Episodio 1
Punto di vista di Natasha Astrid
"Astrid, il tuo ex ti sta guardando!", gridò la mia amica Jessica insieme alla musica ad alto volume sulla pista da ballo del locale.
"Dov'è?", chiesi sorridendo, mentre continuavo ad agitare la vita. Indossavo un vestito nero con le spalline, molto aderente al mio corpo. Seguii ogni battito della musica e delle luci impazzite del bar.
"Proprio così!", disse lui annusandomi la schiena, ma io non mi voltai a guardare quell'uomo che era una persona inutile.
"Cosa mi preoccupa di lui?", continuai con la mia domanda, che ci fece ridere allo stesso tempo.
Erano passate due settimane da quando avevo rotto con Nate a causa del suo atteggiamento da donnaiolo mentre avevamo una relazione. Credo che pensasse che non avrei potuto lasciarlo. Beh, si sbagliava perché non tollero i traditori. Mi ha tradito e l'ho sorpreso a pomiciare con una ragazza in discoteca. L'ho lasciato immediatamente perché la cosa che odiavo di più era un traditore.
La mia famiglia era piena di traditori, quindi odiavo i traditori! Mio nonno tradiva mia nonna. Era vecchio ma aveva ancora una ragazza. Mentre mia zia ha distrutto la sua stessa famiglia per un altro uomo e quella che mi ha dato più fastidio è stata mia madre, per colpa sua la nostra famiglia è stata distrutta. Ho sempre desiderato che il loro karma arrivasse e che fossero tutti emotivamente danneggiati!
Spero che tutti gli imbroglioni muoiano!
"Sorella, andiamo!", disse Jessica interrompendo i miei pensieri. "È mezzanotte! Andiamo a casa", mi disse.
"Oh, andiamo, Jessica! Siamo in vacanza. Siamo laureate! I nostri pochi anni di scuola sono finiti, quindi divertiamoci!", le gridai felice.
Sapevo che quando sarei tornata a casa, nella mia casa demoniaca, non sarei stata così felice. Soprattutto quando sentii di nuovo i gemiti dalla camera da letto di quella svergognata di mia madre che faceva sesso con il suo uomo.
Non sapevo nemmeno chi fosse l'uomo con cui andava a letto e non avevo alcuna intenzione di scoprirlo, perché il mio sangue si scaldava ogni volta che sentivo quei gemiti e, a ogni provocazione, avrei potuto anche accoltellare il suo uomo.
"Dobbiamo andare, Astrid! Mio fratello verrà a prendermi domani all'una di notte nel mio appartamento! Devo tornare a casa prima che scopra che sono stata di nuovo qui al bar!".
La mia migliore amica aveva davvero paura di suo fratello. Naturalmente ero una buona amica, così smisi di ballare.
"Ok, andiamo", dissi. Allontanai Jessica dalla folla della pista da ballo.
Non eravamo ubriache perché avevamo bevuto solo un po' come amiche. In realtà abbiamo ballato di più e non avevamo intenzione di ubriacarci oggi perché Jessica sarebbe andata a prendere suo fratello.
"Ci vediamo, Nate", mi sussurrò Jessica quando passammo davanti al tavolo di Nate.
Non prestai attenzione al mio ex, ma sentii delle prese in giro al loro tavolo prima che io e Jessica ci allontanassimo.
"Non ti sta prestando attenzione, quindi! Non ti noterà. Pensavi che Astrid ti sarebbe venuta dietro?".
Pensava che forse l'avrei inseguito. Quel moccioso è stato arrogante di fronte ai suoi compagni! Spero che vada a sbattere contro il muro e si prenda una bella botta in fronte! Era davvero un diavolo!
"Non avresti dovuto uscire con quell'uomo, Astrid!", disse Jessica quando uscimmo dal locale.
La lasciai andare e incrociai le braccia davanti al petto: "Mi sono persino pentita di averlo incluso nel numero dei miei ex. È una scimmia! Ma ho già voltato pagina, quindi non mi interessa".
"Dovresti stare con mio fratello! È un gentiluomo".
