21 I miei genitori erano tornati. Mio padre accusava dolori alla gamba, spesso ansimava per il supplizio della sofferenza. Aveva ripreso a dipingere allo stesso modo di prima, senza che si notasse nessuna evoluzione nel tratto e nella scelta dei soggetti. Continuava a dipingere montagne. Mia madre era cambiata invece, la permanenza nella clinica le aveva fatto acquisire un maggior controllo nell’uso che faceva della parola, parlava solo per necessità e molto spesso si asteneva dal fare commenti o mostrare paure spropositate. A cena qualche volta si rivolgeva a mio padre, quando lui manifestava un attacco acuto di dolore, che gli faceva contrarre il viso e stringere i denti: “Come stai?” gli chiedeva, senza eccessiva ansia, anzi con tono piuttosto fiducioso. “Passerà, vedrai, passerà” cont

