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La brava moglie della mafia

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(Libro II della serie Mafia’s Girl. ) (AN: Leggere The Mafia’s Good Girl prima di questo libro!) “Prima di procedere con i nostri affari, c’è un documento che devi firmare.” Disse Damon all’improvviso. Tirò fuori un pezzo di carta e lo spinse verso Violet. “Cos’è questo?” Chiese Violet. “Un accordo scritto sul prezzo della transazione.” Rispose Damon. Lo disse in modo così calmo e disinvolto, come se non stesse comprando la verginità di una ragazza per un milione di euro. Violet deglutì a fatica e i suoi occhi cominciarono a scorrere le parole su quel foglio. L’accordo era abbastanza esplicito. In pratica diceva che lei avrebbe acconsentito alla vendita della sua verginità per il prezzo sopra indicato e che le loro firme avrebbero suggellato l’accordo. Damon aveva già firmato la sua parte e la sua era stata lasciata in bianco. Violet alzò lo sguardo per vedere Damon che le porgeva una penna. Era entrata in questa stanza con l’idea di tirarsi indietro, ma dopo aver letto il documento, Violet cambiò idea. Si trattava di un milione di euro. Si trattava di una somma di denaro superiore a quella che avrebbe mai potuto vedere in tutta la sua vita. Una notte, in confronto, sarebbe stata un’inezia. Si potrebbe persino sostenere che fosse un affare. Così, prima che potesse cambiare idea di nuovo, Violet prese la penna dalle mani di Damon e firmò il suo nome sulla linea tratteggiata. Proprio mentre l’orologio segnava la mezzanotte, Violet Rose Carvey aveva appena firmato un accordo con Damon Van Zandt, il diavolo in carne e ossa. * Attenzione: Contenuti maturi. Entra a tuo rischio e pericolo. *

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1. LEGGENDA
~ Damon ~ C’era una volta un potente re che governava la terra. Il re governava con il pugno di ferro. Era freddo e spietato. Nessuno osava ostacolarlo. Finché un giorno arrivò una ragazza. La ragazza era incantevole. Aveva i capelli castano scuro e gli occhi azzurri e Violet. Si innamorò di lei nel momento in cui la vide. Usando tutta la sua forza, riuscì a catturarla. Si fece strada con la forza nel suo cuore finché non divenne sua. Ma il re non si rese conto di quanto fosse forte la ragazza. Con il solo tocco di un dito, poteva metterlo in ginocchio. Lui pensava di avere il controllo su di lei, ma era lei a controllare lui per tutto questo tempo. E un giorno, con un semplice cambiamento del suo cuore, si è data da fare per ucciderlo. Insieme a un tenero bacio, gli piantò un proiettile nel cuore e la sua vita non fu più la stessa. * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * I passi di Damon erano lenti ma decisi mentre scendeva verso il buio del seminterrato. I suoi pugni erano serrati e un piccolo sorriso si insinuava sul suo volto. Il rumore delle catene che tintinnavano gli fece battere il cuore per l’eccitazione. Facendosi strada nella parte più profonda del seminterrato, sotto la dura luce fluorescente che pendeva dal soffitto, Damon scorse la figura di una ragazza incatenata al muro. Il suo lungo vestito bianco era strappato e sporco. I suoi lunghi capelli scuri non erano curati e le ricadevano sul viso. Stando a un braccio di distanza, Damon le raggiunse il mento e le inclinò il viso. I capelli che le coprivano il viso caddero e lei lo fissò con i suoi brillanti occhi Violet. “Buongiorno, dolce ragazza.” La voce di Damon era bassa e ammaliante. La ragazza rabbrividì al suo tocco e i suoi occhi mostrarono segni di paura. Emise un piccolo mugolio e indietreggiò, ma le catene che le bloccavano le mani sopra la testa non le permisero di allontanarsi troppo. “Damon...” La voce di Violet era debole, quasi un sussurro. Damon si lasciò sfuggire un sorriso mentre stringeva la presa sul suo mento. Si avvicinò sempre di più a lei fino a quando i suoi respiri non le colpirono il collo. Violet deglutì a fatica mentre Damon la fissava come un leone che insegue la sua preda. Sapeva che non sarebbe finita bene per lei. Aveva sparato a un re della mafia nel petto e lo aveva lasciato morire dissanguato. Fortunatamente, i suoi uomini arrivarono subito dopo aver sentito lo sparo. Gli hanno curato la ferita e hanno preso la ragazza prima che potesse scappare. “Ti sorprende vedermi?” Il tono di Damon la stava schernendo. Violet non gli rispose e