Abbracciai la mia amica e ci fermammo davanti alla mia auto nera: "Tuo fratello è vecchio, Jessica. Non mi piacciono i vecchi".
"Ehi! Sei gay? Cosa vuol dire che è un vecchio?". I suoi occhi erano spalancati mentre mi gridava contro e si dirigeva verso l'altro lato dell'auto, dove c'era il sedile col fucile. "Mio fratello maggiore ha solo trent'anni! Va davvero bene e non ti farà del male!".
Mi stancai di nuovo e salii in macchina. Si è persino vantata del suo fratellone con me, come se lo stesse vendendo. Lo chiamava fratello, eh?
"Quando si è vecchi, si ha molta esperienza", dissi quando mi sedetti al posto di guida mentre Jessica si accomodava sul sedile del passeggero. "Probabilmente tuo fratello ha ingannato molte persone. Non mi piace perché potrebbe includermi nel numero di donne che tradirà".
"Ragazza, il mio fratellone non ti farà del male". Mi rivolsi a Jessica, che stava allacciando la cintura di sicurezza.
"Kuya è super gentile, ma a volte è severo perché... "Oh mio Dio!".
"Ah!".
Urlammo contemporaneamente a causa del forte schianto sul retro della mia auto! Mi girai e vidi che il vetro del retro della mia auto era rotto e c'era un grosso sasso sopra il mio sedile!
"Ma che cazzo!".
Aprii rapidamente la portiera dalla mia parte e affrontai l'uomo che aveva lanciato la pietra contro il finestrino della mia auto con le sopracciglia alzate.
"Che ti prende?", urlai a Nate con fastidio.
Non era altro che il mio ex-gigolo! Di tutti i miei ex, lui era quello che non riusciva ad andare avanti! Ero stanca di lui!
"Tu? Perché sei venuta qui?", mi chiese a sua volta e si avvicinò a me. "Non vuoi prestarmi attenzione?". Si fermò davanti a me.
"E perché dovrei prestare attenzione a te? Non sai nemmeno baciare bene!", gridai facendo ridere le persone intorno a noi.
Gli angoli delle mie labbra si alzarono. Aveva iniziato lui, così volevo metterlo in imbarazzo di fronte a tutte le persone presenti.
"E ancora non riesci ad andare avanti con la tua vita lontano da me. È per questo che hai rotto il parabrezza della mia macchina?", gli chiesi scherzosamente. Alzai la mano destra e la avvicinai al suo orecchio. Gli passai l'indice sull'orecchio e lo guardai negli occhi.
"Non ti chiederò di pagare per quello che hai danneggiato perché so che non hai soldi", feci finta di compatirlo. "Ma spero che tu ti rifaccia una vita, perché sei proprio un poveraccio".
"Zitta, Astrid!".
"Oh, andiamo, Nate! Sappiamo che sei tu quello che non vuole stare zitto qui".
Non riuscii a finire quello che stavo per dire perché improvvisamente mi spinse via da lui. Mi venne da ridere per quello che aveva fatto, perché non ero nemmeno scossa o spaventata.
"Torna a casa dai tanti uomini di tua madre!", mi gridò facendomi fischiare le orecchie.
Quello che non mi piaceva affatto era quando gli altri parlavano della mia inutile famiglia. Non volevo assolutamente che la usassero su di me!
"Nate!". Guardai dietro Nate e vidi la mia amica in piedi.
Nate la guardò e quando si girò, i tacchi di Jessica gli colpirono la faccia, che era fatta dal suo corpo.
Jessica venne subito da me e si mise accanto a me, mentre io ridevo guardando Nate che si teneva il viso. Lui si girò lentamente verso di noi e guardò la mia amica molto male.
"Non sono affari tuoi!", gridò Jessica.
"E sai, Nate, vorrei che tuo padre fosse uno dei mariti di mia madre", gli dissi sorridendo. Era il primo a parlare male della mia famiglia, quindi avrei parlato male anche della sua. Cosa pensava? Che avrei perso. Non è possibile!
"Nate è il figlio illegittimo del vice sindaco", dissi stuzzicandolo.
"Astrid!", gridò.
