A malincuore mia madre dovette accettare che io entrassi alla Westminster academy. Dopo essermi girato tutta la Germania non avevo trovato Chamael e avevo dovuto arrendermi. Poiché non avevamo notizie della famiglia di Chamael, Saffi chiese al detective di cercarlo negli Stati limitrofi proprio come avevamo fatto io e Joel. Ovvero, con una fotografia alla mano, cercando in tutte le scuole superiori e alle stazioni di polizia. Io avevo iniziato a seguire i corsi con risultati eccellenti. A fine anno accademico però, anziché seguire il consiglio del rettore e andare a lavorare in un ristorante locale per fare esperienza, partii. Andai a Parigi alla ricerca di Chamael, memore della notizia che sua sorella era nata in quella città. Decisi di seguire l’istinto e cercare dove il detective non andava.
Nei due mesi che restai lì lavorai in un ristorante pluristellato prima come lavapiatti, poi come aiuto cuoco.
Cercare Chamael in estate era più complesso che cercarlo in inverno, poiché le scuole erano chiuse. Mi potevo quindi accontentare solo della autorità e delle ricerche per locali.
I manifesti di Chamael tempestavano tutta la città. Dal ristorante dove lavoravo io ai bar, ai locali culturali, le biblioteche e le librerie, certo che Chamael non si sarebbe mai lasciato sfuggire quei luoghi di culto.
Un giorno fui contattato anche da un uomo in merito a Chamael.
Uscii dalla cucina dopo il mio turno e dopo aver pulito il mio angolo cottura. L’uomo aveva atteso pazientemente che il ristorante chiudesse per potermi parlare.
Quando lo raggiunsi rimasi colpito dal suo fascino. Era alto, con i capelli biondi scuri lievemente ingrigiti sulle tempie, i lineamenti non avevano rughe se non di espressione, segno che sorrideva molto. Ne erano la testimonianza anche gli occhi azzurri vivi e vibranti.
“Professor Martin?” Lo chiamai.
Lui si girò e mi sorrise appena mi vide. Mi venne incontro raggiante e mi abbracciò. “Tu est…”
“Raziel Keller.” Mi presentai.
“Oh oui!” Mi disse prendendo dalla tasca uno dei miei volantini. “Désolé mon cher.” Disse aprendo il volantino. “Soleil Alix Martin, fondatore, e docente di arte, della scuola Petit génies.”
“Un’artista!” Sognatore per giunta. Pensai osservandolo, sembrava Peter pan con la sua grazia elegante.
“Oui! Ero uno scultore un tempo. Comunque puoi chiamarmi Martin.” Mi disse.
Uno scultore? Non lo avrei mai detto, le sue mani non erano callose, al contrario erano molto curate. “Ha notizie per me Martin?” Chiesi.
Lui annuì con un piccolo applauso. “Oui! Io conosco questo bambino, soprattutto se si chiama Chamael McAllister.” Affermò.
“Lo ha visto?” Chiesi speranzoso.
Lui scosse la testa con un broncio delizioso. Niente, lo avrei chiamato Peter pan.
“Désolé Raziel. Ho conosciuto Chamael bambino, gli facevo da baby sitter e lo amai subito, soprattutto subito compresi quanto fosse speciale. Insegnai io a leggere a Chamael.” Mi spiegò.
Quell’uomo era parte del passato di Chamael? E lo aveva amato? Oh Dio! Un pedofilo.
“Lei era…”
“Io ero l’amante francese di sua madre.” Mi spiegò. “In pratica sono il padre della bambina.”
Il padre… lui sapeva chi era la madre di Chamael.
“Ok! Quindi non ha visto Chamael ultimamente.” Gli dissi.
“Non! Però se mi spieghi cosa è successo e perché lo cerchi io voglio aiutarti.” Mi disse. “Devo tanto a Chamael, se non fossi stato troppo giovane e squattrinato tredici anni fa, lo avrei portato via con me.”
“Se posso chiedere! Quanti anni ha signor Martin?” Gli chiesi.
“Quasi trentacinque.” Mi rispose. “Si, sono giovane, ma alla madre di Chamael non interessava, era invaghita di me e mi accolse nel suo squallido appartamento in cambio di sesso.” Mi spiegò.
“E baby sitteraggio.” Affermai.
“Quello lo decisi io.” Mi spiegò. “Lynn lasciava Chamael solo a casa quando andava a lavorare. Io io però non avevo cuore di farlo, aveva solo un anno e mezzo. Così quando era ora di pranzo me lo portavo con me in accademia dove lavoravo come scultore. Compresi subito che era un piccolo genio, gli feci dei test e iniziai a insegnargli a scrivere.” Mi raccontò. “Poi mi proposero una mostra delle mie opere e dovetti lasciarli prima che Lynn mi facesse perdere l’occasione della vita. Era molto possessiva, anche se a lungo andare credo sia sempre stata solo molto orgogliosa e testarda.”
