7°
la ferrari è da tamarri
«Ci vediamo la settimana prima della partita, quella di andata» dice Mirco uscendo dallo spogliatoio del Tennis Club Mare e Pineta di Milano Marittima. Alex gli porge il pugno e il collega lo impatta con il suo omologo, ribadendo l’intesa.
Alex Rambaldi, centravanti del più titolato club italiano, e Mirco Molteni, discreto difensore centrale in forza al Parma, qualche stagione fa hanno indossato gli stessi panni, proprio in Emilia. Ma Alex aveva il talento per agghindarsi con stoffe più pregiate, mentre Mirco si era accontentato di issarsi a bandiera lisa di una compagine di provincia.
Dopo i saluti, Molteni si dilegua verso il parcheggio del circolo con in tasca la mezza promessa di Rambaldi. Alex, invece, nei suoi bermuda multicolori accoppiati alla camicia bianca di lino, sterza deciso verso il bar. Un paio di drink è ciò che gli serve per lasciarsi scorrere addosso il set fotografico che lo aspetta.
«Boss, fammi un Negroni» dice Alex al barista pelato di guardia agli abbeveraggi.
«E per me una Caipiroska alla fragola» fa una vocina femminile fuori campo.
Alex mette in campo la voce, dislocando il fuoco della sua attenzione all’estremità opposta del lungo bancone e, squadrando dal basso verso l’alto, individua la proprietaria in: unghie smaltate di fucsia in infradito fiorate, caviglie snelle da ginnasta, gambe abbronzate da surfista, cosce salde da pallavolista, shorts in jeans da ninfetta, ombelico scoperto da danzatrice del ventre, e porca puttana che roba, proprio lì dove lo sguardo si incaglia prima di naufragare nel viso.
Sistemata su uno sgabello alto, come di vedetta, Vanessa Vaniglia lo sta aspettando al varco.
«Ma tu ce l’hai l’età per bere?» le chiede Alex accomodandosi al suo fianco.
«Ho l’età per fare quasi tutto.»
«Che sarebbe?»
«Diciassette.»
Alex butta un’occhiata al barista, impegnato a combinare i liquori, persuadendosi che il terzo incomodo non abbia captato il compromettente dato anagrafico.
«Ma quasi diciotto, giusto?» chiede Rambaldi.
«Quasi sedici» dice lei. «Li ho compiuti il mese scorso.»
«Sembri più grande.»
«È un complimento?»
«È una giustificazione.»
«E tu?»
«Io cosa?»
«Quanti anni hai?»
«Trenta.»
«Solo trenta?»
«Trenta e lode.»
«Grazie per l’autografo di prima.»
«Farei di tutto per i miei tifosi.»
«Mio fratello non è un tuo tifoso.»
«Ah no?»
«Tiene per il Milan.»
«E il cappellino?»
«L’ha rivenduto a un suo amico per trenta euro.»
«Vale solo trenta euro la mia firma?»
«Dieci» fa lei. «Il cappello è costato venti.»
«Piccolo bastardo.»
«Non è colpa sua.»
«Di chi è?»
«Mia.»
«Tua?»
«Gli ho chiesto io di farsi fare l’autografo.»
«E perché?»
«Secondo te, bomber?»
Secondo te, bomber. Secondo te, bomber. Secondo te, bomber.
L’ultima battuta di Vanessa gli rimbomba fra timpano e martelletto, rimbalzandogli nel cranio in un ping-pong fra parete frontale e occipitale, con l’effetto collaterale di provocare un danno transitorio ai centri responsabili della produzione della parola. Alex ne ha incontrate parecchie di arrampicatrici sessuali disposte a tutto pur di conquistare lo scalpo più prestigioso, ma questa sfacciata dai capelli Johnson & Johnson e i denti storti è la George Best delle seduttrici. Dribbling e contro-dribbling da perderci la testa.
«A proposito» continua lei «perché ti chiamano bomber?»
«Perché faccio tanti gol.»
«E quanti ne hai fatti quest’anno?»
«Una ventina» dice Alex.
