Prologo
Diana's POV
"Uff, mi sembra di vivere sempre gli stessi giorni a ripetizione," pensai a voce alta, con un sospiro. Ma la mia malinconica solitudine venne interrotta dalla voce squillante di Alexis, la mia vivacissima sorella, e dalla musica ad alto volume che proveniva dalla sua stanza.
“DIAAANAAAA, LET ME BE THE ONE TO LIGHT A FIRE INSIDE THOSE EYES,” cantava entusiasta, intonando una delle melodie degli One Direction. Era una delle mie canzoni preferite, forse perché nel titolo c’era il mio nome. Per Alex, la loro musica era una passione travolgente che la consumava; per me, invece, rimanevano piacevoli canzoni.
Ammetto che anche a me piacevano, ma non con la stessa intensità che spingeva mia sorella a un’ossessione per il suo idolo: Louis Tomlinson.
Io, al contrario, mi lasciavo affascinare dall’aura misteriosa di Zayn Malik, il cui fascino proibito mi attirava come una farfalla verso la fiamma… anche se non mi sarei mai nemmeno avvicinata. Sarebbe rimasto solo un sogno.
«LEEEXXX, È PRONTOOO!» urlai dal piano di sotto. Qualche minuto dopo, Alexis scese le scale e si sedette a tavola.
Mentre la lavatrice scandiva il tempo con il suo ticchettio regolare e la mia sorellina mangiava con appetito, mi concessi un momento di pausa, lasciando che la mente barcollasse tra pensieri e desideri che si alternavano.
Fu allora che decisi di prendere il telefono e contattare il mio migliore amico: Justin, compagno di avventure e confidente.
*inizio chat*
diana: juuss
biberon: dia, che c'è?
diana: j mi annoio da morire
perché non vieni da me?
biberon: non posso tra poco devo andare in studio
diana: sai non mi dispiacerebbe conoscere qualche producer o cantante😂
biberon: sogna mia piccola Diana
diana: daaaiii
biberon: e va bene ma solo se mi presenti la tua vicina, la bionda
*fine chat*
Lo so, a volte nemmeno io mi rendo conto di quanta nonchalance uso quando parlo di lui. Per me resta semplicemente *il mio migliore amico*, non “Justin, il cantante famoso che fa impazzire mezzo pianeta”.
Ero lì che stendevo i panni (sì, multitasking livello pro) quando decisi di chiamare la mia vicina Mery, a cui Justin, giorni prima, aveva praticamente fatto la radiografia.
«Ho una sorpresa per te», le dissi con la voce che già mi tremava dal ridere.
Era arrivato il momento di dare a Justin quello che voleva davvero.
Le chiesi di passare da me nel pomeriggio, poi chiamai lui:
«Fra un’oretta vieni a prendermi, vengo anch’io in studio».
Non gli dissi altro.
Sorpresa per entrambi, baby.
Per sicurezza, telefonai anche a Charlie, la mia migliore amica, quella che vive per i drammi altrui:
«Ho organizzato un appuntamento al buio epico, non puoi assolutamente perdertelo. Se non vieni, ti disintegro».
Venti minuti dopo, mi sembrava di essere sul set di una sit-com.