Accesi il telefono giusto per controllare se ci fosse la risposta di Chamael al mio messaggio. Niente.
In compenso avevo almeno trenta chiamate di mamma, questa volta aveva esagerato.
Ce n’erano anche di papà, almeno dieci. La stessa zia Saffi mi aveva chiamato più volte. Questo mi fece preoccupare, lei non mi telefonava mai. Scossi tutte le chiamate arrivate nelle ultime ventiquattro ore, ce n’erano anche di Giaele e di Tom e Joel.
Ma cosa diamine era successo? Fortunatamente avevo attivato il roaming internazionale. Non chiamai mamma, qualsiasi cosa ero convinta che era la chiamata meno urgente da fare.
Chiamai però la zia Saffi, ma il suo cellulare non prendeva.
Così chiamai Tom che rispose invece al secondo squillo.
“Raziel!” Mi rispose.
Indispettito ricambiai il suo saluto. “Uriel.”
“Raz… ti sei portato Chamael in Cina?” Mi chiese preoccupato.
In Cina? “Ma cosa stai dicendo. Lui dovrebbe aver iniziato la scuola da un paio di giorni già.”
“Lo sappiamo. La dirigente ha aspettato ventiquattro ore prima di avvertire mamma. Ma Chamael non è mai arrivato al Santa Maria. Mamma è in viaggio verso Monaco adesso.” Mi informò.
“Non ha risposto neanche al mio messaggio. Ora che ci penso sono giorni che non risponde ai miei messaggi.” Rivelai.
“Do questa notizia alla mamma.” Mi disse Tom.
“Io intanto prendo un volo di ritorno.” Gli dissi.
“Sarebbe inutile tornare fin quando non si sa nulla. Continua il tuo viaggio.” Mi disse.
Ma con quel pensiero l’idea di rilassarmi in quel viaggio, non mi sfiorò neanche.
“Non riesco Tom. Raggiungo tua madre a Monaco.” Gli dissi staccando la telefonata. Chamael! Dove poteva essere finito?
Tornai a casa. Una volta a Monaco raggiunsi Sapphire a casa di Joel, Gellert e Didier, che con discrezione ci lasciò da soli. La donna mi informò di essere stata a Brema dove viveva la famiglia di Chamael.
"Ho trovato sua madre, che mi ha rinfacciare di aver cresciuto male Chamael." Mi disse disperata.
"Per questo non lo vedremo più."
"Quella stronza." Dissi nervoso. "Come possiamo fare per trovarlo?"
"Non lo so. Dopo che ho lasciato casa di Chamael mi ha raggiunto una ragazzina dicendomi di essere la sorella. Mi ha detto che l'anno tenuto lontano da tutti prima che lo portassero via e che non sapeva dove lo portavano. Ha lasciato detto ai suoi amici che sta bene. Però anche lei era scossa e piangeva."
"Deve essere successo qualcosa di brutto." Dissi sempre più ansioso.
"Ha quattordici anni non può non andare a scuola. La dirigente del Sanra Maria, mi ha detto che lo hanno ritirato ad agosto. A noi è stata Fiaele ad avvisarci che chamael non ha iniziato l'anno."
Avevano fatto in modo che la cosa non venisse notata ritirandolo ad agosto. Che avessero aspettato che io andassi via del collegio? "Zia Saffi io mi sono preso un anno sabbatico, potrei girarmi tutta la Germania e limitrofi, cercherò in qualsiasi istituto, scuole medie e superiori."
"Ci vorrà molto Raziel." Mi disse zia.
Non me ne importava. “Tutto il tempo che ci vorrà. Non dovevano portarmelo via, il mio Chamael, sono sicuro che gli hanno impedito di avere contatti. Lui non mi avrebbe mai escluso da nulla, nulla!" Dissi stringendo i pugni. Avrei voluto piangere, mi avevano strappato il mio Chamael e iniziavo solo in quel momento a metabolizzare.
"Forse non è qui a Monaco, se sono furbi lo terranno lontano dalla Baviera. Andrò in Sassonia, comincerò a cercare nelle scuole di Brema, tutte anche quelle dei paesi da cento anime. Non voglio lasciare nulla al caso." Dissi. Se non lo avrei trovato lì avrei cercato aDresda, in Lipsia, o Dortmund, ovunque. Dovevo ritrovarlo, lo immaginavo solo e spaventato a nascondersi sotto un lavello per scappare a quel mostro di sua madre.
"Sua madre gli ha fatto sempre del male. Non doveva tornare da lei." Dissi alla zia fissandola.
Sussultai. Piangeva. "Credi che non lo sappia?" Mi disse. "Lui aveva scelto noi! Ha seguito le volontà di Stefan e a undici anni ha scelto di stare definitivamente con noi. Ma voleva tornare almeno una settimana l'anno dalla sorella minore." Disse coprendosi il viso fra le mani. "Non potevo negarglielo. Capisco Raziel."
Lo capivo. Anche se per andare da sua sorella il lo avevo perso. Avevo permesso che gli facessero del male. Perché mi sentivo che era andata così.
"Ti capisco. Ma adesso vai zia Saffi, torna a Londra. Qui ci penso io. Mi farò una mappa di tutte le scuole di tutti i paesi tedeschi, visto che sono a Monaco potrei controllare qui nonostante i miei dubbi."
"Lascia." Intervenne per la prima volta Joel. Era stato in cucina con Gellert e Didier, ma probabilmente ci avevano ascoltato. "Qui a Monaco ci penso io, dimmi come dobbiamo muoverci e lo facciamo."
"Io studierò alla Freie di Berlino, se serve posso cercare lì." Disse Didier spuntando fuori con la testa. "Se ci dici cosa fare noi aiutiamo.
"Non sei solo Raziel." Concluse Gellert raggiungendoci col computer. "Che ne dite se facciamo una selezione di tutti i paesi limitrofi le grandi città e le scuole? Credo che per quanto si sia ritirato, Chamael riprenderà la scuola da dove l'aveva lasciata."
"Quindi la prima superiore?" Chiese Didier.
"La seconda." Lo corresse Sapphire.
"Le scuole superiori sono tutte nella grandi città, o in quelle con almeno un numero di abitati alto." Ci disse Gellert. "Quindi i piccoli paesi si possono già escludere." Disse aprendo il pc e lasciando aprire il motore di ricerca. "Vi faccio un esempio. Questo è Straßlach, un paese sul fiume Isar. Come potete vedere ha una sola scuola elementare e medie. Wursen col doppio degli abitanti ha sempre una sola scuola media ed elementare, ma con due asili."
“Scuole private?” Chiese Joel.
“No, niente. Per questo genere di scuole dovremo andare via verso Unterhaching che ha almeno venticinquemila abitanti troviamo già molte più scuole.”
“Quindi dobbiamo prima fare una selezione delle scuole.” Affermai ringraziando il cielo per la pignoleria di Gellert.