Capitolo 6

2343 Words
Mi guardo allo specchio, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, coperti dal tessuto di un abito rosa antico. «È per te.»-Louis compare alle mie spalle, lasciando un bacio tra i miei capelli, mentre mi porge un regalo impacchettato per bene. Faccio per dirgli che non avrebbe dovuto spendere un centesimo per regalarmi qualcosa, ma mi interrompe prima ancora di poter fiatare. «Dai, aprilo.»-mi incita, quindi lo accontento, spalancando le palpebre quando mi ritrovo davanti un vestito elegante e lungo fino alle ginocchia. Non sono abituata a indossare abiti del genere, anzi, non sono proprio abituata a indossare abiti, ma il rosa del tessuto è così dolce che mi porta a innamorami completamente dell'indumento. «Grazie.» Piego le labbra in un sorriso, sentendomi immediatamente in colpa per non aver chiamato già Louis, quindi decido di prendere il telefono, prima di uscire dalla stanza per incontrare le amiche che non vedo da anni. Mi avvicino alla finestra con il cellulare in mano, per poi stringermi nel cappotto caldo, mentre lascio entrare l'aria dall'apertura. Ho sempre amato il brutto tempo: la pioggia e il freddo mi fanno venire voglia di sdraiarmi sul divano con una coperta addosso e una tazza gigantesca di cioccolata calda, ma il lavoro e i gemelli non mi darebbero mai il tempo di riposare, e non posso mangiare la cioccolata calda, dato che a Louis piace il mio corpo fine. «Amore.»-Louis soffia dall'altra parte della linea, facendomi sbucare un sorriso per la voce assonnata. «Ti ho svegliato?»-mordo l'interno della guancia, mentre continuo a fissare il paesaggio triste degli alberi sparsi fuori dal piccolo appartamento dei dipendenti. Ho più volte proposto ai miei genitori di prendere una casa tutta per loro, e lo stesso hanno fatto Clelia e Tom, ma i miei genitori non vogliono abbandonare questo posto. E nemmeno io, a dire il vero, vorrei lasciare questa stanza stretta e accogliente: mi rivolgo verso l'interno della stanza, guardando verso il letto singolo, dove ora dormono Noah e Ryan, quasi abbracciati per la vicinanza. Se ne vanno tutti tranne Alex, il che mi mette a disagio. Sono già le nove di sera, gli altri se ne sono andati da due ore, e non abbiamo ancora finito di ricopiare il testo. Ho sonno, voglio dire ad Alex di andarsene e di smetterla di studiare le mie cose private invece di aiutarmi, ma mi alzo all’improvviso quando lo vedo sdraiato sul mio letto con in mano il mio diario. «Ehm… no, quello no!» Mi avvicino per prenderglielo, ma si alza di scatto e si avvicina alla scrivania, mentre comincia a sfogliarlo. Come ha fatto a trovarlo? «Alex, ridammelo!» Faccio per riprenderlo, ma alza il braccio. Mi alzo in punta di piedi e poggio una mano sulla sua spalla, facendo piccoli saltelli. «Mi senti?»-ritorno alla realtà, sobbalzando quando la voce di Louis mi richiama. «Sì, come stai?»-chiedo per cambiare discorso, mentre ritorno a guardare il tempo scuro fuori dalla finestra. «Mmm, mi manchi.»-rido alla sua tenerezza, mentre immagino le sue guance arrossire. È un uomo assai romantico e non c'è giorno in cui non prova a sorprendermi o rubarmi un sorriso, il che mi porta ad ammirarlo ancor di più. «Anche tu.»