“In che senso?” Chiesi curioso.
“Come detto mi era stata proposta una mostra, che effettivamente ha cambianti la mia vita,. Tuttavia, Lynn aspettava una bambina, per me all’inizio era presto per diventare padre. Ma conoscere Chamael aveva cambiato la mia visione di paternità. Così prima di lasciare l’appartamento scrissi una lettera a Lynn dove le dissi che sarei tornato per il parto. Ahimè al mio ritorno Lynn non era più in quell’appartamento. Non aveva neanche più lo stesso medico. In pratica era svanita con mia figlia.”
“Ho notato che ha l’abitudine di cambiare casa.” Dissi sarcastico. “Chamael mi raccontò che sua madre lo mise al mondo per ripicca.”
“Ripicca verso chi? Era un bambino bellissimo e pieno di curiosità. È stato lui ad ispirare la mia scuola per piccoli geni.” Mi disse. “Ma raccontami, perché lo cerchi? Cosa è accaduto al mio bambino.”
Sorrisi. Chamael aveva seminato tanto amore sin dall’infanzia, traspariva dagli occhi azzurri di Martine dal suo viso.
“Lynn lo ha fatto sparire e non ne conosco il motivo. Mia zia Saffi ne aveva l’affidamento, tranne che per quindici giorni l’anno. Lo mandava da sua madre, poiché Chamael voleva passare a salutare sua sorella.” Raccontai.
“Mia figlia!”
“Penso, si. Non mi ricordo come si chiami, forse Chamael me lo ha detto. Ma ho rimosso.” Dissi.
“Capisco. Quindi dopo che è stato da mia figlia è scomparso?” Mi chiese Martin.
“Giusto! L’anno scorso Chamael non è tornato a scuola e quando la zia Saffi andò a riprenderselo da Lynn. Lei la accusò che non rientrava per colpa dell’educazione che Saffi ha dato a Chamael. Successivamente, la zia fu contattata da una bambina che l’ha informata della prigionia forzata di Chamael prima che lo portassero via. Io l’ho cercato in tutta la Germania senza risultato.”
“Per questo eri qui a Parigi.” Mi disse.
“Ho cercato un luogo che lo collegasse al suo passato.” Ammisi.
“So che Lynn ha iniziato a lavorare in Croazia come cuoca. Se questo può aiutarti a trovare Chamael prova. Lavorava per la catena degli Holiday Inn, lasciava i ristoranti perché discuteva con gli altri chef. Ma ha sempre lavorato per quella catena di alberghi.”
“Perché non è andata via se discuteva con loro?” Chiesi.
“Perché aveva un contratto.” Mi disse. “Ti darò un’altra notizia, mia figlia dovrebbe essere nata a febbraio del novantotto.”
“Questi si che sono indizi, avverto il detective.” Dissi.
“Tu conoscevi Lynn?” Mi chiese Martin.
“Mai vista! Non si è mai presentata al collegio in undici anni.” Dissi amareggiato.
Per quanto Molly fosse possessivo, per me c’era sempre stata al coronario di Lynn.
“Non mi sorprende. Ciò che affermava il padre di Chamael penso sia vero. Lynn odiava ciò che le disse, ma credo ci abbia visto lungo quell’uomo e mi dispiace per mia figlia.” Disse Martin.
“Di cosa si tratta?” Chiesi.
“Lynn e quell’uomo hanno chiuso perché lui le disse non aveva istinto materno.” Mi spiegò.
“Concordo. Quando arrivò al collegio a tre anni, Chamael era traumatizzato.”
“Dobbiamo trovarlo. Metterò voci anche tra i miei colleghi.” Mi disse Martin.
“Mi togli una curiosità?” Chiesi e lui acconsentì col capo. “Come mai una scuola? Sono due cose differenti essere scultore e professore.”
Lui sollevò la mano destra, sospirando. “Dopo, e anche prima, che mi sono operato al tunnel carpale non sono più riuscito ad usare il polso come prima. Non ho abbandonato del tutto la mia arte, ci metto più tempo a creare un’opera, in compenso la insegno agli studenti della mia scuola.”
“Hai aperto la scuola dopo che di sei operato?” Chiesi.
Lui sorrise. “No .Ho sfondato dopo la mia prima mostra, la mia carriera è stata tutta in ascesa. A ventotto anni ho aperto la scuola per piccoli geni. Dopo l’operazione sono entrato come insegnante . È mia moglie Camille a dirigere la struttura.” Mi informò.
Da lì iniziammo a parlare un po’. Trascorsi il resto del mio periodo parigino tra il ristorante e la scuola di Soleil Martin. Insegnai a cucinare ai piccoli geni e conobbi anche la famiglia del mentore di Chamael. Camille e Soleil avevano infatti un figlio loro e altri due adottati.