i lose for you;; yoonmin

otto

Jimin's Pov

Mi nascondo in uno dei sgabuzzini presenti nel piano inferiore. Appoggio la testa alla porta, sentendo il respiro pesante e mi maledico internamente, prendendo posto sul pavimento.

Ma davvero, Park Jimin? Non potevi leggerlo a casa? Così almeno lui, non l'avrebbe scoperto, almeno.

A mia discolpa, posso dire che non ho mai visto Yoongi entrare in biblioteca nei ultimi due anni, ho pensato che non l'avrebbe mai fatto e basta.

Mi mordo il labbro inferiore, mettendo una mano sulla fronte e sospirando nel sentirla scottare. Mi imbroncio cercando di farmi un idea per scappare da scuola. Non posso rimanere sapendo che lui mi ammazzerà senza pietà e poi lascerà il mio corpo in qualche posto orribile. Rabbrividisco e prendo il cellulare dalla tasca dei jeans. Vedo che ci sono alcune chiamate perse e messaggi. Apro il blocco schermo e dopodiché vado sul contatto di Tae trovando una ventina di messaggi in cui mi chiedeva se ero ancora vivo. Sbuffo per rispondere un 'si... sai dove è suga?'

Lui visualizza dopo poco e scrive 'è venuto a lezione ma non sembra molto felice. penso sia importante fare la verifica ma non so il motivo. ora fammi un piacere e vattene prima che lui cambi idea.'

Mi alzo, spolverandomi il maglione e passandomi una mano tra i capelli. Esco allo scoperto, avviandomi verso la reception e facendo un piccolo sorriso alla vecchietta dietro al vetro. Esco guardandomi intorno, per controllare se i suoi amico mi stavano cercando. Non vedo nessuno e sospiro uscendo dal cancello.

___

"No, Jimin! Ora spiegami che cazzo è successo?" Mi urla il mio amico guardando fuori dalla finestra.

"Calmati Tae, non verranno fin qua." Ripeto cercando di tranquillizzarlo. Ho scelto di andare a casa del biondino perché probabilmente il ragazzo dai capelli verdi  è andato a controllare nella mia abitazione se ero lì, per finirmi. Per fortuna, i miei stanno lavorando quindi non dovranno avere a che fare con la gang.

"Park, testa di cazzo! Verranno qui se non ti trovano a casa tua! Io non so cosa fare, ti uccido anch'io se mi sfasciano tutto. E ora muoviti a dirmi che cazzo hai fatto!" Grida nervoso.

"Ho preso un quaderno che appartiene a lui. Hoseok mi ha detto che lui scrive musica ma è insicuro... E io ho-" Dico guardando la sua espressione diventare allarmata.

"Tu-" Si mette le mani sulle guance scioccato.

"Sei completamente fuori di testa." Conclude.

Entrambi sentiamo delle voci venire fuori e poi qualcuno prendere a calci la porta d'ingresso. Sobbalziamo alzandoci di scatto.

"Oddio. Jimin. Vai su e cerca un posto per nasconderti. Dio, è la fine." Sussurra Tae impanicato, facendomi correre su per le scale.

"Arrivo, calmatevi." Urla il mio amico cercando di non sembrare normale.

Guardo il ragazzo, pregare e aprire la porta.

"Kim! Dov'è?" Sento Yoongi gridare e mettere Tae al muro. Spalanco gli occhi camminando silenziosamente verso la camera da letto guardando il balcone in modo disperato.

"Lui non era qui, Suga. Mollami immediatamente." Sento il biondo dire.

"Dovrei crederti? Si?" Urla il ragazzo facendomi indietreggiare.

"Si, Yoongi." Risponde Tae convinto.

"Fammi controllare, comunque." Il tono di voce del ragazzo suona malefico.

Esco sul balcone e guardo in basso.

Salgo sulla ringhiera così da essere vicino al muro e al tubo. Mi allaccio a quest'ultimo e scivolo in basso, senza farmi male.

