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Prima Che Afferri La Preda (Un Mistero di Mackenzie White — Libro 9)

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Da Blake Pierce, autore di successo del libro IL KILLER DELLA ROSA (un best-seller con più di 900 recensioni da cinque stelle), è in arrivo il volume #9 della serie di gialli mozzafiato di Mackenzie White, PRIMA CHE AFFERRI LA PREDA.

L'agente speciale dell'FBI Mackenzie White si trova in difficoltà. Qualcuno sta uccidendo delle persone scaraventandole da altezze vertiginose e rendendo i corpi irriconoscibili. Un serial killer squilibrato, ossessionato dalle altezze, che ammazza le sue vittime dai luoghi più alti. Apparentemente non segue alcuna logica.

Ma è davvero così?

Solo entrando nei meandri più oscuri della mente dell'assassino, Mackenzie può cominciare a capire qual è il suo movente - e dove colpirà la prossima volta. In una sorta di gioco mortale del gatto con il topo, Mackenzie si spinge al limite per fermarlo, ma potrebbe essere già troppo tardi.

Thriller-noir psicologico dalla suspense mozzafiato, PRIMA CHE AFFERRI LA PREDA è il libro #9 in una nuova, avvincente serie—con un nuovo, irresistibile personaggio— che vi terrà incollati alle pagine fino a tarda notte.

Di Blake Pierce è anche disponibile il best-seller IL KILLER DELLA ROSA (Un Mistero di Riley Paige—Libro #1), con più di 900 recensioni da cinque stelle, da scaricare gratuitamente!

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PROLOGO
PROLOGO Una volta, quando era una ragazza, Malory Thomas era venuta su quel ponte con un ragazzo. Era la notte di Halloween e lei aveva quattordici anni. Avevano guardato giù nell'acqua, cinquanta metri più in basso, alla ricerca dei fantasmi di coloro che si erano suicidati dal ponte. Era una storia che circolava nella loro scuola, una storia che Malory aveva sentito raccontare per tutta la sua vita. Quella notte aveva permesso al ragazzo di baciarla, ma aveva spinto via la sua mano quando questi gliel’aveva infilata su per la maglietta. Ora, tredici anni più tardi, ripensò a quel piccolo gesto innocente mentre penzolava da quello stesso ponte. Si chiamava Miller Moon Bridge ed era noto per due cose: essere un luogo fantastico e appartato dove gli adolescenti potevano pomiciare, ed essere il punto più gettonato di tutta la contea (o addirittura di tutta la Virginia) per i suicidi. In quel momento, però, a Malory Thomas non importava dei suicidi. Tutto quello a cui riusciva a pensare era restare aggrappata al bordo del ponte con tutte le sue forze. Si reggeva a un lato con entrambe le mani, le dita premute contro il legno ruvido. La mano destra non riusciva a mantenere una presa salda a causa dell'enorme bullone che trapassava il legno per fissare il montante alle travi di ferro sottostanti. Cercò di muovere la mano destra per trovare una presa migliore, ma aveva il palmo troppo sudato. Spostarlo anche solo di un centimetro le fece temere di perdere completamente la presa e cadere finendo in acqua. E in quel punto di acqua non ce n’era molta. Tutto ciò che si trovava là sotto ad aspettarla erano rocce frastagliate e innumerevoli monete che stupidi ragazzi avevano lanciato dal ponte esprimendo inutili desideri. Guardò in su, verso la ringhiera arrugginita che correva lungo il ponte, che nel buio della notte pareva vecchissima. Vide la sagoma dell'uomo che l'aveva portata lì, ben diverso dall’intrepido ragazzo di tredici anni prima. No... quest'uomo era odioso e oscuro. Non lo conosceva bene, ma ormai sapeva con certezza che c’era qualcosa che non andava in lui. Era malato, fuori di testa. "Lasciati andare", le disse. La sua voce era inquietante, a metà strada tra Batman e un demone. "Per favore" disse Malory. “Ti prego... aiutami." Non le importava nemmeno di essere nuda, lì a penzoloni dal Miller Moon Bridge. L’uomo l'aveva spogliata e lei aveva temuto che la violentasse. Invece non l'aveva fatto. Si era limitato a fissarla, accarezzandola in alcuni punti, quindi l'aveva costretta ad andare sul bordo del ponte. Malory pensò con nostalgia ai suoi vestiti sparsi sulle travi di legno dietro di lui, ed ebbe l’orribile certezza che non li avrebbe mai più indossati. Con quella realizzazione, la sua mano destra si contrasse in un crampo mentre cercava di stringersi al bullone sottostante. Malory gridò e sentì tutto il peso scivolare sulla mano sinistra, la sua mano più debole. L'uomo si accovacciò, inginocchiandosi a osservarla. Era come se sapesse che mancava poco. Ancora prima che lei se ne rendesse conto, lui l’aveva già capito. Riusciva a malapena a vedere i suoi occhi nell'oscurità, ma fu abbastanza per intuire che era felice. Eccitato, forse. "Va tutto bene”, disse con quella strana voce. E, come se i muscoli delle dita gli stessero obbedendo, la sua mano destra si arrese. Malory sentì tutta la tensione nell’avambraccio, mentre la mano sinistra cercava di reggere i suoi sessantaquattro chili. E poi, tutto a un tratto, non era più aggrappata al ponte. Stava cadendo. Il suo stomaco fece una capriola e gli occhi sembrarono tremarle nelle orbite mentre cercavano di dare un senso alla velocità con cui il ponte si allontanava da lei. Per un momento, il vento che la stava travolgendo sembrò quasi piacevole. Malory fece del suo meglio per concentrarsi su quello, mentre cercava una preghiera da recitare nei suoi ultimi istanti di vita. Riuscì solo a pronunciare poche parole: Padre nostro che... poi Malory Thomas sentì la vita abbandonare il suo corpo in un colpo secco e violento, mentre si schiantava sulle rocce sottostanti.

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