Nicholas Russo servì da bere alle bebecite che si scatenarono, felici, muovendosi al ritmo della trap, dentro i vestiti stretti che mostravano la perfezione dei corpi giovani e la voglia di reclamare un posto in quel mondo.
«I randa stanno spingendo le rocce nei parcheggi», comunicò il Carlito, porgendo a Manny un bicchiere pieno di bollicine.
«Alti livelli. Godiamoci la serata e lasciamoli lavorare», rispose lui, facendo tintinnare il calice. «È il loro momento, noi abbiamo già dato sul marciapiede… Oh, ma quanto è fresca ’sta chain?», aggiunse, mostrando la collana.
«Spinge, fratello. L’ho sgamata mentre schiacciavamo le sbarbate. Roba grossa, faceva più casino quella delle molle sotto il materasso», risero.
«Cuban link, chico. È così che va».
Nicholas era un fratello oltre il senso
