Prologo

1572 Words
Prologo New York Territorio della Famiglia Luca era il Capo da più di dieci anni, ma le cose non erano mai state così incasinate. In bilico sul bordo dell’ampia scrivania di mogano, Luca scrutava la mappa stropicciata che delineava i confini del loro territorio. La Famiglia controllava ancora tutta la costa orientale, dal Maine alla Georgia: per decenni, nulla era cambiato. La Camorra, tuttavia, aveva esteso il proprio territorio ben oltre Las Vegas, verso est, e soltanto da poco aveva acquisito Kansas City, sottraendola ai russi. Il loro Capo, Remo Falcone, iniziava a essere troppo sicuro di sé. Luca aveva il sospetto che la sua mossa successiva sarebbe stata quella di attaccare il territorio dell’Organizzazione o della Famiglia. Luca doveva assicurarsi che Falcone mettesse gli occhi sulle città di Dante Cavallaro e non sulle sue. Erano già morti abbastanza uomini della Famiglia negli scontri con l’Organizzazione e un’altra guerra, una con la Camorra, li avrebbe annientati. «So che quest’idea non ti piace» mormorò al suo soldato. Growl annuì. «No, ma non sono nella posizione di dirti cosa fare. Sei tu il Capo. Posso solo riferirti ciò che so sulla Camorra, e non è niente di buono.» «E quindi?» intervenne Matteo, fratello di Luca e suo braccio destro, con un’alzata di spalle. Poi, fece roteare il coltello tra le dita. «Possiamo tenerli a bada.» Si sentì bussare e Aria aprì la porta dell’ufficio, posizionato nel seminterrato del locale di Luca: lo Sphere. Alzando incuriosita le sopracciglia bionde, si chiese perché suo marito l’avesse convocata; di solito, gestiva i suoi affari da solo. Matteo e Growl si trovavano già all’interno. Luca era appoggiato alla scrivania, ma, non appena lei entrò nella stanza, si raddrizzò in tutta la sua statura. Aria lo raggiunse e lo baciò con amore, poi chiese: «Che succede?» «Niente» le rispose diretto, le labbra strette e un luccichio negli occhi che denotava circospezione. Qualcosa non andava. «Ma abbiamo contattato la Camorra per negoziare.» Aria lanciò un’occhiata a Growl. Era fuggito da Las Vegas sei anni prima, dopo aver ucciso il Capo della Camorra, Benedetto Falcone. Da quel che aveva raccontato loro, la Camorra era molto peggio dell’Organizzazione o della Famiglia. Oltre alle consuete attività che riguardavano le droghe, i casinò e la prostituzione, si occupavano anche di schiavitù sessuale e rapimenti. Persino nel mondo della mafia, la Camorra era considerata una spina nel fianco. «Davvero?» disse Aria. «La guerra con l’Organizzazione ci sta indebolendo. Con la Bratva che sta già violando il nostro territorio, dobbiamo essere prudenti. Non possiamo rischiare che l’Organizzazione stipuli un accordo con la Camorra prima di noi. Se ci combattono uniti saremo nei guai.» Aria fu sopraffatta dal rimorso. Lei e le sue sorelle erano il motivo per cui la tregua tra l’Organizzazione di Chicago e la Famiglia di New York era venuta meno. Il suo matrimonio con Luca avrebbe dovuto creare un legame tra le due famiglie, ma, quando sua sorella minore, Liliana, era fuggita da Chicago per sposare il soldato di Luca, Romero, il boss dell’Organizzazione, Dante Cavallaro, aveva dichiarato loro guerra; d’altronde, non avrebbe potuto reagire in nessun altro modo. «Pensi che prenderanno in considerazione almeno il fatto di parlare con noi?» chiese Aria. Non era ancora sicura del perché fosse stata invitata a raggiungerli, visto che non aveva nessuna informazione utile sulla Camorra. Luca annuì: «Hanno mandato uno dei loro uomini a parlare con noi. Sarà qui presto.» Qualcosa nella sua voce, un sottofondo di tensione e preoccupazione le fece rizzare i piccoli peli sulla nuca. «Si sono assunti un grosso rischio nel mandare qui qualcuno. Non possono sapere se tornerà indietro vivo» commentò Aria, sorpresa. «Per loro una vita non conta nulla» mormorò Growl. «E il Capo non ha mandato uno dei suoi fratelli. Ha mandato il suo nuovo Sicario.» Ad Aria non piacque il modo in cui Luca, Matteo e Growl la stavano guardando. «Pensano che sarà al sicuro» spiegò Luca. E, dopo una lunga pausa, aggiunse: «Perché è tuo fratello.» Il pavimento sembrò sprofondare sotto i piedi di Aria, che si aggrappò al bordo della scrivania. «Fabi?» sussurrò. Erano molti anni che non lo vedeva né parlava con lui. Da quando avevano dichiarato guerra, non le era stato permesso di contattare suo fratello. Il loro padre, il Consigliere dell’Organizzazione, si era assicurato che le cose andassero in quel modo. Aria si riscosse dai suoi pensieri. «Cosa ci fa Fabi con la Camorra? È un membro dell’Organizzazione. Avrebbe dovuto seguire le orme di mio padre come Consigliere, un giorno.» «Avrebbe dovuto, sì» confermò Luca, scambiando un’occhiata con gli altri uomini. «Ma tuo padre ha avuto altri due figli dalla nuova moglie e, a quanto pare, uno di loro diventerà Consigliere. Non