Capitolo 6

3612 Words
Il punto di vista di Bradley. Bradley si trovava all'interno del negozio di Piper Harper, "Goddess Gowns". Si chiedeva se avesse dato al negozio il nome della loro dea della luna o se fosse una delle cose del mondo umano, in cui le donne si promuovevano e venivano incoraggiate a credere di essere loro stesse delle dee e di dover essere trattate come tali. Sapeva che il mondo umano poteva essere molto crudele e selvaggio, proprio come quello dei lupi. Anche se, una volta accoppiate, le lupette erano generalmente trattate come preziose dai loro compagni, non capitava spesso di subire abusi dopo la marchiatura e l'accoppiamento, capitava occasionalmente, ma non così spesso come nel mondo umano. A differenza del mondo umano, dove gli uomini picchiavano le loro mogli, le maltrattavano e le demoralizzavano, fino a ucciderle, e le tradivano abbondantemente, il mondo dei lupi era molto più gentile con le loro femmine. Bradley era curioso di sapere il nome del negozio, ma soprattutto era curioso di sapere perché fosse qui fuori da sola e con l'odore mascherato. Rimase a fissare Izzy, che indossava un cartellino con scritto Assistente del Direttore. Era alta circa un metro e settanta, aveva i capelli biondi lunghi fino alle spalle, raccolti dietro un orecchio. Le sue labbra avevano una linea sottile, mentre i suoi occhi marrone scuro lo fissavano. Gli aveva già detto al telefono che Piper Harper non c'era. E ora gli aveva detto in faccia la stessa affermazione. Sembrava più che infastidita dalla sua presenza nel negozio. Nel momento in cui lui era entrato nel negozio e lo sguardo di lei era caduto su di lui, aveva aggrottato le sopracciglia, il suo sorriso e il suo atteggiamento amichevole erano scomparsi in un istante. C'erano anche altre due donne che lavoravano nel negozio ed entrambe gli avevano sorriso. C'erano quattro diverse feste nuziali nel negozio proprio in quel momento, con le spose che provavano i vestiti, lui l'aveva distolta dal suo vero lavoro e questa Izzy gli stava mostrando quanto fosse infelice con lui per questo. Anche se aveva ottenuto sorrisi dagli altri impiegati e dalla maggior parte delle spose arrossite e dei loro familiari e amici con loro, erano tutti umani e il suo bell'aspetto attirava la loro attenzione. Lui, però, non era interessato a nessuna di loro. Nessuna ragazza umana aveva mai attirato la sua attenzione. Non c'era niente in questo negozio che lo interessasse, beh, niente a parte trovare Piper Harper, che a tutti gli effetti si spacciava per un'umana invece che per una lupa. Una lupa solitaria nel bel mezzo del mondo umano. Non erano riusciti a trovare da nessuna parte un'affiliazione di branco alla sua compagnia, e tutti i lupi mannari ne avevano una. Era la legge dei lupi. Tutte le aziende del branco o le attività commerciali nel mondo umano, per quanto grandi o piccole, dovevano essere registrate. Quindi era curioso di sapere anche questo. Di solito sul logo dell'azienda c'era un piccolo stemma del branco dei lupi che indicava un negozio di lupi. Ma non in questo negozio e nemmeno sul sito web. E nessuno del personale portava la spilla del branco, da quello che ricordava ieri nemmeno Piper Harper, il che era molto strano; di solito la spilla del branco era obbligatoria. Era curioso anche di questo. Bradley sapeva che era un lupo, lo aveva capito dal basso ringhio che aveva emesso ieri, rivolto proprio a lui, anche se ora lo confondeva completamente, perché gli avessero ringhiato contro. Era stato arrabbiato e irritato, ma non aveva rappresentato una minaccia fisica per loro. Non c'era alcun motivo per farlo. Sì, era arrivato con la testa calda e arrabbiato, con la voglia di litigare, anche se solo verbalmente e non fisicamente, ed era stato colto di sorpresa dalla reazione di lei, completamente sorpreso dagli occhi bianchi di lupo che lo avevano improvvisamente scrutato, anche se all'inizio non si era reso conto che fossero occhi di lupo, finché non era arrivato quel ringhio da parte di lei, e allora aveva capito cos'era. Se non avesse ringhiato proprio verso di lui, probabilmente non avrebbe ancora saputo cosa fosse. Se, come aveva detto Hadley, lei gli aveva risposto come un