«A me sembrava undici» fa il barista pelato servendo i due drink.
«Undici solo in campionato» precisa Alex infastidito dall’intervento a gamba tesa dell’intruso. «Più due in Coppa Italia e uno nelle coppe europee. E devi contare anche quelli in Nazionale.»
«Figo, in Nazionale!» si entusiasma Vaniglia prima di mettersi a ciucciare l’intruglio rosa dalla cannuccia.
«Una doppietta» dice Alex.
«Ma quando mai?» fa il barista.
«Contro Cipro, in amichevole.»
«Caroselli in tutta la nazione, eh?» se ne esce quell’altro. «Comunque in totale fanno sedici.»
«Quasi venti, no?» dice Alex vaporizzando astio sul guastafeste. «Ma tu non sarai mica interista?»
«E allora?»
«E allora vedi di farti una shakerata di cazzi tuoi.»
Vanessa Vaniglia ridacchia a singhiozzi che quasi il cocktail la strozza. Anche Alex ora se la ghigna, pure lui quasi infantile, regredito a uno stadio dove tutto è più leggero, senza la fatica degli allenamenti, la tensione dei big match, le insolenze della stampa, le pretese degli sponsor, l’assillo degli impegni commerciali.
Merda, gli impegni commerciali.
«Dolce Vaniglia» fa Alex. «Purtroppo devo scappare.»
«Dalla tua manager?»
«Proprio lei.»
«Per cosa?»
«Seccature» dice lui affrettandosi sul Negroni. «Mi infilano addosso un paio di magliette e poi mi fanno qualche foto.»
«Pubblicità?»
«Una nuova linea di abbigliamento» spiega Alex. «“Rambo by Rambaldi”, si chiama.»
«E ti piace?»
«La linea?»
«La pubblicità.»
«È uno spreco di tempo che fa guadagnare soldi.»
«Il mio sogno è quello di posare per i servizi di moda» dice lei. «Sono molto fotogenica, lo sai?»
«Non ne dubito» fa Alex tornando a contemplare senza discrezione quel porca puttana che roba compresso nel top.
«Mi porti con te?» chiede Vanessa ingoiando in fretta la Caipiroska fruttata. «Magari se piaccio al fotografo fa due scatti pure a me.»
Alex “Rambo” Rambaldi finisce di scolarsi il drink, scruta il barista occupato nell’asciugatura dei bicchieri e infine accarezza la coscia della ragazzina.
«Ma non ti prometto niente» le dice.
Mentre si avviano assieme verso il parcheggio del circolo, Rambaldi spera solo che non ci siano paparazzi appostati lì attorno. Non sarebbe certo un bello spot farsi beccare con una minorenne.
«Hai una Ferrari?» gli chiede Vanessa.
«Le Ferrari, ormai, le guidano solo i tamarri» fa lui.
Pochi istanti dopo i due sbucano fuori dai cancelli del Tennis Club a bordo di una Lamborghini gialla. Mentre Alex imposta il navigatore satellitare in modo che lo indirizzi senza tentennamenti fra i viali alberati del paese, Vanessa Vaniglia inizia a frugargli nei bermuda, indovinando subito la strada giusta senza alcun bisogno di Gps.
Obbedendo alle indicazioni della guida vocale, Alex procede inevitabilmente sulla retta via, sapendo invece di avere imboccato contromano tutto il resto. Il passaggio alla ragazzina, tanto per iniziare. Il colloquio con Molteni, soprattutto. Ma senza rischio non c’è gusto, pensa Alex. La morte è un ragioniere ligio. Che si tratti di donne o di denaro, comunque, certi maneggi si sono sempre fatti, si fanno ancora e si faranno sempre. Solo gli sprovveduti vengono sgamati.
E allora, se queste faccende continueranno ad andare avanti imperterrite e impunite, non c’è nulla da temere neppure dalla dolce compagnia di Vanessa Vaniglia, tutto a un tratto silenziosa e indaffarata, intenta a diventare di quell’auto di lusso l’ennesimo piacevole optional.
Come i quanto mai provvidenziali vetri oscurati.