-ammetto, anche se è passato solo un giorno da quando ho lasciato l'Italia. «Spero tu possa ritornare il più presto possibile.» Abbasso gli occhi, capendo cosa voglia dire in realtà, quindi mi lascio sfuggire un sospiro, umidificando le labbra con la lingua. Continuo a pensare che sarebbe stato meglio parlare con quello stronzo ieri, se non di mattina, almeno di pomeriggio sarei potuta andare alla villa, ma il primo incontro non è stato così piacevole. Stammi lontana. Chiudo gli occhi, mentre le sue parole rimbombano tra i miei pensieri, facendomi venire un mal di testa, mentre stringo i denti e cerco di scacciare dalla testa Alex almeno per i cinque minuti in cui parlo con Louis, ma solo ora capisco che chiedergli il divorzio sarà molto più difficile di quanto avevo immaginato e programmato. Avrei dovuto capire cosa ci fosse dietro a tutta quella fretta di sposarci, ma ho preferito fare la finta tonta e credere alle sue bugie, piuttosto che insistere di avere delle spiegazioni, soprattutto prima di sposarci ufficialmente nel Town hall di Sydney. «Ci parlerò stasera.»-ammetto, iniziando a picchiettare la punta del piede sul pavimento, per poi concludere: «Non l'ho incontrato, finora.»-lo mento spudoratamente, non potendo dirgli di non essere riuscita a parlare ad Alex. «Avrei dovuto accompagnarti.»-dice convinto, riprendendo il discorso che più volte abbiamo affrontato prima che decidessi di partire. Alzo gli occhi al cielo, ma non lo interrompo quando riprende subito dopo a parlare: «La mia presenza avrebbe semplificato le cose.»-sembra quasi che abbia capito la bugia che ho sparato, ma mi affretto a contraddirlo: «La tua venuta avrebbe complicato tutto.»-ingoio la saliva, per poi schiarirmi la voce e concludere con un tono basso: «Alex non sa che viviamo insieme.»-mi confido con lui e posso immaginare la sua espressione confusa. «Ed è meglio così.»-sospiro, per poi voltare di nuovo le spalle alla finestra quando uno dei gemelli inizia a lamentarsi, ma capisco immediatamente che si tratti di Noah, prima ancora di accertarmene. «Noah si è svegliato!»-ringrazio mentalmente mio figlio, quindi mi avvicino al letto senza dare il tempo a Louis di salutarmi. Noah allunga la mano per afferrare il cellulare, mentre mi accerto che l'altro stia ancora dormendo, per poi lasciare la stanza è chiudere la porta alle spalle. «Buongiorno!»-la voce pimpante di mia madre mi fa saltare sul posto e ricambiare il sorriso. «Buongiorno anche a te.»-le do un bacio duraturo sulla guancia, il che la stupisce: «Oh! Siamo di buon umore, stamattina.»-mi osserva attentamente dalla testa ai piedi, mentre mi trattengo dall'alzare gli occhi al cielo e dirle di abituarsi del mio nuovo modo di vestire. «Stai andando da qualche parte?»-chiede, più curiosa di quanto non dia a vedere. «Tiara mi ha invitata a uscire.»-dico, mentre mia madre si avvia verso la cucina. «Ora?»-chiede con un'espressione confusa, mentre la seguo, annuendo. «Strano.»-insiste, estraendo dal frigorifero una gustosa, gigantesca, profumante e invitante torta al cioccolato, che cerco di evitare con gli occhi. «Clelia e Tom sono appena arrivati dall'Australia.»-raddrizzo la schiena, ma infondo non potevano non rivedere loro figlio. Appena mia madre pronuncia i loro nomi, provo una forte sensazione di fastidio, ricordando le parole di papà. Se amano così tanto Sydney da viverci, non potevano scegliere un'altra casa, piuttosto che la mia. Stringo la borsa tra le dita, ma cerco di non far vedere a mia madre la rabbia che provo in questo istante, limitandomi ad alzare le spalle. «Ci sarà anche Jessica e Annarita.»-cambio discorso, mentre i suoi occhi si illuminano: «Almeno passerò un po' di tempo con i miei nipoti.»-batte le mani entusiasta, quindi assumo una smorfia di dispiacere, non volendo rovinare il momento: «Sei sicura di poterli gestire?»-chiedo, abbassando il mento per avvisarla che i miei figli non sono proprio degli angioletti. «Non saranno mica così capricciosi!»