compagno, e più ci pensava e più era d'accordo con la sorellina, era così. Tuttavia, il motivo per cui il suo lupo avrebbe ringhiato a lui e a Benson se fossero stati il suo compagno, non lo capiva affatto. Si ritrovò una mano in faccia e le dita che gli venivano schioccate addosso, aveva permesso ai suoi pensieri di vagare troppo a lungo, a quanto pare. “Ehi, come ho detto, Piper non è qui. Stai interrompendo gli affari”. Le parole di Izzy erano taglienti e sembrava molto infastidita da lui, dal fatto che non le avesse creduto la prima volta o che si fosse distratto da lei. Non ne era del tutto sicuro. “Dov'è? Se non è qui?”, commentò, cercando di trattenere l'irritazione dalla voce. “È partita per il weekend lungo. E per tua informazione”, affermò un po' sarcastica, "non lavorerà in questo negozio per diverse settimane", fissandolo in modo deciso, come se avesse finito con lui e non volesse dirgli altro, quasi per dire di andarsene. Bradley la fissò a sua volta. Lei non lo intimidiva, nessun umano avrebbe mai potuto farlo. Poteva ben immaginare che quell'espressione e il suo atteggiamento avrebbero spaventato parecchi umani, ma non lui. Chiese di fissare un appuntamento per vederla al suo ritorno, invece di andarsene. Izzy rifiutò subito. Questo lo fece accigliare. La donna non aveva nemmeno controllato sull'agenda o sul computer l'agenda di Piper, per vedere quando sarebbe stata disponibile la prossima volta. “Aspetterò, troverò un orario nella sua agenda”, si offrì, anche se sentiva che la sua pazienza cominciava ad esaurirsi di fronte all'atteggiamento di quella donna. La guardava mentre stringeva le labbra e piegava le braccia sul petto, non disse nulla per un minuto intero prima di dirgli: “Non posso farlo. Piper ha un'agenda solida per i prossimi sei mesi e al momento non accetta nuovi clienti”. “Giusto”, aveva dichiarato lui, che non le credeva affatto. Era abbastanza chiaro che Piper Harper lo stava evitando e aveva incaricato la sua assistente di bloccare lui e i suoi tentativi di vederla. La cosa non gli piaceva. Se lei era come diceva Hadley, la sua compagina, ora lo stava evitando attivamente, volse lo sguardo verso l'ufficio della donna nel soppalco e poi verso il suo studio. Entrambe le porte erano chiuse e le luci spente. Ma questo non significava che lei non fosse lassù e lui ovviamente non avrebbe sentito il suo odore, se lei continuava a mascherare il suo profumo, sembrava farlo sempre. “Non è lassù”. Il tono di Izzy ora era freddo e sgarbato. “Vorrei vedere con i miei occhi”. Bradley puntò gli occhi sulla donna. Non aveva intenzione di accettare un no come risposta. Lei sembrava aver capito il messaggio. “Bene, vai a controllare tu stesso”, disse lei scrollando le spalle e agitando una mano verso le scale. Bradley fece proprio così. Aprì per prima la porta del suo ufficio, che non era chiusa a chiave, ma non entrò nella stanza, con la sensazione che Izzy lo stesse osservando dal piano di sotto, come un falco che aspettava solo che uscisse dalla sua vista, in modo da poter chiamare la polizia umana, denunciando che aveva fatto qualcosa come rubare o rompere qualcosa nell'ufficio di Pipers. Era come una dannata buttafuori, pensò. L'ufficio di Piper era piuttosto spazioso, un'unica grande scrivania in vetro e acciaio sul lato sinistro della stanza, con una sedia in pelle bianca dietro. Sulla parete dietro la scrivania c'erano stampe incorniciate di modelle che indossavano i suoi modelli, presumibilmente. C'era una porta scorrevole in vetro che, come sapeva, dava su un balcone; sapeva anche che ieri c'erano un tavolo e una sedia, per sedersi e bere un caffè, supponeva, c'era una tazza di caffè sulla scrivania. A destra della stanza c'erano dei premi su degli scaffali sopra un comodo divano in pelle bianca che si abbinava alla sua sedia da ufficio, e c'era un tavolino in vetro e acciaio non dissimile dalla sua scrivania. Una piccola pila di riviste era disposta a ventaglio su quel tavolo e sotto di essa, su una mensola, notò che c'erano alcuni libri per bambini, sia da leggere che da colorare, insieme a una selezione di pennarelli e matite di alta qualità: una cosa strana da avere in ufficio, pensò distrattamente. Chiuse la