Preambolo alla Seconda Edizione
Preambolo alla Seconda Edizione
Con sua gran meraviglia e (se può dirlo senza aggravare l’offesa) con suo considerevole spasso, l’autore ha scoperto come il bozzetto della vita d’ufficio, che serve da introduzione a La lettera scarlatta, abbia suscitato un eccitamento senza precedenti nella rispettabile comunità a cui appartiene. Esso non avrebbe potuto essere più veemente, invero, s’egli avesse bruciato la Dogana e spento l’ultime braci fumanti nel sangue d’un certo venerabile personaggio nei confronti del quale si suppone che nutra un astio particolare. Dacché il pubblico biasimo gli peserebbe assai se fosse conscio di meritarlo, l’autore chiede gli sia lecito dire, che ha riletto accuratamente le pagine d’introduzione allo scopo d’alterarvi o cancellarne quanto d’improprio avrebbe potuto trovarcisi e di riparar del suo meglio alle nefandezze delle quali fu giudicato colpevole. Ma a suo giudizio, gli unici tratti notevoli del bozzetto sono la franca e genuina bonomia e la generale precisione con cui ha manifestato le proprie sincere impressioni sui personaggi ivi descritti. Quanto a sentimenti d’inimicizia o di malevolenza, sia di carattere personale sia politico, sconfessa risolutamente moventi di questa fatta. Il capitolo potrebbe forse venir omesso del tutto senza perdita pel pubblico o detrimento del libro; ma dal momento che decise di scriverlo, l’autore non concepisce come avrebbe potuto farlo in uno spirito migliore o più affabile né, sin dove lo consentivano le sue doti, con maggior vivacità e fedeltà.
Giocoforza gli é dunque di ristampare il suo bozzetto introduttivo senza cambiarci una parola.
Salem, 30 marzo 1850
LA DOGANA