3. Ho qualcosa che non va?

1545 Words
"Leila, lei è Regina Amalia, mia moglie e mia Luna"; le due donne si sorrisero e strinsero la mano a vicenda. "Prendi posto su quella sedia e parliamo un po'!" Leila annuì con il capo e si sedette sulla sedia di fronte a loro. "Ci puoi raccontare la tua storia, per rompere il legame con il tuo branco ci dev'essere stato un grave problema"; disse Luna Amalia con tono accomodante. "Si, sua maestà!" "No, per favore, noi siamo Alpha e Luna in questo momento, no il Re e la Regina, continua pure!" Disse sorridendo Alpha Luigi. "Mio marito non è sempre stato così, noi non eravamo mate, ma eravamo innamorati e quindi abbiamo scelto di sposarci. Poi è nata Elettra, il nostro rapporto si è un po' lacerato, lui si lamentava che non aveva abbastanza attenzioni e ha iniziato a bere tutte le sere". Leila si fermò un attimo per via del respiro corto, il cuore le faceva male pensando a quello che aveva passato. Luna Amalia fece il giro della scrivania e si avvicinò a lei, le mise una mano sulla spalla e la strinse un po', la voleva incoraggiare a continuare con la sua storia. "Mi picchiava spesso, fin quando picchiava me mi poteva andare bene, ma quando un giorno ho visto sollevare il braccio per colpire Elettra ho capito che era tempo per noi di lasciare quel posto in cerca di una casa sicura per la mia bambina. Non posso tornare lì, non posso far vivere quella vita alla mia piccolina, lei merita molto di più di quella brutta, triste vita". Leila a quel punto lasciò cadere le lacrime liberamente e Luna Amalia la abbracciò. Alpha Luigi le chiese poco dopo: "Il tuo mate dov' è ?" Leila si asciugò le lacrime e rispose: "Non l'ho ancora trovato". "Bene Leila per questa notte sarete nostre ospiti qui. Parlerò con il mio branco e ti farò sapere il nostro accordo!" "Va bene Alpha, grazie!" Quando stava per aprire la porta e lasciare l'ufficio sentì Luna Amalia chiamarla: "Leila in un modo o nell'altro ci prenderemo cura di voi due!" Le disse dolcemente. Alpha Luigi, Luna Amalia, il Beta e il Gamma erano in riunione e tutti erano d'accordo sul da farsi; così chiamarono Leila per comunicare la loro sentenza. "Forse è meglio se le parliamo da soli tesoro, è una donna spaventata, si sentirebbe..." Alpha Luigi la interruppe continuando la sua frase: "Hai ragione è meglio così. Potete andare io e Luna Amalia parleremo con Leila; grazie per il vostro appoggio!" "A dopo Alpha"; disse il Beta chinando il capo per saluto e aggiunse: "Andiamo, il lavoro ci aspetta"; tutti lasciarono l'ufficio e nel frattempo Leila arrivò: "Posso entrare? Mi avete chiamato?" "Entra pure e accomodati"; disse gentilmente Luna Amalia. "Leila abbiamo raggiunto un accordo con il nostro branco e spero accetterai la nostra proposta"; disse Alpha Luigi con voce ferma; poi dopo una breve pausa, continuò: "Vi terremo come ospiti per un periodo pari a quaranta giorni, Elettra andrà alla scuola materna del branco e tu invece aiuterai Marta, la nostra governante. Vi daremo un piccolo cottage non molto lontano dal castello." "Dopo i quaranta giorni cosa succederà?" Chiese Leila preoccupata. "Dopo i quaranta giorni vi faremo entrare nel nostro branco a tutti gli effetti!" Ludovico disse come se nulla fosse. "In cambio del tuo lavoro ti offriamo protezione, se in caso qualcuno venga a cercare una di voi due. Che ne dici accetti la nostra proposta?" Luna Amalia la guardò sorridente e annuì in direzione di Leila che dopo pochi secondi, con un sorriso radioso rispose: "Certo che accetto il patto!" Dove devo firmare?" Lui ridacchiò e le disse: "E' un patto verbale, mi basterà la tua parola e una stretta di mano". Leila si alzò in piedi e con la mano tremante per l'emozione strinse quella di Alpha Luigi e subito dopo quella di Luna Amalia che le strinse con entrambe le mani e le disse: "Te l'avevo detto che ci saremmo prese cura di voi due. Adesso pensa al lavoro e a tua figlia, soprattutto a tua figlia, niente più preoccupazioni. Quanti anni ha?" "Ne ha 5 e ne compirà 6 il prossimo Luglio". Leyla salutò e lasciò quella stanza con un sorriso che avrebbe illuminato una città intera. I giorni passavano molto velocemente, dopo i quaranta giorni di prova Leila ed Elettra entrarono entrambe a far parte del branco della luna bianca a tutti gli effetti. * * * I lupi mannari all'età di tredici anni si trasformano per la prima volta. Erano passati sette lunghi anni ed Elettra era emozionata non vedeva l'ora di conoscere il suo lupo. Quando la mattina del suo compleanno