Il mangtas di Tetrakon La galleria sotterranea proseguiva per chilometri, cadenzata da torce su sostegni metallici poste molto in alto, su una sola fila e a decine di metri le une dalle altre. Si allargava e si innalzava passo dopo passo, nascondendo le volte arcuate per lunghi tratti. I sostegni di legno alle pareti avevano lasciato il posto a soffitti di pietra mentre pesanti lastre formavano la pavimentazione e sostenevano lateralmente l’intera struttura. Alcune ampie grotte contenenti catasti di legna comparivano ora ai lati del tunnel. L’ambiente, nonostante le torce, rimaneva buio, tetro e ammantato di silenzio. Camminavano a ridosso delle pareti con la netta impressione che quel luogo fosse stato costruito per il passaggio di esseri di proporzioni decisamente maggiori rispetto

