Capitolo 2

516 Words
2 Peter Sara è insolitamente silenziosa, mentre lasciamo la clinica, con le esili dita fredde nella mia stretta, e capisco che si sta nuovamente concentrando sui dubbi che ha su di noi, con la mente iperattiva che analizza tutte le ragioni per cui ciò che stiamo facendo è sbagliato e non può funzionare. Vorrei poterla rassicurare, spiegarle la mia nuova idea e dirle che ha solo bisogno di essere paziente, ma non voglio fare promesse che potrei non essere in grado di mantenere. Ci sono così tanti strati nel mio piano, così tante parti in movimento, che le probabilità di fallimento sono maggiori di quelle di successo. Se accetto l’offerta da cento milioni di dollari di Danilo Novak per eliminare Julian Esguerra, io e la mia squadra avremo a che fare con l’uomo più pericoloso che conosca. In circostanze diverse, non prenderei nemmeno in considerazione l’idea. Esguerra ha giurato di uccidermi per aver messo in pericolo la moglie al fine di salvarlo, ma prima di ciò ho passato un anno a lavorare per lui come consulente di sicurezza per ottenere la lista delle persone coinvolte nel massacro della mia famiglia. Conosco il trafficante d’armi colombiano; ho visto quanto sia violento e senza pietà. La sua organizzazione ha spazzato via uno dei gruppi terroristici più letali della storia, e ha fatto cose indicibilmente crudeli ad altri nemici. Con la sua enorme ricchezza ed i contatti nei governi di tutto il mondo, Esguerra è praticamente intoccabile, con la tenuta nella giungla amazzonica che è l’equivalente di una fortezza militare. Ed è per questo che Novak mi ha offerto tutto quel denaro: perché nessun uomo sano di mente sfiderebbe qualcuno così potente e spietato. L’unica ragione per cui sto pensando di attuare il mio piano è Sara. Devo farmi perdonare per l’incidente che l’ha quasi uccisa. Devo fare tutto il necessario per darle la vita che merita. Anton è già sull’aereo, quando io e i gemelli saliamo con Sara, e non appena la assicuro al sedile, decolliamo. È un volo di quattordici ore per il Giappone, quindi una volta in volo, rimuovo le scarpe da ginnastica di Sara e l’avvolgo con una coperta, sperando che possa sentirsi a proprio agio e fare un pisolino. Io stesso non ho dormito molto dopo l’incidente, ma voglio che riposi e guarisca. Mi guarda con i suoi occhi color nocciola, mentre raggiungo il portatile e chiedo: "Hai fame, amore mio?" Abbiamo fatto colazione prima di lasciare la clinica, ma ha mangiato poco, così ho portato dei panini extra per il volo. Scuote la testa. "Sto bene, grazie." La sua voce è melodiosa e un po’ roca—una voce da cantante, ho sempre pensato. Vorrei ascoltarla per sempre, sia che parli, sia che canti una delle canzoni pop che ama. Soprattutto, però, voglio sentirle cantare una ninna nanna al nostro bambino, in modo che sappia di essere al sicuro e amato. Mi sforzo di allontanare quell’idilliaca immagine. Non posso pensare a creare una famiglia con Sara ora... non quando ho un compito così pericoloso davanti a me. È solo un bene che Sara non sia incinta, e finché non avremo superato questi guai, mi assicurerò che non lo sia.
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