gettò lo sguardo sul pavimento. Era insopportabile per lei guardarlo negli occhi. “L’operazione è andata bene, nel caso te lo stessi chiedendo,” disse ancora. “Hanno estratto il proiettile. Lo tengo come ricordo.” Violet alzò istintivamente lo sguardo e lui le lanciò un altro sorriso. Anche se si comportava in modo freddo e disinvolto, Damon aveva in realtà riportato una ferita piuttosto devastante. Il proiettile si era conficcato nel petto, quasi raggiungendo il cuore, ma si era stato fermato contro la cassa toracica. Solo una frazione di centimetro in più e forse oggi non sarebbe qui. Ci volle quasi una settimana prima che si riprendesse dall’intervento. Appena si è svegliato, Violet è stata la prima cosa che ha chiesto. Una volta che fu in grado di alzarsi e camminare, scese subito a trovarla. Non sapeva bene cosa avrebbe fatto con lei. Ma ora che era di fronte a lei, voleva solo stare qui a guardarla. Non aveva fretta di fare nulla. Sapeva di averla portata dove voleva, quindi controllava completamente le sue emozioni. “Ti trattano bene qui dentro?” Le chiese, studiando il suo corpo in lungo e in largo. Violet era riluttante a rispondere, ma annuì leggermente con la testa. Questo non era certo un trattamento regale, ma era fortunata che Liam non l’avesse uccisa con un colpo di pistola quando l’avevano catturata. Invece, era tenuta nella parte più profonda del seminterrato della tenuta. Era un luogo progettato per torturare e imprigionare i suoi nemici. “Dove mi trovo?” Chiese. “Sei in paradiso o all’inferno,” rispose lui. “Dipende da cosa vuoi.” Gli occhi di Violet erano pieni di paura e lui continuava a prenderla in giro di proposito. Era divertente per lui giocare con le sue emozioni in questo modo. Con un sorrisetto minaccioso, si avvicinò e premette il suo corpo contro quello di lei. “Damon...” Cercò di protestare, ma non aveva dove scappare. “Ti ho detto che non ti avrei mai lasciata andare,” le disse all’orecchio. “Non potrai mai scappare da me, mia dolce moglie.” Damon tirò fuori una frusta di cuoio da dietro la schiena e Violet lo guardò con orrore. Fece un passo e srotolò la frusta finché la punta non toccò il pavimento. “Sei stata una ragazza molto, molto cattiva, Violet,” disse con la testa inclinata di lato. “Sai che che devo farlo.” “Damon, ti prego...!” * FRUSTATA! * FRUSTATA! * FRUSTATA! * Ignorando le sue grida, Damon le colpì con la frusta, strappandole ulteriormente il vestito. Lei emise un urlo assordante che non fece altro che alimentarlo ancora di più. Continuò e frustarla finché non fu piena di lividi e tagli. “Ti prego...mi dispiace...non volevo...” Implorò lei. “Le parole non bastano, tesoro,” disse lui lasciando cadere la frusta sul pavimento. Vide il corpo straziato di lei davanti a sé e ne fu assolutamente soddisfatto. “Devi dimostrarmi quanto ti dispiace.” “Io...farò qualsiasi cosa...” Lo supplicò lei. “Ti prego.” “Qualsiasi cosa?” Chiese lui, alzando un sopracciglio verso di lei. Violet non gli rispose, ma lui non aveva bisogno di una risposta. Facendo un passo indietro di fronte a lei, sbloccò le catene finché il suo corpo non cadde sul pavimento. Con una mossa rapida, la prese in braccio e la portò via. “Cosa stai facendo?” Balbettò lei, spaventata a morte. Damon soffocò una risata mentre la portava su per le scale e alla luce del sole. “Sto portando la mia sposa oltre la soglia.” Disse semplicemente. Violet non sapeva come rispondere e rimase in silenzio. Damon la portò fino alla loro camera da letto, passando accanto a una fila di uomini che dovevano abbassare lo sguardo perché non sopportavano di vedere la moglie del capo in quelle condizioni. Una volta in camera da letto, chiuse la porta e la adagiò sul letto. “Non muoverti.” Ordinò. Violet si sdraiò impotente mentre il dolore le pungeva la pelle. Chiuse gli occhi e attese il suo destino. Nel frattempo, Damon andò in bagno e ne uscì pochi istanti dopo con un asciugamano caldo. Sedendosi accanto a lei, iniziò a spogliarla, strappandole il vestito strappato fino a farlo cadere a terra. Violet era così traumatizzata che tenne gli occhi chiusi per tutto il tempo, pensando che lui le avrebbe fatto ancora più male. Ma quando l’asciugamano caldo toccò la sua pelle e Damon le asciugò delicatamente le ferite, i suoi occhi si aprirono di scatto per lo shock. Violet la fissò confusa mentre lui le puliva le ferite. Era così gentile, tutto il contrario