Punto di vista di Lily
"Muoviti, schiava! Cavolo, tanto non hai nessun lavoro da fare! Hai fatto almeno il bagno?!"
Alzai gli occhi per l'ennesima volta. Non riuscivo a comprendere perché la Luna avesse deciso che la sua figlia viziata e snob, che in più mi odiava a morte, sarebbe stata la persona perfetta per aiutare a prepararmi per il mio matrimonio. Dire che questo era "aiutare" era un'esagerazione. Fino a quel momento, mi aveva tirato i capelli per farmi alzare dal letto, mi aveva fatto sedere sulla sedia cigolante davanti al mio patetico set di trucchi, urlando che mi dovevo preparare. Da allora, non aveva fatto altro che girovagare intorno con il cellulare e insultarmi di tanto in tanto.
"Sì, Evelyn," dissi. Lei rispose con uno sbuffo e tornò al suo cellulare.
Ero quasi pronta. I miei folti capelli rossi erano raccolti in un'acconciatura a chignon, il mio velo era stato sistemato in modo grazioso. Non avevo trucchi, quindi potevo solamente presentarmi al naturale. Non mi importava molto, la mia pelle era perfetta in termini di acne. Però mi sarebbe piaciuto avere qualcosa per nascondere la mia carnagione spenta e le occhiaie. Ero estremamente pallida dato che non mi potevo permettere cibo e nutrimento, apparivo quindi di salute cagionevole. Le mie labbra carnose erano secche e leggermente screpolate. Non avevo bevuto nulla da oltre ventiquattro ore, e ora avrei voluto che fosse a causa del nervosismo; purtroppo, non era questo il motivo. Avevo un naso dritto e orgoglioso, quindi suppongo che fosse un punto a favore. L'unica caratteristica che amavo davvero erano i miei occhi. Erano di un verde meraviglioso, come gli smeraldi ma... di più. Sembravano quasi brillare nella profondità del loro colore.
La mia attenzione si spostò sul mio vestito. Era stupendo, l'unica cosa che avessi mai ricevuto dall'Alfa nei tredici anni in cui ero stata nel loro branco.
Alfa Theo e la sua Luna Tina, del Pack Snow Moon, mi avevano "adottata" quando avevo cinque anni. Non avevo ricordi della mia vita o della mia famiglia precedente. Tante volte cercai di ricordare, ma la mia memoria era confusa, sembrava che nei miei ricordi ci fosse solo buio. Alla fine smisi di provare. Il mio primo ricordo risaliva a tredici anni fa, quando entrai nel territorio Snow Moon e camminai attorno fino a raggiungere la casa del branco.
Stupidamente, saccheggiai la cucina perché avevo fame, e la Luna mi colse in flagrante. Spaventata e sola, mi prese con sé. Tuttavia, presto scoprii che non era una Luna misericordiosa perché mi faceva pulire, cucinare e servire il branco, punendomi severamente se mi allontanavo, litigavo o rispondevo male.
Sua figlia, Evelyn, aveva la mia stessa età ed era crudele come i suoi genitori. La sua principale fonte di divertimento era tormentarmi.
Una volta, quando avevamo dieci anni, rovesciai un bicchiere di succo d'arancia per terra. Evelyn corse da me e rovesciò il restante succo del bicchiere sulla testa. Lanciò un urlo immediato chiamando i suoi genitori, affermando che avevo lanciato un bicchiere contro di lei e poi rovesciato il succo su di lei quando la avevo mancata. Nessuno dei suoi amici mi aveva difeso e trascorsi tre giorni nella cella del seminterrato senza cibo o acqua, ricevendo continue botte sia dall'Alfa che dalla Luna. Non avevo idea di come fossi riuscita sopravvivere, e all'epoca non ero particolarmente contenta di essere sopravvissuta.
Nel corso degli anni, però, imparai semplicemente a stare lontana da tutti il più possibile. Quando non era possibile, tenevo gli occhi bassi e la bocca chiusa. Le punizioni diventavano meno frequenti, ma quando me ne davano, erano estreme. Se Evelyn aveva una brutta giornata a scuola, si sfogava su di me. A volte anche i suoi amici si univano. A loro non importava in che stato mi lasciavano una volta finito. Per la maggior parte del tempo, avrei voluto scegliere la morte. Tutto questo fino a quando non incontrai la mia lupa, Aya.
Grazie a lei ritrovai la forza di parlare, la volontà di reagire in qualche modo. Era forte, sarcastica e la mia unica amica. Era l'unico motivo per cui ero riuscita a mantenere la mia salute mentale. Sorrisi tra me e me, ricordando la notte in cui si era finalmente presentata.
**FLASHBACK**
Ero nell'ultima stanza del piano principale, stavo finendo di lavare il pavimento. Improvvisamente una voce mi fece cacciare un grido e lasciai cadere il secchio. L'acqua schizzò dappertutto.
"Ehi!"
"Chi... chi c'è lì?" Chiesi agitata. Mi girai lentamente intorno a me stessa, cercando tracce di un'altra persona.
Sentii una risata. "Non c'è bisogno di essere così nervosa. Non ti farò del male, Lily".
Mi resi conto che la voce era nella mia testa. "Tu sei la mia lupa!"
"Bingo!"
"Quindi il tuo nome è Bingo?" Chiesi. Strano.
"Cosa? No, ragazza tonta. Il mio nome è Aya. Sono così felice di essere finalmente qui con te".
"È davvero un piacere conoscerti! Pensavo... voglio dire... pensavo..." Non riuscii a finire la frase.