porta e si spostò nel suo studio. Anche lo studio non era chiuso a chiave: se lei non c'era, non avrebbero dovuto essere entrambi chiusi a chiave? Forse Izzy aveva accesso a entrambi per qualche motivo. Sulla destra c'era una scrivania da disegno con molte matite e strumenti in in contenitori sul retro. Uno sgabello con un sedile nero su rotelle, diversi blocchi di disegno su uno scaffale e un cestino e un distruggi documenti a sinistra della scrivania. C'era un'alta sedia con schienale ad ala di un tenue colore rosa, seduta accanto al manichino con l'abito su cui aveva lavorato ieri, quando lui era qui. Dietro di essa e per tutta la stanza c'erano risme di materiali: seta, raso, pizzo, tutti in varie tonalità dal bianco all'avorio, dall'argento al nero, fino al rosa tenue. Sulla parete di sinistra c'erano scaffali pieni di scatole trasparenti con bottoni, nastri, cerniere, perline e ogni sorta di altre cose. Si allontanò dalla porta e la chiuse. Non sembrava che lei fosse stata qui, non che lui fosse in grado di capirlo, ma nemmeno l'odore di Izzy aleggiava in nessuna delle due stanze, il che significava che lei non era stata quassù nemmeno oggi. Quindi era probabile che Izzy gli avesse detto la verità: Piper non era qui, non era stata qui. Poteva benissimo essere via per il fine settimana. Bradley pensò di lasciarle un biglietto per quando sarebbe tornata e il suo numero al branco, per chiederle di chiamarlo, poteva lasciarle il numero diretto del suo ufficio Alpha o anche il suo cellulare, ma dopo averci pensato solo un attimo, vista la reazione di lei e il modo in cui la sua assistente si comportava con lui, non pensava che l'avrebbe usato. Tornando giù per le scale, Bradley non capiva questa lupa, perché, se era la ragazza che era fuggita dal suo branco, che aveva pronunciato il suo rifiuto senza che lui lo sapesse, prima di tutto, perché l'aveva fatto lei? Perché si nascondeva ancora da lui? Davvero non voleva essere la sua compagna? E se così fosse, perché non dirglielo in faccia? Era così che si doveva fare, era improbabile che funzionasse senza un faccia a faccia. Come avrebbe potuto riconoscerla come sua compagna o accettare il suo rifiuto se non aveva la minima idea di chi fosse? Per lui, tutto questo era molto confuso. Per tutti quelli che lo sapevano. Inoltre, non era un Alfa cattivo, ma un uomo giusto e alla mano. Severo sì, ma nessuno nel suo branco lo temeva, per quanto ne sapeva. A confermargli ciò che il suo medico di branco, Samuel, gli aveva detto di credere che stesse accadendo, che il dolore di cui soffriva quella notte sembrava essere dovuto a un rifiuto, a un legame di una compagina che gli era stata strappata, ma che era incompleto. Era stato Eddie, il suo Gamma. A quanto pare, Eddie aveva sentito il suo dolore al momento del rifiuto, quando lo aveva pronunciato o qualcosa del genere. Mentre Cooper e Harry lo avevano portato all'ospedale del branco, senza sapere cosa avesse. Tutti avevano pensato che qualcuno lo avesse maledettamente avvelenato. Inizialmente lo aveva pensato anche lui. La ragazza nel suo letto aveva un odore mascherato, quindi era possibile. Ma no, Eddie non aveva seguito il suo Alfa nel dolore, era partito per una missione tutta sua quella notte, cercando di raggiungere la ragazza, ma non era riuscito a fiutarla. Era stato solo in grado di seguire il suo dolore, in quanto suo Gamma era attaccato a lei, con quel legame tra Luna e Gamma. Eddie aveva anche sentito il suo distacco da lui, quando aveva rifiutato il branco, e aveva capito subito cosa significava, che era diventata una canaglia e si era allontanata dal branco. Ma questo non aveva scoraggiato affatto l'uomo, che era persino uscito da solo nel territorio della canaglia per darle la caccia e cercare di riportarla indietro. Aveva trovato l'uomo della pattuglia di frontiera, che aveva riferito a Cooper, visto che in quel momento era fuori combattimento, di una ragazza che era appena diventata una canaglia, si era staccata dal branco proprio davanti ai suoi occhi e poi era scappata via. Eddie era tornato a mani vuote quella sera. Sapevano tutti che le femmine non se la passavano bene, nel territorio dei ribelli, Eddie non era stato in grado