XVI Tenebre Mi intrattenni davanti alla pietra tombale di Andrea ancora per diverso tempo, poi decisi che era meglio tornare alla macchina. Uscendo incrociai un paio di signori, fiori in mano, che raggiungevano le proprio tombe di famiglia. Non li conoscevo, ma entrambi mi lanciarono occhiate composte ma insistite. Probabilmente avevo una faccia da far paura. Mi soffermai nel piazzale con il sole che mi cadeva da un lato, e guadai avanti. Vedevo casa mia e vedevo il bosco maledetto, da una visuale ampia e lontana. Da una parte c’era tutto il mio passato, la mia casa, i miei ricordi di bambino; dall’altra l’impenetrabile oscurità del bosco, i suoi rumori, i suoi odori, i segreti che nascondeva. La paura. Non ne ero ancora totalmente infestato, ancora scosso da prima, con la sensazione d

