Mi piaceva definirmi una ragazza ottimista e alla mano. Ero cresciuta in una famiglia irlandese molto tradizionalista. Mamma e papà avevano seguito la tradizione di famiglia tenendo viva la panetteria degli O'Malley a Belfast in Irlanda.
Ero l'ultima di quattro figli, cresciuta tra farina e pagnotte di ogni tipo. Durante la mia adolescenza avevo iniziato ad aiutare al forno con mia sorella Cassidy e i gemelli James e Joy. A ruota la notte lavoravamo il pane con papà viceversa chi faceva il turno di giorno lo vendeva con mamma.
I nostri genitori non ci avevano mai fatto mancare niente e quando i gemelli, miei fratelli maggiori, avevano chiesto di poter rilevare la panetteria da grandi i nostri genitori non avevano potuto rifiutare.
Io avevo l'attitudine a preparare più i dolci, mia passione segreta. Mentre Cassie non era portata per il forno, dei quattro O'Malley lei era quella che seguiva la contabilità.
"Se alla zia rena va bene." Rispose infatti mio padre. Non chiese un'opinione a me o Cassie quando rispose ai miei fratelli.
"In realtà Shawna è interessata. Potremo subentrare noi tre benissimo, sappiamo che la vita del forno è sacrificata e se lo rileviamo voi sarete liberi." Disse Joy.
"Se lo vendessimo già non potremo comunque andare in pensione." Disse mamma.
"Vi assumiamo ovviamente, voi e la zia Rena." Disse mio fratello James. Compresi che c'era sotto qualcosa quando percepii la fretta di mio fratello a voler diventare socio.
Aveva otto anni più di me e dopo le scuole superiori non era andato al college continuando invece a lavorare al forno. Joy invece aveva proseguito, si era laureato in economia aziendale anche se il suo lavoro era stato sempre al forno. Cassidy, quattro anni poi grande di me aveva seguito lo stesso percorso di mio fratello. Scuola superiore, college e poi lavoro. Quando era stato il mio momento di decidere, avevo scelto di non proseguire per l'università. A diciotto anni sapevo di essere destinata a lavorare in panetteria. Almeno fino a quel momento, i miei fratelli volevano rivoluzionare tutto.
"Perché tutta questa fretta?" Chiesi indispettita, se loro prendevano la panetteria e assumevano i nostri genitori, io e Cassie saremo rimaste senza lavoro.
"Secondo me Ida gli mette fretta." Affermò Cassie nominando la fidanzata di nostro fratello James.
Lo pensavo anche io.
"In realtà...." Intervenne Joy arrossendo. "Tara è incinta. Sono io ad avere fretta."
Tutti noi lo fissammo sbalorditi. Mamma e papà subito si fiondarono su di lui per fargli gli auguri, anche io ero felice. Tuttavia questo significava che non avrei avuto un lavoro. Joy metteva su famiglia e se prendeva la panetteria diceva a maggior ragione stringere sul personale.
"Se la transizione della panetteria andrà a buon fine chiederò a Ida di sposarmi. Ma non ho fretta." Disse James facendo il verso a Cassie.
Non dissi altro. La mia famiglia aveva dei progetti e se fossi stata l'unica a dissentire non ne saremmo usciti. Anche se stava a papà e zia Rena decidere in realtà.
Se si pensava che la zia ultimamente era poco presente per la sua artrosi alle mani, il dado era tratto. Papà aveva esultato quando Joy aveva annunciato l'arrivo del suo primo nipote. Qualunque uomo di cinquantacinque anni viveva per quel momento. Diventare nonno!
"Abbiamo pensato a tutto." Disse Joy tirando fuori dal libro contabile due documenti. Ne passo uno a Cassie e l'altro a me.
Lessi attentamente il foglio e la lettere che l'accompagnava.
Richiesta di ammissione alla Westminster Kingsway College, School of Hospitality and Culinary Arts? Cosa? Era uno scherzo?
“Sono stata ammessa alla London business school.” Urlò Cassie al mio fianco. “Oh Dio! Londra… mamma tu lo sapevi?”
Mamma alzò le mani. “Si queste cose qui le sapevamo, anche se non avevamo compreso il fine quando Joy me l’ha detto.”
“Non capisco.” Dissi finalmente. “Non voglio andare al college.” Lo sapevano tutti. A giugno mi sarei diplomata e poi basta. Non amavo molto studiare.
