“Certo” disse Aramis “io non mi nascondo la bellezza di questa tesi, ma debbo pur tuttavia riconoscere che è troppo grave per me. Io avevo scelto questo testo; ditemi, mio caro D’Artagnan, se vi piace: ‘non inutile est desiderium in oblatione’, o ancora meglio: un po’ di rimpianto non è fuor di luogo in un’offerta al Signore.” “Alto là!” esclamò il gesuita “questa tesi sfiora l’eresia: c’è una proposizione quasi simile nell’’Augustinus’ dell’eretico Giansenio il cui libro sarà presto o tardi bruciato per mano del boia. State attento, mio giovane amico; voi inclinate verso le false dottrine e vi perderete.” “Vi perderete” confermò il curato scotendo dolorosamente il capo. “Voi ponete il dito su quel famoso punto del libero arbitrio che è uno scoglio mortale, accostate di fronte le insinu