scese per la colazione chiese curiosa a Leila: "Mamma ma quando inizierò a sentire il mio lupo parlare!" "Non essere impaziente, Elettra! A ognuno è diverso, entro la fine della giornata la conoscerai!" "Vado a scuola, ci vediamo più tardi!" Disse Elettra mettendo lo zaino sulle spalle. Tutto il giorno non fece altro che ascoltare i suoi amici raccontare delle loro esperienze; tutto questo non faceva altro che renderla più nervosa, impaziente e triste. Se non si presentava fino alla fine della giornata cosa voleva significare? Si chiedeva ripetutamente nella sua mente. Quando tornò a casa chiese a Leila: "Mamma ho qualcosa che non va?" "Perché mi chiedi questo, piccola mia?" Chiese Leila sedendosi accanto a Elettra sul divano: "Perché tutti i miei amici, o quasi tutti hanno conosciuto il loro lupo e io non ne ho visto neanche l'ombra, neanche un fischio, neanche un bisbiglio; il nulla assoluto!" Elettra iniziò a piangere e Leila la tirò tra le sue braccia e mentre le accarezza i capelli le disse: "Aspettiamo fino alla luna piena e vediamo cosa succede. Vedremo il dottore del branco se sarà necessario!" Quando Elettra finì di piangere, si asciugò le lacrime e andò a trovare Luna Amalia. Poteva sapere qualcosa in più. "Hai pianto, Elettra?" Le chiese Luna Amalia non appena la vide. "Oggi è il mio compleanno e non ho ancora sentito il mio lupo; ho qualcosa che non va, secondo te?" "Piccola Elettra, se il tuo lupo non si fa sentire vorrà dire che sei un'umana". "Ma i miei genitori sono dei lupi mannari, com'è possibile che io sia una umana?" "La dea della Luna ha dei piani stabiliti per tutti noi e se per te ha scelto questo ci sarà un motivo! Devi essere paziente e scoprirai qual è il tuo destino". "Ma se sono umana..." "Sarai sempre la piccola Elettra gentile, educata e bellissima di sempre e qui nel nostro branco sarai al sicuro!" "Grazie Luna Amalia"; "Di niente bambina mia"; mentre stava andando via Luna Amalia le chiese: "Hai visto quel brigante di mio figlio?" "No Luna, non l'ho visto ma sono sicura che sarà in giro con i suoi amici a combinare guai!" "Vero, vai pure la mamma ti starà aspettando!" Si sorrisero a vicenda e si salutarono. Luna Amalia e Alpha Luigi avevano un figlio, Leone, era tre anni più grande di Elettra; figlio unico. Da piccolo era sempre stato un bambino vivace adesso era un ragazzo fiero e forte. Il giorno del suo tredicesimo compleanno c'era la luna piena, e si trasformò quella notte stessa, Elettra aveva sempre pensato che era stato molto fortunato! Da quando hanno iniziato l'asilo insieme non si sono più separati: Leone, Victor e Frank. Erano definite le superstar del branco. Per gioco si chiamavano Victor Beta, Frank Gamma e Leone Alpha; si adattavano ai nomi che avrebbero avuto un giorno, erano inseparabili e combina guai. Dopo un mese dal suo compleanno, Elettra non aveva sentito il suo lupo, era diventato frustrante pensarci continuamente, doveva cercare di rassegnarsi e accettare il fatto di essere umana. Luna Amalia e Leila però, per scrupolo, la fecero visitare dal medico del branco. Dopo un'infinità di test, analisi del sangue e tutti gli annessi e connessi, la diagnosi del medico fu: "E' umana!" Cercavano di tenerla impegnata in tantissime attività, ma durante le ore scolastiche era da sola e i bulli si facevano sentire, la bullizzavano perché era debole e umana. Un giorno a scuola mentre due ragazze parlavano alle spalle di Elettra a voce alta per farle sentire le loro parole dispregiative, le si avvicinò una ragazzina e le disse: "Non le ascoltare quelle, lo fanno apposta e si nutrono delle tue lacrime!" Elettra si asciugò le lacrime frettolosamente con il dorso delle mani e le disse: "Lo so ma è difficile quando si è soli!" "Ci sono io!" "No, volevo dire soli nel mio genere?" "Che genere sei?" Chiese aggrottando la fronte. "Sono umana, non ho un lupo"; "Io sono un omega, quindi sono debole come un 'umano, beh non proprio come un umano. Ma siamo comunque l'ultima ruota del carro. Penso che potremo andare d'accordo noi due!" Elettra sorrise tirando su con il naso, le tese la mano e poi le disse: "Io mi chiamo Elettra, piacere"; la ragazzina le sorrise a sua volta e le prese la mano e scuotendola dolcemente disse: "Io sono Giusy, piacere mio! Adesso andiamo". "Dove?" Chiese Elettra incuriosita. "A pranzo umana!" Da quel momento le due ragazze divennero amiche e il fatto di essere un'umana, vicino all'omega Giusy, non le pesava più.
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