Mia madre fece una smorfia prendendo uno dei panini dolci che avevo fatto. Avevo trovato la ricetta su Internet ed erano davvero buoni, peccato che non si vendevano. Stava per dirmi che non ero brava? Per questo il college. “Tu sei portata per la pasticceria e io non posso insegnartela Patty.” Disse mamma. “In realtà ero titubante a mandarti a Londra, ma se ci sarà anche Cassie sarò più tranquilla.”
Scuola di pasticceria? Osservai la domanda, dopodiché aprii la lettera della Westminster Kingsway.
“Gentilissima signorina Patricia Eden O’Malley, la informiamo che la sua domanda alla scuola di pasticceria presso il nostro istituto è stato approvata…” Lessi tutto d’un fiato.
Mi sentii afferrare per le spalle da Cassie. “Andremo a Londra. Partiamo per Londra.” Era molto eccitata e anche io iniziavo a provare la sua stessa euforia. Lessi di nuovo la lettera e ciò che seguiva. Avrai avuto la possibilità di essere seguita da chef stellati, inoltre la scuola aveva collaborava con ristoranti esterni per stage, sia in Gran Bretagna che all’estero. Era una grande organizzazione e io sarei potuta uscire da quella scuola come una rinomata pasticciera.
“Abbiamo pensato…” Disse James. “Che se mamma e papà ci lasciano il forno, non saremo in grado di darvi la vostra quota in questo momento. Non tutta almeno.” Ci spiegò.
“Potremo però pagarvi le annuali rette scolastiche e la caparra di un affitto.” Disse Joy. “Scriveremo tutto nero su bianco, mamma e papà anche firmeranno come testimoni. Sempre se a voi sta bene.” Ci dissero.
“Aspettiamo di vedere cosa ne pensano mamma, papà e la zia Rena.” Gli dissi più pragmatica di Casie che già si immaginava a Londra.
L’idea di partire eccitava anche me. Ma non volevo illudermi.
“Giusto, aspettiamo di sentire la zia Rena.” Disse mamma sapendo che la decisione spettava alla zia e papà. Noi potevamo solo essere spettatori di quegli eventi.
Mamma sicuramente non vedeva l’ora di dedicarsi al futuro nipote e io dovevo diplomarmi. Pensare al presente anziché ai sogni.
Un mese dopo la proposta dei gemelli, mamma e papà cedettero il forno ai gemelli. Cassidy inoltre si anticipò andando a Londra per cercare un appartamento che potesse ospitarci.
A fine agosto, prima della nostra partenza Joy e Tally si sposarono, lei aveva un pancino bello grande ed era al sesto mese di gravidanza. Ballammo e cantammo per tutto il giorno, fu una gioia per tutte le nostre famiglie.
Poco dopo il matrimonio anche io lasciai Belfast con Cassie. Il nostro appartamento si trovava tra City e Westminster. Non era molto grande, ma fin quando entrambe avevano la nostra stanza e quindi la nostra libertà andava bene. Iniziarono così i miei tre anni di pasticceria presso la Westminster Kingsway schools.
Tutto filava liscio. Il primo anno tornammo a casa per conoscere Alexander, il figlio di Joy e Tally. In estate invero ero partita per il mio primo stage, restai a Parigi per tre mesi ed appresi tutto ciò che mi era possibile dai maestri pasticcieri. Poi a ottobre venni richiesta la mia presenza da uno chef dell’ultimo anno,. Fu così che entrai nel team di Raziel Keller.
Lui era bellissimo e uno chef eccellente, io a differenza dei suoi sottoposti non lo temevo, poiché il corso di pasticceria era una branchia della cucina e non erano collegati. Così come cercavo di conoscere tutti gli chef, lo facevo anche con lui, fino ad arrivare a sfidarlo.
“Questa sera cucina per noi!” Dissi.
E vederlo all’opera mi aveva colpito così tanto da farmi tremare il cuore e le viscere. Raziel Keller cucinava col sorriso sul volto, le mani si muovevano sul cibo come un pianista sui tasti del suo strumento. Tutto l’amore che provava per il suo lavoro era nei suoi piatti che al palato erano divini. Aveva ragione, erano i suoi piatti a parlare per lui, non aveva bisogno di parole per farsi conoscere.