn. In quel momento i suoi occhi erano dolci, orgogliosi. Mentre le dita di lui la sfioravano Ahélya faticava a nascondere il proprio turbamento.
Poi ripresero il loro cammino, interrotto per un momento. Per qualche minuto non parlarono più. Ma Alwyn, poco dopo, ricominciò.
— Non pensare al passato, Ahélya, pensa al futuro, il futuro potrebbe essere bellissimo per te. Io cercherò in ogni modo di aiutarti, di difenderti, voglio che sia pieno di soddisfazioni.
— Grazie, Alwyn, davvero, ma a Loreyl-Castle ci sono persone che mi odiano, che farebbero qualsiasi cosa per rendermi infelice, come...
Lord Rusfolk la interruppe:
— Stai parlando di Algernon vero?
Ahélya abbassò la testa e, senza rispondere continuò a camminare per lo stretto sentiero che attraversava i campi abbandonati a se stessi. Querce piegate verso il mare tendevano i loro rami contorti che sfioravano le scarpate coperte di erica e di castagni. In lontananza solo poche case diroccate, segno visibile che uomini senza grandi mezzi vivevano su quelle terre aride.
— Lord Algernon? — riprese Ahélya. — È il primo che ti viene in mente ma non è soltanto lui. Pensavo ad Aurora... a Viviane, è completamente manipolata da tua cugina. E anche se ho qualche difficoltà a pronunciare il suo nome, aggiungerei alla lista anche lady Clenmare, tua madre. Anche tu, Alwyn, non mi pare che provi per lei l'affetto tipico di un figlio.
A quest’ultima frase Alwyn impallidì. Ahélya non sapeva nulla del passato del cugino. Lui era molto riservato e non si confidava mai con nessuno. Eppure gli avrebbe fatto piacere sfogarsi... Ci pensò un momento: forse Ahélya era la persona giusta, capace di non rivelare a nessuno i suoi pensieri più segreti.
— Ho le mie ragioni per tenere mia madre lontana dalle mie cose e mostrarmi scostante. Non mi giudicare senza conoscerle. È colpa sua se mio padre è stato infelice. Dopo pochissimo tempo il matrimonio si rivelò una delusione, ma era già troppo tardi. Si rese conto di avere sposato una donna superficiale, leggera e volubile. E per lei che mio padre rifiutò di ubbidire a lord Walter Rusfolk e fu trattato così dalla famiglia. I matrimoni d’amore non sono sempre una certezza, non sono sempre sinonimo di felicità...
— Oh! — interruppe Ahélya — non penserai male dei matrimoni d’amore? Non penso che tu condivida le idee di mademoiselle de Coëtbray, non ti crederei nemmeno se ti sentissi dire le stesse cose che dice lei.
— Oh! no, — protestò Alwyn — non aver paura. So bene cosa pensa quella ragazza sul matrimonio, ho avuto tutto il tempo per conoscere mademoiselle de Coëtbray durante il mio soggiorno in Bretagna, la incontravo al castello di Ville-Querdec con la cugina, madame de Friollet. Mi sono reso conto della sua ambizione, del suo orgoglio e soprattutto del suo desiderio implacabile di ricchezza. E si serve con molta abilità della migliore carta che ha a disposizione per raggiungere il suo obbiettivo: la bellezza. Ma la bellezza...
Un po' incauto Ahélya chiese:
— La sua bellezza non ti ha incantato, Alwyn?
Mentre con un ramo decapitava gli steli dell’erba sul bordo del sentiero, lui sembrò rivivere con il pensiero un passato non ancora dimenticato.
— Mademoiselle de Coëtbray... dalla prima volta che l'ho vista — confessò — sono stato colpito dalla sua bellezza, ma mi sono subito accorto che avrei fatto meglio ad allontanarmi da lei. E poi ero povero in quel momento. E la povertà non è ammessa da ragazze come lei. Loro sono esclusivamente preoccupate di firmare un contratto di nozze economicamente remunerativo. Ne parleremo un'altra volta, Ahélya, siamo arrivati a Temple-Court.