di fiutare la ragazza, e nemmeno la pessima descrizione che gli aveva dato l'uomo di pattuglia lo aveva aiutato. La descrizione era stata “alta circa un metro e ottanta, di corporatura esile”, Eddie aveva ipotizzato un metro e ottanta dall'altezza della mano dell'uomo, e lei aveva “capelli castani disordinati e occhi marroni”. Tutto qui, non c'erano caratteristiche distintive, nemmeno l'aspetto del suo lupo, anche se, dopo aver interrogato ulteriormente il suddetto pattugliatore, il giorno dopo non si era trasformata nel suo lupo, ma era scappata in forma umana. Bradley si staccò dai suoi pensieri. Piper Harper aveva i capelli e gli occhi castani ed era anche dell'altezza giusta. Guardò Izzy mentre raggiungeva il fondo delle scale e sospirò, frustrato dall'intera faccenda. “Soddisfatto?”, gli aveva detto lei, il che lo aveva solo fatto imbufalire per il suo atteggiamento. “Devo parlarle”. Bradley tese il suo biglietto da visita, vide la donna guardarlo brevemente, ma non cercò di prenderlo. Sospirò di nuovo, un po' più pesantemente questa volta: “Capisco di averla turbata ieri. Vorrei scusarmi per questo”. Appoggiò il biglietto da visita sul bancone dietro il quale si trovava la donna e lo toccò "Daglielo", dichiarò, fissandola. Poi uscì dal negozio. L'udito da lupo di Bradley captò il suono del biglietto da visita che colpiva il cestino e le parole mormorate a bassa voce di lei “Non succederà mai, stronzo”, proprio prima che la porta si chiudesse. Aveva lasciato perdere, ne era molto scontento, ma doveva lasciar perdere. Sperava che la donna cambiasse idea, ripescasse quel biglietto e dicesse a Piper che voleva scusarsi. Era anche probabile che questa Izzy e Piper fossero amiche e lui aveva visto il dolore di Piper ieri, poteva ben immaginare il suo stato quando era tornata al negozio, dopo che lui era uscito con Hadley. Era del tutto possibile che Piper avesse detto al suo vicedirettore che in realtà lo conosceva e che non voleva vederlo mai più. Non lo sapeva, ma in questo momento gli sembrava proprio così. Si diresse verso l'auto in attesa in fondo alla strada, Cooper era seduto al volante. Bradley non aveva voluto spaventarla con l'intera unità che si aggirava nel suo negozio, dietro di lui. Così aveva scelto di entrare da solo. Lei era già scappata una volta, anzi due. Con ogni probabilità. Salì in macchina. “Non c'è, è andata via per il weekend lungo, a quanto pare”, rispose alla domanda inespressa del suo Beta. “Tu ci credi?”. “Sinceramente non lo so. Ma di sicuro non è lì. Posso dirti che Izzy, la sua responsabile del negozio”, scosse la testa, ”non mi piace affatto, ho cercato di essere gentile con lei, di non perdere la calma. Non ha fatto alcuna differenza. Non mi ha nemmeno fissato un appuntamento per vederla... a quanto pare le sue prenotazioni sono chiuse per i prossimi 6 mesi. Inoltre, non lavorerà più in questo negozio per settimane”. “In altre parole, è scappata”. Cooper sospirò. “Non lo so”. Bradley fissò la finestra. “Potremmo non essere in grado di prenderla ora”. Ci fu silenzio in macchina per diversi minuti: “Forse è il momento di lasciarla andare, Brad”. “Forse”, rispose lui a bassa voce. Lei era scappata e lo aveva respinto senza un motivo apparente. Lui non l'aveva mai accettato. Doveva esserci un motivo e voleva sapere qual era. Così come il suo Lupo, Benson, se è per questo. Se avevano una compagna, volevano almeno parlarle prima di accettare il suo rifiuto. Farsi spiegare da lei. Forse si era trattato di un malinteso o qualcosa del genere. Il suo lupo era silenzioso in questo momento, era stato infastidito dalla reazione della ragazza ieri, che gli aveva mancato di rispetto e lo aveva fatto sbuffare con fastidio, in effetti. Ma poi, quando Hadley aveva detto che la ragazza aveva reagito come avrebbe fatto un compagno, Benson si era allontanato dalla sua mente e non era più tornato, fino a quando non erano entrati nel suo negozio. Quando Bradley ci pensò, la reazione della donna nei suoi confronti, il modo in cui aveva guardato Hadley che lo toccava? Il fatto che Hadley fosse entrata nel negozio per comprare un abito da Luna, se ovviamente era accoppiata con un Alfa. A Piper sarebbe sembrato che Hadley fosse la