L'isolamento
Era una bella giornata di maggio, ricordo bene il sole finalmente caldo che illuminava il cortile, il ponte della nave fantasma, e il profumo d’estate che arrivava anche da noi, condannati ad una lunga, gelida ed invernale stagione dell’anima.
Avevo organizzato un piccolo torneo di calcio, dato il bel tempo e, come ormai accadeva da sempre, fui quasi costretto a fare anche da arbitro; a essere sincero ne ero lusingato, dopo nove anni avevo acquisito il rispetto e la stima di tutti i miei compagni e delle guardie, che partecipavano talvolta ai miei giochi, durante le loro ore di pausa. Ero considerato la persona più corretta e adatta al ruolo di arbitro e avevo anche giocato da ragazzo in una squadra di provincia piuttosto forte.
Quel giorno, però, ero preoccupato, per
