I giorni passavano, le ragazze rafforzavano il loro legame d'amicizia, studiavano, si divertivano; nel frattempo passarono altri due anni. Leone era prossimo al suo diciottesimo compleanno, mancavano due giorni al grande evento e tutto il branco era affaccendato nelle varie preparazioni. Tutti i membri del branco della luna bianca erano invitati senza nessuna eccezione, tuttavia non era obbligatorio parteciparvi; infatti Elettra non voleva andarci. "Dai per favore, non mi far andare da sola!" La pregava Giusy mentre metteva lo zaino in spalla.
"Dai per favore non mi forzare a farlo! Non sono dell'umore giusto per partecipare a quella festa dove ci saranno tutte le ragazze del reame e non solo!" Le disse enfatizzando l'ultima frase.
"Se tu non vai, io non andrò da sola e sarò molto triste!"
"Mi dici questo perché speri di fare leva sulla mia parte che si dispiace degli altri e alla fine accetto?!"
"Sta funzionando?"
"No, neanche un po'! Non voglio andare a vedere tante galline buttarsi ai piedi del principe per diventare principesse!"
"Ti prego... " le disse con tono supplichevole e il labbro inferiore arricciato.
"E' va bene! Ma se mi sento troppo disgustata me ne vado". Giusy saltellava per la gioia e l'abbracciò.
"Si, va bene! Vedrai che ci divertiremo".
"Adesso devo andare; in questi giorni sto aiutando mia madre per i preparativi della festa al castello. A domani!"
Il giorno del compleanno era arrivato e Leone stranamente non si era presentato a scuola, era un fatto alquanto strano perché non aveva mai saltato un giorno insieme ai suoi amici, quel giorno, tuttavia, non si vedeva nessuno dei tre combina guai in giro.
Elettra e Giusy si organizzarono per i loro preparativi; infatti nel pomeriggio si incontrarono a casa di Giusy per: trucco, abito, scarpe e accessori, insomma il necessario per prepararsi ad andare alla festa. Elettra era una ragazza molto semplice, non amava essere al centro dell'attenzione; di conseguenza aveva scelto un abito che non metteva in risalto le sue curve, ma faceva la sua scena. Un abito lungo fino al ginocchio, rosa di chiffon, una sottile fascia di roselline rose fra i capelli castani impreziositi da fili d'oro, un leggero trucco sui suoi grandi occhi celesti ghiaccio, una spolverata di blush sulle sue gote e un semplicissimo lucida labbra ai frutti di bosco sulle sue rosee e carnose labbra.
"Wow... se questo è il risultato di quando dici che è solo un look semplice, allora non oso immaginare di più".
"Perché non vado bene?" Chiese Elettra allarmata e guardandosi preoccupata nello specchio.
"No, anzi sei semplicemente bellissima!" Elettra arrossì, si toccò le guance con le mani e le disse: "Non sono abituata a tutto questo!"
"Non ti preoccupare, farai pratica!"
"Come?" Chiese perché non era sicura di aver capito cosa voleva dirle Giusy.
"Questa sera vedrai!" Le ragazze uscirono di casa e si avviarono per raggiungere la festa.
Mentre si accingevano al castello videro Alpha Luigi che stava parlando animatamente con una persona che non avevano mai visto prima d'ora. Quando notarono le ragazze, smisero di argomentare, nel frattempo arrivava il Beta, che gli disse: "Andate alla festa ragazze, non vorrete fare tardi!" Giusy ed Elettra annuirono e affrettarono il passo.
Quando arrivarono nel giardino dove si teneva la festa, Elettra restò senza parole, nonostante avesse aiutato ad allestire non era preparata alla visione della messa in atto della scenografia. C'era un gran buffet, sulla destra del castello, una grande pedana bianca per i balli, al centro, tanti fiori bianchi e rossi in vasi maestosi; il tutto era illuminato da migliaia di lucine bianche, che si estendevano su tutto il perimetro, come un soffitto di stelle.
"Siamo in orario perfetto, per fortuna! E hanno fatto un allestimento stupendo..." Disse Giusy guardandosi in giro e salutando qui e lì qualcuno con un cenno del capo.
"Si grazie! Ho aiutato anch'io!"
"Scusami, vero me lo hai detto! Brava, così va meglio?" Elettra girò gli occhi e cambiò discorso lamentandosi: "Se arriviamo tardi tutti ci guardano, se arriviamo troppo presto sembriamo delle perdenti, ma chi se ne frega di queste cose!? Sono solo contenta di non essermi persa la discesa dalle scale della Regina Amalia".
"Vero, lei si che è una donna straordinaria, vorrei tanto essere come lei un giorno!"