-mi rinfaccia di di essere sicuramente capace di tenerli a bada, quindi allungo la mano per darle una pacca sulla spalla: «È quello che diceva anche la prima babysitter.»-sorrido in modo tirato, per poi concludere:«Finora si sono auto-licenziate sette.»-le do le spalle nell'esatto momento in cui Noah e Ryan spalancano la porta della mia camera da letto, facendo il loro ingresso. Parli del diavolo e spuntano i ricci. Alzo gli occhi al cielo quando Noah alza la manina per porgermi il telefono, ma lo fa cascare per terra prima ancora che io possa afferrarlo. «Scusa, mamma!»-si affretta a portare entrambe le mani davanti alla bocca, mentre spalanca gli occhi. «Certo.»-farfuglio tra me e me, riprendendo il telefono dal pavimento per poi trascinarlo vicino alla mia bocca e prendere tra i denti la sua guancia, facendolo scoppiare a ridere, mentre i suoi ricci mi solleticano la fronte. «Cerca di non uccidere nonna Kate.»-gli sussurro vicino al orecchio, mentre lo stringo talmente forte tra le braccia da sentirlo lamentare. Sorrido quando annuisce alle mie parole serio: «Te lo prometto.»-incrocia le dita davanti ai miei occhi, mentre mia madre ride alle spalle, richiamando la sua attenzione. Non appena fugge tra le braccia della nonna, i miei occhi finiscono su Ryan che ha un sopracciglio alzato con aria di sfida, mentre incrocia le braccia al petto. Non appena faccio un passo verso di lui, spalanca leggermente le palpebre e fa per scappare, lanciando un urlo, ma non fa in tempo a superarmi che lo afferro per il gomito e, in una mossa veloce, lo porto in braccio, lasciando un bacio tra i suoi capelli. «No!»-assume una smorfia di disgusto, divincolandosi tra le mie braccia, per poi fermarsi non appena lo faccio scendere lentamente. Rido di nuovo, rivolgendo un'ultima occhiata a mia madre: «In bocca al lupo.»-alzo una mano, per poi voltarle le spalle, ma non mi dà il tempo di aprire la porta e urla alle mie spalle: «Stasera ceniamo alla villa.»-mi fermo ai miei passi di botto, con la mano sollevata a mezz'aria, mentre mia madre continua: «Non possiamo rifiutare l'invito di Tom.»-dice con un tono ovvio, anche se sono sicura che anche lei sappia quanto sia difficile per me sedermi intorno a uno stesso tavolo, con Alex a pochi metri di distanza. Spalanco il portone senza rispondere alle parole di mia madre: stasera avrei dovuto fare altro, avrei dovuto parlare con calma, anche se sarebbe impossibile, ad Alex, per proporgli la mia richiesta. Mi sento a disagio al solo pensiero che Clelia e Tom vogliano rivedermi dopo tanto tempo, e non so con quale coraggio riuscirò a guardarli negli occhi, avendo lasciato la chiesa alle spalle mentre entravo nella macchina di Louis scioccata, ma soprattutto avendoli privati del diritto di sapere dei loro nipoti. Chissà che reazione avranno avuto quando hanno saputo che ho partorito, chissà se qualcuno ha dubitato che potessero essere davvero figli di Louis, piuttosto che di Alex. Stringo la mano di Louis, che sta in piedi davanti a me con gli occhi spalancati, come se provasse lo stesso dolore che anch'io provo in questo momento. «Inspira e spingi, Clara!»-ha le guance talmente rosse che potrebbe prendere fuoco da un momento all'altro, mentre le contrazioni al mio basso ventre si fanno sempre più forti e i capelli si attaccano alla fronte imperlata di sudore. «Come vuoi chiamarlo?»-spara la prima cosa che gli viene in mente, e capisco immediatamente che lo fa per distrarmi, quindi provo a stare al suo gioco, dopo aver lanciato un urlo strozzato. Mi arrendo e faccio per dirgli che non me ne frega altamente al momento: «No... Ah!»