"Quindi Sean Wesley vive in questa casa ora?"
Lacey si guardò intorno come se potesse comparire ed ucciderla da un momento all'altro.
Erano passate due settimane e lei era diventata abbastanza importante da raccontarle tutto.
Annuii.
"Wow. E come va fino ad ora?"
"Uno schifo, cerco di evitarlo tutto il giorno e lui ogni due secondi tira fuori, anche davanti a mia madre, battute che vogliono far capire che ci siamo baciati"
Lei ridacchiò a causa del mio tono e io sbattei la testa sul bracciolo del divano.
"Comuuuunque sia. Stasera c'è una festa e tu devi venire!" Cantilenò.
"Cosa? No"
"Si! Dai ci divertiremo da morire e poi devi sperimentare almeno una volta nella vita le feste canadesi!"
Sorrisi, magari non sarebbe stato male.
"D'accordo." Acconsentii.
"Pensi di venire con Cameron?"
"Sinceramente no. Non mi parla perché crede che io sia stata con Sean." Alzai gli occhi al cielo, non riuscivo a fare altro quando ripensavo all'intera situazione.
"Perfetto, ti passo a prendere alle nove"
si alzò afferrando la sua borsa bianca e dandomi un forte abbraccio.
"A dopo" le dissi guardandola mentre chiudeva la porta.
Okay, avevo cinque ore e mi si chiudevano gli occhi. Misi velocemente la sveglia del telefono alle 18 e mi sdraiai sul divano cadendo in un sonno profondo.
Mi sembrò passata un'eternità quando qualcuno mi scosse il braccio.
"Brooke! È ora di cena"
Aprii pigramente gli occhi guardando mia madre che cercava di svegliarmi con uno sguardo divertito.
"Hai dormito tutto il giorno" ridacchiò.
"Che ore sono?" Chiesi con la voce impastata guardando Sean all'altra estremità del divano con lo sguardo fisso sulla tv.
"Le sette e mezza"
"Cosa? Oh Dio, non ce la farò mai! Avevo messo la sveglia alle.." Non finii la frase guardando il moro di nuovo che, come sospettavo, sorrise senza staccare gli occhi da quella fottuta televisione.
"Non ce la farai a fare cosa?"
"Volevo andare ad una festa con Lacey stasera."
"Che tipo di festa?"
"Ho sentito che non è niente di buono, signora. Gira brutta gente e tante sostanze" Sean disse a mia madre.
"Stai zitto, Wesley, prima che ti tappi io quella bocca."
"Come hai fatto lunedì?"
Presi un cuscino affondandoci la testa e urlando in maniera frustrata.
"Smettetela di litigare come due bambini" ci ammonì.
"È solo una festa della scuola, e se non mi ci mandi esco dalla finestra." Mi alzai salendo al piano superiore per scegliere qualcosa da mettermi.
Optai per un paio di pantaloncini di jeans a vita alta, un top corto con uno scollo a cuore e delle converse platform bianche.
Decisi di non truccarmi esageratamente, quindi misi un po' di correttore, del mascara e una tinta labbra nude.
Passai le dita nei capelli e poi li pettinai velocemente, ed erano già le otto e un quarto.
Presi la borsa e ci infilai le chiavi di casa, i soldi, il portafoglio ed il mio telefono.
Poi scesi al piano inferiore buttando la borsa sul divano ed entrando in cucina dove tutti stavano cenando.
Guardai Cameron supplichevolmente ma lui distolse lo sguardo.
"Mangio qualcosa al volo, Lacey sta per arrivare."
"Lacey?" Chiese mia madre.
"Pensavo ti accompagnasse Sean"
"No" risposi tranquillamente. "Sean non verrà. Vero?"
"A dire il vero verrò, quindi ci vediamo lì." Rispose tranquillamente.
Presi due fette di pane e ci misi una tonnellata di nutella dentro, chiudendole.
"Non contarci" diedi un morso alla mia cena.
Il mio telefono cominciò a squillare e corsi a rispondere.
"Lacey?"
"Sono un po' in anticipo"
"Vedo" ridacchiai e mi avvicinai alla cucina.
"Va bene se arriviamo prima, sicuramente i ragazzi sono già lì"
Non seppi perché ma provai un intensa sensazione di gioia quando Sean si girò fulminandomi con lo sguardo e io gli sorrisi.
Eravamo come due bambini e io ne ero totalmente consapevole.
"Allora io vado" feci un cenno della mano a tutti e mandai un bacio a Cam che alzò gli occhi al cielo facendomi ridere.
***
"Wow, è pazzesco" cercai di farmi sentire da Lacey sopra la musica, lei si limitò ad annuire e a ballare.
Sapevo che stesse puntando il ragazzo davanti a lei da minuti ormai e quando lui le si avvicinò io le diedi una spinta facendole perdere l'equilibrio. Lui l'afferrò subito e le sorrise.
Perfetto Lacey, mi ringrazierai domani.
Continuai a ballare tra la folla fin quando non incrociai un ragazzo abbastanza carino.
Biondo, occhi azzurri, alto.
Decisi di buttarmi, probabilmente non lo avrei mai più rivisto. Mi avvicinai e iniziai a ballare con lui, che mise le mani sui miei fianchi, dondolando i nostri bacini a tempo di musica.
Dopo qualche minuto afferrò la mia mano e mi portò fuori dalla folla, vicino al tavolo delle bevande, fece scontrare le sue labbra con le mie spingendomi fino a far congiungere la mia schiena con il muro.
In qualche modo mi sentii sollevata perché pensavo che il retrogusto del bacio di Sean sarebbe rimasto per sempre, ma invece ora sentivo solo il sapore del chewing-gum alla fragola che aveva in bocca quel ragazzo.
Ecco di cosa avevo bisogno, di una distrazione.
Il bacio diventò più intenso e le sue mani stringevano i miei fianchi con desiderio, in un secondo lo sentii spostarsi da me e realizzai che un suo amico lo aveva tirato via e gli stava dicendo qualcosa che sembrava urgente.
"Torno subito. Per favore, aspettami qui" annuii e mi appoggiai al muro guardandomi intorno.
Sean era al tavolo degli alcolici con un bicchiere rosso poggiato sulle labbra carnose e gli occhi puntati su di me. Mi sistemai i vestiti mentre lui si avvicinava.
"Pensi di tornare a casa con lui?"
No, non mi era passato nemmeno un secondo nella testa.
"Probabilmente" tolsi il bicchiere dalle sue labbra e bevvi tutto d'un sorso la bevanda che si era preparato, con l'intento di farlo arrabbiare, invece lo feci solo ridere.
Scosse la testa per poi abbassarsi alla mia altezza e caricarmi su una spalla.
"Sean" piagnucolai sconfitta. "Fammi almeno avvertire Lacey"
"Sono sicuro che si starà divertendo."
Commentò con aria dura. Dopo qualche minuto venni caricata in macchina come fossi un sacco di patate. Aspettai che lui salisse e mettesse in moto per attaccarlo.
"Non hai nessun diritto di farlo"
"Vero" ammise.
"Cosa?"
"Non ho nessun diritto di farlo ma non avevo intenzione di avere un'altra ragazza madre a scuola. Lo faccio per te, non entreresti nel banco"
Quasi risi ma poi decisi di mantenere un'espressione seria.
"Ti odio, non sai quanto."
Si fermò ad un semaforo e si girò verso di me, la sua mano finì sulla mia coscia e sussurrò nel mio orecchio:
"Non hai idea di quanto ancora dovresti farlo."
Tolsi la sua mano e rabbrividii, pregando Dio che sarei tornata a casa sana e salva.