del ragazzo che la stava frustando solo pochi minuti prima. Dopo aver finito di pulirle il corpo con l’asciugamano bagnato, tirò fuori un unguento e glielo spalmò sulla pelle. Anche se Damon era stato gentile, le bruciava comunque e lei trasalì per il dolore. “Dimmi. Ho bisogno di sapere una cosa,” disse improvvisamente lui, distraendola dal dolore. “Perché l’hai fatto?” Violet tacque e si morse il labbro. Non sapeva cosa dirgli, ma i suoi occhi si velarono e si riempirono di rimpianto. “Qualcuno ti ha detto di farlo?” Incalzò lui. “Chi ti ha dato la pistola?” Violet non gli rispose. Al contrario, una singola lacrima le cadde dalla guancia e iniziò a piangere. “Damon...” Gracchiava la sua vocina. Uno sguardo ai suoi occhi lacrimosi e tutta la rabbia che aveva dentro sparì all’improvviso. Emettendo un sospiro, le mise una mano sul viso e le asciugò le lacrime. “Mi dispiace davvero...” Disse lei. “Cosa? Per avermi sparato al cuore?” Ridacchiò lui. “Per non essermi fidata di te,” disse lei scuotendo la testa. “È stato un errore.” Le lacrime continuavano a scendere dal suo viso e gli occhi di lui si addolcirono. Capì quanto fosse pentita. Quelle erano scuse autentiche, più di quanto avrebbe mai immaginato. “...Ti fa male?” Chiese all’improvviso, allungando una mano sul suo petto. Damon sentì il cuore raddoppiare di dimensioni quando il dito di lei sfiorò la benda sul petto. Lo stupiva il potere che lei aveva sul suo corpo. Poteva sparargli nel cuore e lui avrebbe continuato a venerare i suoi piedi. Scuotendo la testa, le disse: “Ne vale la pena di soffrire.” Damon fissò il suo sguardo su di lei e lei lo fissò a sua volta. Potevano stare qui a parlare tutta la notte, ma non avrebbe avuto importanza. I loro occhi avevano già parlato. Le dispiace e la perdono. La amo ancora e credo che anche lei la ami. Lentamente e con cautela, Damon si avvicinò fino a quando il suo corpo non fu in bilico su di lei. Le sue labbra si abbassarono e lei lo accolse con un bacio. Lui assaggiò le sue labbra dolci e le baciò lungo il collo e la mascella. Lei emise un mugolio e la sua mano andò a posarsi sulla nuca di lui. “Ti fa male?” Le chiese lui, notando che si stava muovendo molto. Scuotendo la testa e sorridendo, lei disse: “Vale la pena di soffrire.” Un sorriso gli incurvò le labbra e lui continuò a baciarla lungo il corpo. Le sue mani percorsero le sue gambe e le sue cosce e lei le aprì per lui. Damon fece scorrere la mano su e giù per la coscia prima di raggiungere il suo bocciolo sensibile. Lei emise un rantolo quando lo trovò e lui emise un gemito quando sentì quanto era bagnata. Cazzo. Non posso più aspettare. Senza perdere un altro secondo, Damon si tirò giù i pantaloni e la sua virilità eretta si liberò. Strofinò la sua lunghezza su e giù per la sua fessura, raccogliendo i suoi dolci succhi su di sé. E con una spinta decisa, entrò nel suo cuore, sentendo le sue pareti avvolgersi strettamente intorno a lui. Mmm. Mi è mancato così tanto. Violet emise gemiti e mugolii mentre lui aumentava il ritmo delle sue spinte. Le gambe di lei si divaricarono e lui la penetrò come se stesse per spezzarla in due. Le sue mani si avvicinarono al collo e con una stretta decisa le tagliò l’aria. Gli occhi di Violet si rovesciarono sulla nuca mentre si avvicinava al culmine, ansimando per liberarsi. “Damon...Damon...!” Gemette senza fiato. “Oh, sto per...!” “Ecco, dolce ragazza,” gemette lui. “Urla il mio nome. Gridalo forte!” Damon strinse la presa sul suo collo e spinse più a fondo e più forte. In pochi secondi, le sue pareti si strinsero e il suo corpo ebbe delle convulsioni da shock. Damon chiuse gli occhi e sentì il calore delle sue pareti che lo avvolgevano: era una sensazione senza precedenti. “DAMON!” Damon stava diventando rosso. Sentì il suo urlo e continuò. Voleva sentirlo ancora. Voleva scoparla fino a quando il suo nome non sarebbe stato l’unica cosa che lei avrebbe ricordato. “Damon?! Damon!” “Capo!?” All’improvviso, le sue urla si trasformarono in voci di altre persone. Damon smise di muoversi e aprì gli occhi, ma riuscì a vedere solo il buio. Ma lentamente l’oscurità si dissipò e vide il soffitto della vecchia chiesa. Molti dei suoi uomini lo circondavano, tra cui Adrian e Talia. Tutti i loro volti erano colpiti dall’orrore. “È vivo!” Gridavano. “Chiamate il dottore!” * * * --Continua--

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