"Non sognare ad occhi aperti ora, sei già una bella persona, solo che siamo ancora troppo giovani; possiamo imparare da lei e un giorno vedremo il nostro futuro cosa ci riserverà!" Giusy con occhi sognanti disse: "Io desidero che questa sera, quando vedrò Alpha Leone, lui scenda dalle scale e guardandomi negli occhi mi dica "Mate!"
"Se fossi stata un'altra persona me ne sarei già andata per quando mielosa mi sei parsa; ma tu sei mia amica quindi se è questo che desideri, lo desidero anch'io per te!"
"Tu non lo desideri, non vorresti essere la sua mate?"
"Io non voglio avere mate, per il momento!"
"Perché dici questo?"
"Mia madre non ha mai trovato il suo mate, mio padre era un uomo orribile, quindi no grazie! Poi sono umana, quindi non avrò un mate per me.”
"Che tu sia umana non ti esclude la possibilità di avere un mate, può essere che il tuo non sia un lupo mannaro; magari è uno stregone potente, o un principe vampiro come Edward di Twilight... Non hai avuto dei buoni esempi da seguire, puoi sempre guardare il re e la regina; loro sono mates e si amano all'inverosimile, sono dei bravi genitori nonostante Leone sia sempre stato un combina guai".
"Per questo avevo detto che possiamo imparare da lei e non ho detto che non voglio un mate, ma non lo voglio al momento, se come dici tu ci sarà uno per me!"
"Capito! Non ti spingerò più, cara Elettra!"
Nel frattempo udirono le fanfare suonare, questo indicava che la famiglia reale stava per presentarsi sul balcone e poi avrebbero fatto la famosa scalinata che porta nel giardino, dove era tenuta la festa.
"Donne, uomini e bambini del branco della luna bianca e non; sono onorato di presentarvi, questa sera, la famiglia reale: "Re Alpha Luigi, Regina Luna Amalia e il principe futuro Alpha Leone, nonché festeggiato della serata!" Tutti e tre uscirono sul balcone mostrando un sorriso sincero, tranne Leone che sembrava trattenere il fiato. I suoi occhi si muovevano tra la folla e quando iniziarono a scendere le scale iniziò a fissare Elettra. Giusy, che le era accanto, disse sottovoce, eccitata: "Credo che stia guardando da questa parte, forse il mio desiderio si sta per avverare!" Elettra sosteneva il suo sguardo e poi quando pensava che stava andando verso di loro, lui distolse lo sguardo e andò verso un'altra ragazza dietro di loro e le chiese di ballare. "Non posso crederci, ero diventata pazza di gioia ma mi sono sbagliata, stava guardando, Gessica!"
"Non essere triste amica mia, il nostro mate lo troveremo da un'altra parte a tempo debito!"
"Ti va di ballare?"
"No adesso no. Vado a prendere qualcosa da mangiare e bere al banco del buffet".
"Va bene, vengo anch'io! Forse un po' di cibo mi farà bene!" Elettra alzò gli occhi al cielo sorridendo e mormorò: "Sempre la solita!"
Durante la serata Elettra capì perché la sua amica le avesse detto "questa sera vedrai"; il suo essere invisibile non era più un' opzione possibile, perché molte persone la fissavano e ogni volta le sue guance si coloravano, era troppo strano essere continuamente sotto osservazione; comunque dopo un po' ci fece l'abitudine, ma non smise di arrossire. "Ho consumato il blush per niente, potevo evitare di metterlo, mi sento sempre la gote in fiamme!" Pensò Elettra sorridendo nella sua mente.
Mentre chiacchieravano, mentre mangiavano, mentre bevevano, mentre passeggiavano Elettra si sentiva sempre osservata, Leone la guardava spesso, più spesso del solito e avrebbe giurato di averlo sentito ringhiare quando mentre ballavano qualcuno le si avvicinava; eppure non aveva mai lasciato, Gessica e neanche i suoi due amici. Leone si comportava con Gessica come se fossero mates, ma a Elettra qualcosa non quadrava; non era un suo problema però. Subito dopo la fine della festa, le ragazze tornarono a casa.
Appena prima di aprire la porta, Elettra udì un rumore provenire dalla boscaglia lì vicino. "C'è qualcuno?" Si domandò, ma non aspettò di certo la risposta, aprì la porta, entrò e la richiuse a chiave velocemente. Si appoggiò alla porta con la fronte e sospirò "Poteva essere un animale selvatico, vero? Non avere paura, non è nulla vedrai"; disse a se stessa per confortarsi e subito dopo andò a dormire.
Il giorno seguente a scuola, Elettra guardava scioccata il volantino che era appeso alla bacheca nel corridoio vicino la segreteria: "Persona scomparsa".