Anna

438 Words
Anna2009, dintorni di Milano La cena è stata veloce e frugale, Clara non aveva molto appetito e la torta di mele, alla quale, secondo quanto affermato da Anna, lei non avrebbe mai saputo resistere, le aveva fatto venire un leggero senso di nausea. “Temo, mia cara Anna, che le mele non mi piacciano più”, aveva pensato, dopo averne assaggiato un boccone. Anna, accompagnandola in camera da letto, aveva espresso la sua preoccupazione per l’evidente spossatezza mostrata da Clara: «Speriamo che non le venga l’influenza, signora. Ho sentito che è in arrivo una seconda ondata». «Mi auguro sia solo stanchezza», aveva risposto la donna. Ora, rimasta sola, in piedi al centro della sua camera da letto, si sta passando la mano sulla fronte, in realtà più per cercare di schiarire i propri pensieri che non per accertare un’eventuale febbre. La stanza è molto bella e piacevolmente riscaldata grazie al fatto che qualcuno ha preventivamente acceso il camino. Anche se la primavera è inoltrata, il tempo non si è ancora ben stabilizzato e la serata risulta piuttosto fredda. Si toglie le scarpe, le piace sentire il contatto diretto con il legno del pavimento. Il basso letto, modernissimo, rivestito in tessuto capitonné color seppia, ha un aspetto invitante. Clara si avvicina e solleva i cuscini in cerca della sua camicia da notte. Non la trova. Qualcuno bussa e, senza aspettare che lei risponda, apre la porta della stanza. Entra Anna: la figura esile, gli intensi occhi scuri e i lunghi capelli neri raccolti in un grande chignon. «Desidera qualcosa, signora, prima di dormire?» «Ah! Anna, sei tu. Sai, non trovo la mia camicia da notte». «È appesa nel bagno, come sempre, signora. Gliela prendo?» «No grazie, lascia stare, non so dove ho la testa. Piuttosto, ha chiamato mio marito che tu sappia? Arriva sempre tardi la sera, ma adesso inizio a preoccuparmi. Tra l’altro non trovo neppure il mio cellulare, forse l’ho dimenticato dal parrucchiere». Anna distoglie per un attimo lo sguardo e lo punta sul pavimento, improvvisamente imbarazzata. «Signora, il dottor Scardi non è più con noi da tempo ormai. Mi spiace. Se posso fare qualcosa per aiutarla … ma non si preoccupi, se non riesce ancora a ricordare. Ha subito un forte trauma, chiunque al posto suo sarebbe disorientato». Clara si blocca all’entrata del bagno. Solleva lo sguardo e fissa la sua immagine nello specchio per qualche secondo, immobile. Poi, abbassando la testa, fa un cenno con la mano ad Anna e sempre senza voltarsi chiude dietro di sé la porta, chiedendosi come sia possibile non ricordare. Scuotendo la testa, Anna arretra lentamente ed esce.
Free reading for new users
Scan code to download app
Facebookexpand_more
  • author-avatar
    Writer
  • chap_listContents
  • likeADD