"Ascoltami! Oi, sto parlando con te!" La voce di Tae viene dal piano sopra e sembra parlare con il capitano.

"Statti zitto Kim o te ne pentirai." Dice il ragazzo minaccioso.

Mi allontano, sperando lui non facesse niente al mio migliore amico. Mi siedo nella casetta piena di attrezzi appartenenti al padre del biondino, nella parte posteriore del giardino di casa Kim.

__

Il suono del suoneria del cellulare mi sveglia. Mi guardo intorno accorgendomi di essere ancora nel piccolo ripostiglio di legno. Rispondo al cellulare, cercando di allungare le gambe, intorpidite.

"Jimin! Mi hai fatto prendere un colpo! Yoongi ti ha cercato per tutta la casa e non ti ha trovato! Ho pensato che ti sei lanciato dalla finestra ma non vedevo la tua salma. Per un secondo ho avuto impressione che forse sei vampiro o qualcosa del genere-" Allontano il telefono dall'orecchio.

"Tae, arrivo." Dico chiudendo la chiamata.

Esco da lì e mi avvio verso la porta vedendo il biondino aspettarmi.

Appena mi vede si lancia su di me, abbracciandomi stretto. Appoggio il viso nell'incavo del suo collo, sentendo il calore del suo corpo, così famigliare.

"Stupido. Sei uno stupido stupidissimo." Mormora tirando su con il naso.

"Ti ha fatto qualcosa?" Sussurro senza spostarmi.

"No, ma se fosse successo qualcosa a te, non me lo sarei mai perdonato." Risponde facendomi sorridere dolcemente.

"E non ti succederà nulla finché ci sono io, se quel tipo tornerà, dovrà passare sul mio cadavere." Continua accompagnandomi dentro.

Scuoto la testa, ridendo alla sua espressione.

__

"Allora, Chim. Vieni oggi o no?" Domanda Tae preparando due tazze di caffè caldo.

"In realtà... Non so." Rispondo tamburellando le dita sul mento.

"Se fai troppe assenze, i tuoi se ne accorgeranno." Mormora il biondo prendendo dei biscotti dal ripiano.

"Ho solo saltato due ore ieri. La prima volta in tutto l'anno scolastico." Ribatto con nonchalance.

"Okay, fai come vuoi." Risponde il ragazzo, alzando le spalle.

Fa colazione facendo sorrisi, abbastanza ambigui al cellulare e quando finisce l'ultimo sorso, mette la tazza nel lavandino, scappando in camera sua per recuperare qualcosa.

Appena sento la porta chiudersi, mi alzo dalla sedia e vado a prendere il quaderno dal mio zaino. La prima pagina contiene un indice disordinato contenente i titoli delle sue canzoni e le pagine seguenti sono piene di frasi, scarabocchi e parole.

Il primo titolo dice: Her.

Cerco la pagina giusta e comincio a leggere cercando di capire la calligrafia.

The world is a complex

We wus lookin’ for love

I was just one of those people

Didn’t even believe in true love

Just said I wanted to be in love like a habit

But I found myself

The whole new myself

I’m confused too, which one’s the real me?

Did you figure out that I’m a book after I met you?

Or did you turn my page?

Damn

Anyway, I wanna be the best man for you

Of course, you’re the world to me

When you said you wanted to die with me

I promised to be the man you want, God I swore to myself

So many complex

But I’m lookin’ for love

I don’t care if it’s a fake me, if you hold me

You’re my beginning and my end

So you finish me.

Rimango letteralmente a bocca aperta dopo aver finito. 'È bellissima e così profonda' è il primo pensiero che mi passa per la testa. Chi lo sapeva che un ragazzo duro come Yoongi, sapesse farci con le parole? Non io, a quanto pare.

Chiudo il quaderno di scatto e mi metto a camminare avanti e indietro, incrociando le mani dietro la schiena, aggrottando la fronte.