-lancio un secondo urlo, continuando a spingere con l'incoraggiamento della dottoressa, mentre Louis riprende a parlare: «Noah è un bellissimo nome!»-imita il mio stesso tono di voce. Dopo la nascita dei gemelli ho passato la notte in compagnia dell'infermiera, mentre ritornavo a guardare le foto dei gemelli scattate da Louis, non vedendo l'ora di poterli prendere di nuovo in braccio. Volevo condividere la mia felicità con qualcuno, ma la sedia affianco era vuota e continuò ad esserlo per i seguenti due giorni. Solo in quel momento ho capito di essere sola, e ho cominciato a pensare a come sarebbe stato bello se quella camera così monotona fosse piena di gente. Immaginavo di avere di fronte mia madre e Clelia che chiacchieravano come fanno le consuocere, mentre Tom e mio padre hanno deciso di andare a prendere un caffè, dato che è davvero tardi. Lui, invece, non è qui, ma solo perché è andato a visitare i gemelli. Mi ha promesso di fare una videochiamata e farmeli vedere attraverso lo schermo del telefono, mentre aspetto impaziente. Ma poi ritornavo alla realtà e notavo che la mia camera era vuota e sullo schermo non appariva Alex, ma Louis. «Eccola!»-non appena scendo dalla macchina, Jessica mi indica, sollevando una mano, mentre Anna al suo fianco allarga il sorriso. Vorrei ricambiare, ma non posso fare a meno di guardare alle loro spalle, mentre l'insegna Eat&Go mi irrigidisce dalla testa ai piedi. Eat&Go è inciso su un rettangolo di legno posto in cima all’entrata. «Ti ricordi questo posto?» mi sussurra ad un orecchio. Non mi guarda, anzi, mi supera per avvicinarsi al bancone e ordinare. Dire che sono sorpresa è un eufemismo. Il mio stupore si trasforma in un sorriso, che si spegne subito non appena lo vedo fissare lo sguardo sul fondoschiena di una cameriera che gli passa di fianco. Mi avvicino alle mie amiche a passo felpato, per poi abbracciare Annarita, essendo l'unica che non ho salutato da quando sono tornata, per poi regalare un bacio sulla guancia a Jessica. «Hai molto da raccontarmi.»-Annarita mi osserva attentamente i tacchi, il che mi mette inizialmente a disagio, anche se mi dovrei abituare a queste reazioni, dato che mi conoscono come un'ammiratrice dei pigiami ridicoli e delle felpe gigantesche. Ci ho messo molto per abituarmi ai vestiti attillati, perché mi sentivo soffocare per quanto mi stringessero la vita, ma poi Louis non ha più smesso di farmi regali del genere, quasi costringendomi a cambiare l'intero guardaroba. I miei acerrimi nemici, però, sono stati i tacchi pumps, tanto che ho finto di perdere il primo paio che Louis mi ha comprato dopo aver partorito i gemelli. L'assenza di Tiara mi fa ritornare in mente le parole di mia madre, quindi non perdo tempo a chiedere a Jessica che fine abbia fatto, mentre ci addentriamo nel ristorante, dove un odore famigliare di pizza ci accoglie, ma mi devo accontentare dell'odore e limitarmi a qualche schifezza verde. *** «Sono a casa!»-urlo per farmi sentire, spaventata del silenzio che regna in questa casa, soprattutto sapendo che ci sono i gemelli. Mentre mi incammino per il corridoio guardo l'orologio intorno al posto, rendendomi conto di aver passato tanto tempo con Jessica e Annarita che sono già le sei del pomeriggio, ma è ancora presto per iniziare a prepararsi per la terribile cena che dovrò affrontare tra poche ore. Corrugo le sopracciglia quando non ricevo alcuna risposta, ma non appena alzo la testa dal polso mi fermo ai miei passi, spalancando le labbra per la sorpresa: «Giulietta...»
Free reading for new users
Scan code to download app
Facebookexpand_more
  • author-avatar
    Writer
  • chap_listContents
  • likeADD