sappiamo cosa sia successo, ma Fabiano è passato con la Camorra, e per qualche motivo l’hanno fatto entrare. È difficile avere informazioni accurate in merito.» «Mi sembra incredibile! Sto per rivedere di nuovo mio fratello. Quando?» chiese Aria con impazienza. Fabiano aveva quasi dieci anni meno di lei e Aria lo aveva praticamente cresciuto, finché non aveva lasciato Chicago per sposare Luca. Growl scosse la testa con un’espressione corrucciata. Luca toccò la spalla di Aria: «Aria, tuo fratello è il nuovo Risolutore della Camorra.» Ci volle qualche secondo perché assorbisse l’informazione. Gli occhi di Aria saettarono su Growl. I tatuaggi dell’uomo, le cicatrici e l’oscurità perenne nei suoi occhi la spaventavano ancora e, in quanto moglie di Luca, si era abituata a non spaventarsi più con tanta facilità. Growl era stato un sicario della Camorra, il loro Risolutore, quando Benedetto Falcone ne era il Capo. E dopo che il figlio di Falcone aveva preso il potere, Fabiano era subentrato in quel ruolo. Aria deglutì. Risolutore. Era chi faceva il lavoro sporco, chi versava il sangue. Chi si accertava che le persone obbedissero e, se queste non lo facevano, il Risolutore si assicurava che il loro destino fungesse da avvertimento per chiunque pensasse di imitarli. «No» ribatté Aria a voce bassa. «Non Fabi. Lui non è capace di cose simili.» Suo fratello era un ragazzo gentile e premuroso che aveva sempre cercato di proteggere le sorelle. Matteo le rivolse un’occhiata che le fece capire quanto fosse ingenua. Tuttavia non le importava, almeno non finché questo le consentiva di mantenere vivo il ricordo del suo dolce e buffo fratellino; non voleva immaginarlo in nessun altro modo. «Il fratello che conoscevi non sarà quello che incontrerai oggi» disse Growl con la sua voce rauca. «Sarà qualcuno di completamente diverso. Il ragazzo che ricordi è morto. Deve esserlo. Far rispettare le leggi della Camorra non è un lavoro per gente dal cuore tenero. È un lavoro sporco e crudele. E la Camorra non ha mai mostrato pietà verso le donne, così com’è abitudine fare a New York o a Chicago. Dubito che qualcosa sia cambiato. Remo Falcone è un perverso pezzo di merda, come suo padre.» Aria fissò Luca, sperando che contraddicesse il suo soldato. Suo marito non lo fece e qualcosa in lei si frantumò. «Non ci posso credere! Non voglio farlo!» disse. «Come può essere cambiato così tanto?» «È qui» li informò uno degli uomini di Luca, entrando nell’ufficio. «Ma si rifiuta di consegnare le armi.» Luca annuì. «Non importa. Siamo più numerosi. Lascialo entrare.» Si voltò verso Aria. «Forse oggi lo scopriremo.» Aria si innervosì nell’udire dei passi che si avvicinavano. Poi, un uomo imponente varcò la porta che era stata lasciata aperta. Era alto quasi quanto Luca; non così grosso, ma comunque muscoloso. Un tatuaggio faceva capolino da sotto le maniche arrotolate della camicia. I suoi capelli biondo scuro erano rasati ai lati e leggermente più lunghi in cima, gli occhi azzurro ghiaccio... Freddi. Calcolatori. Cauti. Aria non era certa che sarebbe stata in grado di riconoscerlo se si fossero incontrati in strada, per caso. Non era più un ragazzino, bensì un uomo fatto e non solo per via dell’età. Gli occhi del fratello si posarono su di lei, ma il sorriso del passato non comparve, anche se un lampo di riconoscimento gli attraversò lo sguardo. Dio, non era davvero rimasto nulla del ragazzo spensierato di cui Aria aveva memoria. Tuttavia, era ancora suo fratello e lo sarebbe sempre stato. Agì da sciocca, ma si precipitò verso di lui, ignorando l’avvertimento ringhiatole da Luca. Suo fratello si irrigidì mentre lei lo avvolgeva in un abbraccio. Aria riuscì a percepire i coltelli agganciati alla cintura e le pistole nella fondina pettorale: però, era sicura che avesse anche altre armi nascoste addosso. Lui non ricambiò l’abbraccio, ma le posò una mano sul collo. Aria alzò gli occhi sul volto di Fabiano, ma non si aspettava di scorgere tutta quella rabbia quando lo vide guardare Luca e gli altri uomini presenti nella stanza. «Non c’è bisogno di puntare le armi» disse Fabiano con un accenno di freddo divertimento. «Non ho fatto tutta questa strada per fare del male a mia sorella.» Il tocco sul collo di lei, però, sembrava più una minaccia che un gesto di familiarità. Le dita di Luca si chiusero sul braccio di Aria e lui la fece indietreggiare. Fabiano seguì la scena con dipinto in volto un umorismo tetro. «Mio Dio» sussurrò Aria con la voce densa di lacrime. «Cosa ti è capitato, Fabi?» Un ghigno predatorio curvò le labbra del fratello. Non è più Fabi, pensò lei. L’uomo che aveva di fronte era qualcuno di diverso... qualcuno di cui aver paura. Fabiano Scuderi. Sicario della Camorra.
Free reading for new users
Scan code to download app
Facebookexpand_more
  • author-avatar
    Writer
  • chap_listContents
  • likeADD