Lui, quindi, ha avuto una ragazza. Pensandoci, non mi viene in mente qualche momento in cui Suga fosse stato con una 'lei'.

C'è qualcosa che non quadra, in tutto questo.

__

Prendo la giacca dal divano ed esco di casa, chiudendo la porta a chiave. Entro nell'abitazione del capitano dall'ingresso, questa volta. Salgo, girando per il corridoio, entrando nella camera da cui ho trovato il quaderno e vedo un foglio abbandonato sulla scrivania.

Park Jimin ha appena firmato la sua fine, rubandomi una delle cose più importanti che ho. Non lo lascerò andare finché non lo ammazzerò personalmente.

Agust D.

'Oh, perfetto. Yoongi non sembra una persona facile.' Penso tra me stesso.

Scendo le scale, lanciando un'occhiata al mobile che contiene alcune foto incorniciate. Vado verso il cassetto e prendo in mano una, notando lui e i suoi amici, con un trofeo in mano. La metto giù ed osservo quella in cui c'è una ragazza, seduta sulle sue gambe mentre lo guarda negli occhi, sorridendo. Analizzo la foto, notando l'espressione spensierata di Suga mentre fa un occhiolino a lei.

È lei, la sua ragazza. O forse, lo era. Non mi sembra di averla vista qui nei ultimi 3 anni e non mi è molto famigliare.

Torno sopra, mi affaccio alla sua camera per controllare se c'era qualcosa d'importante e mi accorgo che è messa nello stesso modo dell'altra volta. Alzo gli occhi al cielo, girandomi e con mia sorpresa, vedo la porta del bagno aprirsi e indietreggio guardando Yoongi, bagnato e solo con un asciugamano legato ai fianchi. Mi fissa, prima con uno sguardo indecifrabile, e per poi spalancare gli occhi.

"Non sono ubriaco, giusto? Non posso trovarmi Park Jimin a casa. Se sono sobrio allora vuol dire che è un tipo masochista." Dice abbassando la testa facendomi stranire e vedendo il momento di distrazione, scatto verso le scale.

"Oh, no, no, piccolo. Oggi sei fottuto in tutti i sensi." Mormora il ragazzo fermandomi per il polso e tirandomi a se'.

Sento la felpa bagnarsi, mentre deglutisco, vedendo alcune gocce scivolare dai suoi capelli verdi scivolando giù dal mio collo.

La sua presa si allenta e il secondo dopo mi trovo attaccato al muro, con un Min Yoongi incazzato che mi tiene per il collo, poco gentilmente.

"Quindi. Hai qualcosa da dire prima che scelgo cosa farne di te?"

Lo guardo negli occhi color pece e cerco di pensare a qualcosa d'intelligente da dire.

"Te lo meritavi." Sussurro piano.

Aggrotta le sopracciglia e prende la mano contro il collo.

"Cosa?" Chiede senza mollarmi.

"Era una lezione per farti capire che non sei il re del mondo, Suga." Rispondo facendomi coraggio.

"Uh, hai imparato il mio nome a quanto pare. Sono onorato, Chim. E sì, io sono il capitano e questo mi rende molto più superiore di un nerd come te." Ringhia.

Osservo una goccia d'acqua, scendere dalla sua mascella per poi passare sulla gola pallida e infine, passare sul petto muscoloso.

"Questo nerd sfigato, è riuscito ad entrare a casa tua con calma e rubarti qualcosa a cui tieni molto, se non sbaglio." Borbotto offeso.

"E hai fatto male. Molto male. Non dovresti sfidare il fuoco, ti potresti bruciare." Risponde guardandomi negli occhi.

"Non te lo darò indietro." Mormoro cercando di farlo spostare mettendo le mani sulle sue spalle, spingendolo.

Lui, sorride sadico, vedendo che non lo avevo mosso per niente.

"Oh, si che me lo darai, piccolo." Dice spostandosi da me.