Un'ultima volta

987 Words
*Prospettiva di Melian* Cercavo di capire le parole di Jason, ma non riuscivo a immaginare cosa potesse essere così urgente. "Urgente? Qualcuno si è fatto male? Che succede, Jason?" chiesi, con una punta di panico nella voce. Mi prese per mano e mi trascinò fuori dall’edificio verso il parcheggio. Quando aprì la portiera della macchina, iniziai a preoccuparmi sul serio. Dovevo salire? Dovevo scappare? Ma c'era solo un modo per scoprirlo. Entrai, mi sedetti e mi allacciai la cintura. Il cuore mi batteva all’impazzata, come se stessi correndo a perdifiato. "Che sta succedendo, Jason? Mi stai facendo preoccupare davvero." lo implorai. "Dobbiamo uscire dal territorio del branco prima che possa parlartene," rispose. Sentivo la tensione nella sua voce, e questo non faceva che aumentare la mia ansia. Finalmente lasciammo il territorio e arrivammo a un piccolo parco vicino al confine. "Ok, ora siamo fuori. Puoi spiegarmi tutto, per favore?" dissi, sapendo che il mio cuore non avrebbe retto a lungo quella tensione. Jason sospirò e si girò verso di me. Le prime parole che pronunciò furono: "Mel, ti fidi di me? Ti fidi di Rebecca?" Confusa, lo guardai e risposi, "Beh, mi fido di Rebecca, senza dubbio. Quanto a te... sì, mi fido, ma fino a un certo punto. Perché?" Uscì dalla macchina, venne ad aprirmi la portiera e, allungando la mano verso di me, mi chiese di seguirlo verso le altalene. Lì, mi avrebbe detto tutto. Feci come mi chiese e mi sedetti sull’altalena accanto a lui. "Mel, sorellina, non so davvero come cominciare. Quindi, farò come si fa per togliere un cerotto: sarò sincero e diretto. Stamattina dovevo partecipare a una riunione con papà e l'Alfa. Mentre stavo per entrare, li ho sentiti discutere. A quanto pare, papà tradisce Constance da un pezzo… con la sorella dell’Alfa. E lei gli ha attaccato la sifilide. Dato che è una cosa seria, doveva dirlo all’Alfa Scott. Inutile dire che lui non l’ha presa bene. È preoccupato per le avventure sessuali di papà e per il rischio di trasmettere la malattia ad altre femmine del branco. Per calmare l'Alfa e ottenere il suo silenzio, papà ha accettato un patto. E qui arriva la parte che non ti piacerà. Papà ha avuto un ultimatum: o diceva chi era la donna con cui aveva contratto la malattia o perdeva il titolo. Inoltre, l'Alfa ha preteso di avere te per un weekend… a sua disposizione." disse disgustato. Le lacrime cominciarono a riempirmi gli occhi e iniziai a tremare. "Io? Perché mi vuole? Io non sono nessuno. E la Luna?" sussurrai. Lui mi prese la mano e rispose, "Mel, vorrei saperlo anch’io. È assurdo, ma non è tutto. C'è dell'altro. Papà… si sente umiliato, e sai quanto odia sentirsi così. Quindi è furioso, e cerca qualcuno su cui sfogarsi." "Me, giusto?" chiesi. Lui annuì, e vidi nei suoi occhi quanto anche lui ne soffrisse. "Mi dispiace tanto, sorellina, per tutto quello che ti ho fatto passare. Mi dispiace per il mio ruolo nel renderti la vita un inferno. Vorrei poter cancellare tutto." Vidi il conflitto nei suoi occhi, e la sincerità della sua voce mi colpì profondamente. Gli strinsi la mano e gli sorrisi leggermente. Negli ultimi anni, Jason aveva fatto del suo meglio per proteggermi. Non sempre ci riusciva e, a volte, era costretto a partecipare, ma non lo incolpavo. Sapevo che non lo faceva per scelta. "Jay, è tutto passato. Hai fatto tanto per rimediare, e non ti ho mai incolpato quando eri costretto a farmi del male. Niente più scuse, ok?" lo rassicurai. Una lacrima gli scivolò sul viso e sussurrò: "Spero che continuerai a pensarla così anche quando ti dirò il resto." Gli feci cenno di continuare, ma si alzò e si allontanò dalle altalene su cui stavamo seduti. Gli urlai di fermarsi e di finire di raccontarmi cosa stava succedendo. Si girò verso di me e disse: "Melian, papà mi ha dato un compito con istruzioni molto precise. Non voglio farlo! Fino a quando io e Rebecca non riusciremo a trovare un modo sicuro per andarcene e portarti con noi, non mi sento di avere scelta se non obbedire. Papà… papà vuole che ti porti al magazzino abbandonato vicino al lago. Lui, Eric e Todd ci incontreranno lì. Non so esattamente cosa ha in mente, ma sono sicuro che non è niente di buono. Non ce la faccio, Mel." Rimasi senza parole, ma sapevo che, in un modo o nell'altro, era bloccato tra l'incudine e il martello. Mi rimanevano solo poche ore per compiere 18 anni, e poi sarei potuta scappare. Posso sopportare un’altra volta, per salvare mio fratello e la sua famiglia dall’abuso che subisco io al loro posto. "Jason, portami dove devi portarmi. Non posso permettere che tu subisca le conseguenze per non aver obbedito a papà. Hai Rebecca e Trinity da proteggere. Io ce la farò. Posso resistere un’altra volta. Faccio un ultimo sacrificio per il bene di tutti, giusto? Domani sarò maggiorenne, e non potrà più decidere se devo restare o andarmene. Farò la mia fuga allora, e anche se dovrò farlo da sola, non dovrò più sopportare la tortura." Gli dissi con convinzione. Il suo sguardo passò da sconvolto a furioso. Rimasi immobile, spaventata, senza osare dire una parola in più. "Sei impazzita, Mel? E se ti pestano e poi ti consegnano a Scott? Allora non dovrai solo subire le botte, ma anche lo stupro." Implorava che cambiassi idea. "Non sono pazza, o almeno non diagnosticata, ma lasciamo perdere. Questo è l’unico modo per far abbassare la guardia a tutti e permetterci di uscirne sani e salvi. Ti prego, non combattere contro di me su questa cosa. Per favore, Jason. Andrò là con o senza di te. Se non ci vado, ci uccide entrambi, e quello è sicuro," urlai. Lui sembrava rassegnato, ma alla fine accettò. Mi promise di restare nelle vicinanze, pronto a intervenire se la situazione fosse sfuggita di mano.
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