"Che tu non avessi un lupo? Lo so".
"Davvero?"
Lei sospirò. "Sono sempre stata qui, Lily. So che quei deficienti ti hanno detto che non avresti potuto avere un lupo e tutte quelle altre cavolate che ti hanno fatto sentire. Mi dispiace tanto. Mi dispiace non essere stata qui ad aiutarti. Ma adesso sono qui, e ci sarò sempre per proteggerti. Che vada a fanculo quel branco e che si fotta per l'inferno che ti hanno fatto passare!"
Risi, piena di gioia. Avevo una lupa! Quello era il giorno più bello della mia vita!
"Oh, Lily?"
"Sì, Aya?" Risposi.
"Buon compleanno".
Sorrisi tanto che non mi importò nemmeno di dover lavare di nuovo il pavimento.
** FINE DEL FLASHBACK**
Fu nel mese scorso il giorno del mio diciottesimo compleanno. Non mi ero ancora trasformata, perché i lupi si trasformano per la prima volta durante la luna piena successiva al loro diciottesimo compleanno. Non vedevo l'ora di vedere come sarebbe apparsa Aya.
I miei ricordi furono interrotti dalla voce acuta di Evelyn.
"Per che cazzo stai sorridendo?"
Aya ringhiò nella mia testa. Scossi la testa ma rifiutai di rispondere. Evelyn mi guardò con occhi sospetti e si alzò in piedi, avvicinandosi a me. Si mise dietro di me con le mani sui fianchi, inclinando la testa da un lato.
"Sai, schiava, penso che avresti bisogno di un po' di colore sulle guance". Sorrideva maliziosamente.
Mi alzai subito in piedi e cercai di scappare verso la porta, ma lei fu veloce. Afferrò il mio braccio, mi fece girare indietro e mi diede uno schiaffo forte sulla guancia sinistra. Mentre ero ancora stordita, ripeté l'azione sulla guancia destra.
Le lacrime mi scesero dagli occhi mentre sentivo il bruciore sul viso. Aya ruggì nella mia testa, rendendomi momentaneamente sorda, mentre Evelyn rideva. Non sentii nemmeno l'insulto che mi lanciò. Coprendomi le guance con le mani, mi girai rapidamente verso la porta, e uscii dalla stanza con Evelyn alle calcagna.
"Tornerai indietro, lo sappiamo," disse. "So che pensi che questo matrimonio sia l'opportunità per scappare da qui, ma non lo è. Non appena lo sposo si renderà conto di con chi i miei genitori lo stanno sposando, ti caccerà fuori alla velocità della luce. Rimarrò sorpresa se persino farà andare avanti la cerimonia!" Disse. Si fermò di fronte a me, afferrandomi per il collo bruscamente.
"Rimarrai sempre una schiava!"
Evelyn mi lasciò andare, spingendomi indietro di qualche metro. Senza un altro sguardo, camminò lungo il corridoio e scomparve dietro l'angolo. Mi appoggiai al muro, facendo respiri profondi.
"Non è vero quello che dice, non ascoltarla, Lily," cercò di consolarmi la mia lupa.
"Ma ha ragione, in fondo. Sono sempre stata una schiava. Chi potrebbe mai volermi? Guardami!"
"Io ti sto guardando. Sei più forte di quanto pensi. Hai sopportato tanto, così tanto, e sei ancora qui, ancora in piedi. Anche se questo ragazzo ti cacciasse, non torneremo qui".
Sbattei le palpebre. "Anche se diventassimo nomadi?"
"Ti ho detto che sarò sempre qui con te. Anche se dovessimo diventare nomadi".
Mi scesero altre lacrime, ma questa volta di felicità.
"Wow. Grazie. Ti voglio bene Aya".
"Anche io ti voglio bene Lily. Ora, andiamo a questo matrimonio!" Esclamò con un entusiasmo sarcastico. Risi a bassa voce.
Una volta messi in ordine il vestito e i capelli, iniziai a camminare per il corridoio. A ogni passo, l'agitazione iniziò a farsi sentire nello stomaco.
Sai, la cosa più incredibile di questa mia situazione è che non so nemmeno chi sto sposando. Tutto questo è stato organizzato senza che io lo sapessi, almeno fino alla scorsa settimana.
Lavorai come cameriera all'incontro annuale degli Alfa, che quest'anno si tenne a Snow Moon. Il giorno dopo, l'Alfa Theo e la Luna Tina mi portarono all'ufficio degli Alfa e mi dissero che mi sarei sposata presto. Non dissero con chi, e non mi lasciarono l'opzione di rifiutare. Dissero solo che stavano ricavando da questo matrimonio più di quanto io valessi, e che erano contenti di essersi finalmente liberati di me. Non potevo dire di essere triste all'idea di lasciare questo branco, ma avevo paura di sposare un uomo sconosciuto. Non riuscivo a capire perché qualcuno avrebbe voluto me, a essere sincera.
Pensai che fosse qualcuno di un branco alleato che voleva una schiava. Più ci pensavo, più ero convinta fosse vero. Dopotutto, l'Alfa Theo poteva scegliere qualsiasi altra ragazza a caso per sostituirmi.
Persa nei miei timori, raggiunsi finalmente il portone della sala dove si sarebbe tenuta la cerimonia. Voci ronzavano dall'interno. Avevo la sensazione di dover vomitare, ma anche qualcos'altro...
Iniziò a girarmi la testa e d'un tratto sentii molto caldo. Il mio battito cardiaco continuava ad accelerare, mi sentii stordita.
Stavo per svenire pochi minuti prima del mio matrimonio?