sua compagna, perché era venuta nel negozio di Piper con Cooper, il Beta del branco. Poi lui stesso si era presentato con Hadley, chiedendo a Piper di farle il vestito che voleva. Probabilmente sembrava che Hadley fosse la sua compagna. Non si assomigliavano affatto. Lei aveva una massa di capelli ricci rosso scuro, mentre Hadley assomigliava alla madre, ma aveva gli occhi blu scuro del padre, mentre lui assomigliava al padre ma aveva gli occhi della madre. Se Piper pensava questo, ciò avrebbe spiegato il dolore che vedeva in lei, quando lo guardava, soprattutto quando vedeva Hadley toccarlo come aveva fatto lei. Avrebbe avuto un aspetto affettuoso e familiare. Mentre guardava fuori dal finestrino, osservando le strade che scorrevano, sapeva che non era ancora pronto a rinunciare a lei. Se lei aveva sofferto, allora era probabile che il loro legame di coppia fosse ancora intatto e che, in effetti, il rifiuto che aveva pronunciato non avesse retto. Lei lo sentiva ancora, non che lui potesse farlo. Ma non aveva molta importanza, lui non l'aveva mai saputo, solo lei lo aveva saputo per qualche sciocco motivo. Se questa Piper Harper era un tempo uno dei membri del suo branco, doveva scoprire quanti anni aveva? E tornare a chiederle perché si era nascosta da lui? Perché lo aveva respinto? Per lui non aveva alcun senso. Si chiedeva se l'avesse visto con Biancia e forse questo era stato sufficiente per respingerlo, non le piaceva o pensava che lui l'avrebbe respinta, chi lo sapeva? Solo lei lo sapeva, finché lui non fosse riuscito a darle la caccia e a ottenere quelle risposte. Anche adesso ricordava a malapena l'aspetto della ragazza nel suo letto quella notte, ma non aveva dimenticato come si era sentita a toccarla, era calda, era così dannatamente calda al tatto, non aveva mai provato nulla di simile prima, non era riuscito a controllarsi. Persino Benson quella notte gli aveva dato più resistenza, per farlo durare di più, per godere lui stesso, il suo lupo non era mai stato coinvolto nel sesso, aveva solo chiuso un occhio, per lo più perché non era la sua compagna, ma non quella notte. Bradley aveva perso il controllo e l'aveva accoppiata di brutto, e ora tutto ciò che ricordava era quanto fosse minuta, molto magra, non che avesse frenato il suo appetito nei confronti di lei, ma ricordava di averla tenuta ferma tutta dominante per continuare ad accoppiarla alla fine, poteva solo sperare di non averle fatto davvero del male. Anche se non sembrava che l'avesse fatto, ciò non significava che non l'avesse fatto. Bradley ricordava che era stata la sua prima volta, lo ricordava bene, aveva amato il pensiero di essere la sua prima volta anche in quel momento, ora era molto deluso da se stesso per non averla apprezzata di più nel suo letto quella notte. Odiava le parole che le aveva rivolto. Sul momento non aveva pensato a nulla, ma dopo che Eddie gli aveva spiegato cosa aveva provato. Bradley aveva ricordato come si sentiva al tatto, quanto l'aveva desiderata e aveva perso ogni controllo, come si era intromesso Benson e poi quello che lui aveva detto. Sapeva che quelle parole erano assolutamente orribili e che per lei sentirle sarebbe stato molto doloroso. Non riusciva a immaginare quanto le parole che aveva pronunciato l'avrebbero ferita. Sapeva che non gli sarebbe piaciuto sentirle dalla sua compagna, non se lui sapeva chi era e lei non ne sapeva niente. Se i loro ruoli fossero stati invertiti, avrebbe potuto benissimo essere la cosa che aveva indotto la donna a pronunciare quel rifiuto. “Andiamo a casa, Coop”, sospirò lui. Bradley non aveva nulla da confermare, a questo punto. Lui aveva bisogno di più informazioni. Se il suo profumo fosse stato constantemente mascherato, lui in effetti avrebbe dovuto toccarla, metterle le sue mani addosso; per vedere se si sentiva come quella notte nel suo letto. E avvicinarsi così tanto a lei poteva essere difficile, molto difficile. Lei era lontana al momento, quindi lui aveva almeno tre giorni per cercare di capire cosa fare, capire se era la stessa ragazza. Piper corrispondeva alla descrizione sommaria, ma anche metà della popolazione dei lupi. Sospirò.
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