Introduzione

508 Words
Introduzionea cura di Anna Cascone Poco noto al pubblico italiano, se non per qualche romanzo storico, il binomio letterario Erckmann-Chatrian ha prodotto numerosi racconti di genere fantastico. Eco lontana di Hoffmann e Poe, le storie che propongo mescolano il sonno e la veglia, l’umano e la bestia, l’istinto e la ragione, la luce e l’ombra. Protagonisti sono fantasmi, sonnambuli, telepatici, visionari dediti al consumo di oppio e vino. A fare da sfondo a queste novelle velate da una sottile ironia, ammirate dallo stesso Lovecraft e imitate dai successori del genere fantastico, è il fascino di un mondo semplice e ingenuo, quello dell’Alsazia e della Lorena, terra d’origine dei due autori. I due racconti che aprono il volumetto sono tratti da Contes de la montagne (1873). “Il violino dell’impiccato” celebra la forza dell’ispirazione che spesso deriva dalle situazioni più infelici e disperate; “L’eredità di zio Christian” narra delle strane visioni di un giovane assetato di potere e denaro. Le quattro novelle successive fanno parte di Contes populaires (1884). “L’occhio invisibile” ha per protagonista una vecchia megera che induce al suicidio gli occupanti della camera di una locanda. “Il borgomastro imbottigliato” racconta di un avvinazzato posseduto dallo spirito di un uomo defunto. “Il requiem del corvo” esalta la ridicola ossessione di un uomo di genio, senza tralasciare le origini spesso umili e miserabili delle grandi opere d’arte. Ne “La treccia nera” il protagonista, in preda a qualche sostanza allucinogena, rischia di morire soffocato da una ciocca di capelli appartenuta a una misteriosa donna. “La regina delle api” e “Il cabalista Hans Weinland” sono contenuti in Contes des bords du Rhin (1862). Nella prima storia, la giovane protagonista, forse dotata del potere della telepatia o semplicemente empatica verso le api, è in grado di comunicare con questi insetti industriosi. Nella seconda novella, il protagonista, seguace della cabala e delle filosofie orientali, soffre di allucinazioni dovute al consumo di oppio. Gli ultimi quattro racconti che chiudono la raccolta sono tratti da Contes fantastiques (1860). “Tra due vini” evidenzia con ironia le allucinazioni causate dal consumo del nettare tanto caro a Bacco; “L’orologio del decano” mette in scena un furto avvenuto in circostanze misteriose, il cui artefice risulta essere un uomo nittalope dai tratti felini; “Hans Storkus” è un incompreso e visionario paleontologo che uccide la moglie in preda a un raptus di follia; “L’orecchio della civetta” ha per protagonista un uomo ingegnoso dall’aspetto buffo che inventa un apparecchio in grado di percepire le più piccole sonorità del mondo sotterraneo. La raccolta può essere considerata come un mosaico letterario composto da dodici piccoli frammenti che costituiscono un universo a sé tutto da scoprire, fatto di enigmi, false piste, suspense, dissimulazione, mistero; uno scrigno prezioso di storie che spiazzano il lettore trascinandolo in un mondo irreale, in un vortice che mescola il fiabesco, l’apologo, il fantastico, il gotico, il poliziesco, la cronaca, l’estetica della crudeltà e della violenza fisica.
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