Prologo

889 Words
Prologo Mio padre me lo aveva sempre detto che avrei capito subito quando la donna giusta per me sarebbe arrivata. Era un uomo molto saggio, mio padre. Quando ciò avvenne, non ebbi alcun dubbio, perché il processo, a dire il vero, non richiese il minimo sforzo. Semplicemente, caddi ai suoi piedi, perché il mio cuore la riconobbe all’istante. Era la donna giusta per me. In teoria, avrei dovuto conoscerla da anni. Era venuta a vivere con sua nonna a Blackstone Island, dopo la morte dei suoi genitori in un incidente d’auto. Una ragazzina di quindici anni, devastata, che lottava per trovare una collocazione in un mondo così diverso da quello da cui proveniva. Tentava di adattarsi a una nuova vita in un nuovo posto: un’isola turistica per ricchi, di un centinaio di chilometri quadrati, di fronte alla costa del Massachusetts, in cui sua nonna lavorava come governante nella tenuta Blackwater, l’antica proprietà della nostra famiglia. La verità, però, era che avevo solo sentito parlare di lei. I nostri cammini non si erano mai incrociati, che io mi ricordi, o forse sì. A quel tempo visitavo l’isola di rado, perché avevo ventitré anni ed ero un giovane dirigente uscito fresco fresco dalla Harvard Business School, dove avevo imparato tutto quello che potevo sugli affari di famiglia. Viaggiavo per il mondo: di giorno, godendomi l’eccitazione per i lucrosi affari conclusi durante le riunioni dei consigli di amministrazione; la sera, socializzando e concludendo affari di altro genere. Lavoravo duramente a entrambi. Storie, flirt e avventure di una notte venivano e andavano senza che mi voltassi mai indietro. Volti senza nome e incontri dozzinali riempivano le mie notti ogni volta che lo volevo. La normalità presto divenne quella delle feste notturne metropolitane, piene di squali pronti a contendersi un pezzo della torta. Abbracciai ogni aspetto di quella vita: ricchezza, favori sessuali e anche una certa notorietà dovuta al mio nome, il tutto raccolto con estrema facilità. Dopo otto anni, avevo già il mondo ai miei piedi e continuavo ad ammassare una cospicua fortuna personale e a incrementare le casse di famiglia. O così pensavo. C’era qualcosa che mancava nella mia vita, anche se ancora non sapevo cosa; poi, arrivò lei. Quando realizzai chi fosse veramente, e come il destino mi avesse giocato l’ultimo scherzetto, era ormai troppo tardi. Lei mi aveva già completamente stregato e non aveva nemmeno la più pallida idea di chi fossi io e di quali legami ci fossero tra noi. Forse era questo che la rendeva così pericolosa. Non lo sapevo e non me ne importava, perché non faceva la minima differenza, per me. La volevo con un desiderio istintivo e primordiale che riuscivo a malapena a capire. Eppure, abbracciai questo desiderio con tutto il mio cuore, perché ero incapace di fare altro. E come avrei potuto? Mi aveva incantato. Una volta che il mio cervello riuscì a mettersi in pari con il cuore, non fu facile accettare questa nuova realtà sconosciuta. Ignoravo cosa volesse dire provare per una donna dei sentimenti che andassero oltre la curiosità di sapere se e quando avremmo scopato. All’inizio, lottai contro quell’idea e per diversi motivi. Lei era troppo giovane, tanto per cominciare, e poi mia madre non avrebbe mai approvato la nostra unione. Inoltre, altri appartenenti al mio mondo l’avrebbero probabilmente masticata e risputata distruggendone la dolcezza. Però, ben presto, mi accorsi che al mio cuore non importava una sega di tutte quelle ragioni. Il cuore desidera quello che gli pare, e avevo capito che tutto quello che il mio voleva era racchiuso nello scrigno chiamato Brooke Ellen Casterley. La morte di mio padre, devastato da un cancro, fu un’epifania per me e per i miei fratelli. I soldi possono comprare moltissime cose, ma non possono di certo evitare che il Tristo Mietitore, livellatore di destini, sferri la sua falce su di te, se è il tuo momento. La ricchezza non vale nulla quando è solo qualche zero del cazzo in più sul bilancio annuale; non fa alcuna differenza per le vite ormai vissute. Che importa se sei ricco o povero quando muori? Tutti lasciamo questo mondo nello stesso modo in cui vi siamo entrati, cioè soli e senza nulla. Questo finalmente compresi. «Deve esserci di più nella vita che fare soldi, figliolo» mi disse lui, alla fine. Mi prese la mano e me la strinse con tutta la poca forza rimasta, per farmi capire l’importanza delle sue parole. Aveva dei rimpianti e voleva condividere con me quello che aveva imparato, per non farmi commettere gli stessi errori. Lo capii benissimo. Il valore fondamentale che mio padre provò a insegnare a me e ai miei fratelli fu l’idea di famiglia. La famiglia aveva la priorità su tutto, perfino sul denaro. «Prenditi cura della tua famiglia, Caleb, e la ricchezza crescerà da sé» mi disse. Alla fine della fiera, quello che contava davvero era solo una famiglia forte da portare avanti e far crescere. I Blackstone erano sull’isola da quando il Mayflower era approdato sulle coste selvagge dell’America, dopo una rischiosa traversata dall’Inghilterra. In qualità di figlio maggiore, era compito mio assicurarmi che rimanessero su quell’isola per, almeno, altri cento anni. Il mio piano, per portare a termine il mio compito, includeva lei. Non avrebbe funzionato in nessun altro modo, per quel che mi riguardava. Lo capii la prima volta che il fuoco dei suoi occhi mi incendiò, dall’altra parte della stanza. Lo sentii fin dentro le ossa. Avrei sposato quell’incantevole ragazza inglese e sarebbe stata mia.
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