"Cosa?". Scoppiai a ridere di gusto perché potevo vedere chiaramente la sua rabbia. "È vero, ah ah ah. Sei il figlio illegittimo del vice sindaco".
"Puttana!". Si precipitò rapidamente verso di noi, ma prima che potesse avvicinarsi, cadde immediatamente a causa di un uomo che apparve davanti a me e a Jessica e lo prese a pugni!
Le mie sopracciglia si incrociarono a causa dell'uomo che voltò le spalle e diede un pugno a Nate, che ora era a terra. Un solo colpo e Nate si addormentò!
"Un tipo molto debole", disse freddamente.
E chi era quest'uomo?
L'uomo si voltò verso di noi e mi sembrò di aver appena visto l'uomo più bello del mondo! Quei profondi occhi incappucciati che improvvisamente distoglievano lo sguardo da me! Spostò lo sguardo su Jessica, che era accanto a me.
"Andiamo a casa, Jessica", disse freddamente alla mia amica.
Si conoscevano? Che tipo di uomo era? Era il fidanzato di Jessica?
"Va tutto bene", disse Jessica, come se fosse ancora nervosa.
L'uomo se ne andò davanti a noi e si allontanò. Lo seguii e vidi che il bell'uomo era entrato in un furgone.
Mi voltai verso la mia amica: "Chi è quello?", chiesi sorpresa.
"Mio fratello", mi rispose. "Forse mi sgriderà perché mi ha visto qui al bar!".
Quell'uomo era suo fratello maggiore? Era quello che ha detto avere trent'anni? Ho appena visto suo fratello di persona ed era così bello! Il suo volto era ancora molto serio. Era come se non si potesse scherzare perché si rischiava di essere colpiti, come era successo a Nate.
"Vieni con noi, Astrid!".
"Eh? E la mia macchina?".
"Non preoccuparti!". Mi prese per mano e mi tirò verso il furgone dove era andato suo fratello. "Il personale di Kuya si occuperà della tua auto", mi disse.
Non potei fare altro che seguire Jessica. Volevo andare con lei anche perché suo fratello era bellissimo! Volevo guardare il suo viso ancora una volta.
Quando arrivammo all'auto di suo fratello, non salimmo subito in macchina. "Vai tu per prima, Astrid. Io parlerò con il personale di Kuya".
Le feci un cenno e aprii il furgone. Rimasi sbalordita quando vidi il fratello maggiore di Jessica, che aveva entrambe le mani sul bracciolo.
"Entra se vuoi", disse serio facendomi decidere di muovermi.
Entrai in e chiusi la portiera del furgone. Mi sedetti sul sedile di fronte a lui, perché i sedili del furgone erano uno di fronte all'altro, mentre dietro il suo sedile c'era un divano.
Non riuscii a trattenermi dal guardare il bel viso dell'uomo davanti a me. Non sapevo che nelle Filippine esistesse ancora un volto così, che si era perso. Sembrava uno straniero!
Aveva un naso a punta, occhi bellissimi e sopracciglia folte perfettamente arcuate. La sua pelle era abbronzata, il che gli donava. I suoi capelli erano puliti e perfettamente pettinati di lato. Naturalmente, ciò che mi piaceva di più erano i suoi occhi. I suoi profondi occhi incappucciati erano color nocciola.
"Smetti di guardarmi, giovane donna".
Mi morsi il labbro inferiore e distolsi rapidamente lo sguardo per la vergogna. Avrebbe potuto pensare che non vedevo l'ora di incontrarlo!
"A proposito, chi sei?", chiese.
Il furgone era già fredda e la sua voce era ugualmente fredda.
Mi voltai verso di lui: "Sono Natasha Astrid, ma puoi chiamarmi Astrid".
"Natasha", pronunciò il mio nome senza seguire le mie parole.
Non voglio essere chiamata con il mio nome, Natasha, perché mia madre mi ha chiamata così, ma se vuoi chiamarmi così, va bene! Era così bello! Lui non sembrava un traditore.
"Sei amica di Jessica?", mi chiese.
Era come se fossi in un interrogatorio e la luce all'interno della sua auto era ancora fioca.
"Sì", risposi.
"Non sapevo che Jessica avesse un'amica pazza".