Libera uscita. {Paragrafo 12}

1202 Words
💭 E cosa dovrei fare? 🐺 PRENDERE TUTTO IL PACCHETTO. 💭 Io non diventerò un Alpha, Giove. Non transigo su quest'argomento. Mi sedetti sul letto e mi distesi, passando una mano sul viso, stanco ed esausto. Fissai il soffitto e mi resi conto di essere esattamente sotto la loro camera. Non sentivo nulla, evidentemente stavano dormendo. Guardai l'ora. Erano le sette. Grugnii, nervoso e mi alzai, aprendo a caso dei cassetti per cercare un pantalone pulito e ne presi uno in prestito di una tuta grigia. Il sonno mi era del tutto passato e decisi di andare in cucina a preparare dei pancake. Magari così mi facevo perdonare. Entrai in cucina e poco dopo rientrò anche James. "Mike! Come mai già in piedi?" Chiese allegro, mentre aprì il frigorifero per versare un bicchiere di latte. Notai una bustina con dei lamponi accanto al lavandino. Li aveva raccolti per Elara, persino in quell'occasione. "Non avevo sonno." Tagliai corto. "Tu? Tutto bene? Ti sei divertito?" Mi guardò con un sorrisone e non potei non sorridere. "Bene, si, abbastanza. Buon per te." Gli dissi sincero. "Logan dorme ancora? Come mai stai facendo tu i pancake?" Chiese guardando la ciotola davanti a me con dentro la farina, il latte e delle banane schiacciate. "Ahm...si. Dorme ancora." Risposi laconico. James si diresse verso la camera di Logan e lo fermai. "Non è li. È... su." Dissi indicando il mio piano. La sua espressione fu indecifrabile. "Da te?" Chiese sgomento. "Ed Elle?" "Dorme." Risposi secco. Mi guardò come se gli avessi detto che la luna sorge di giorno. "Passami una padella, per favore." Dissi tentando di cambiare discorso. Lui fece come gli avevo chiesto e si avvicinò. "Che succede, Mike? Logan ed Elle stanno insieme ora?" Posai la padella sui fuochi. Forse la posai non troppo delicatamente. "No. Ovviamente no. Lei stava male ed io sono rientrato tardi, tutto qua." Spiegai, versando la pastella nella pentola calda. Lui guardò il risultato. "Perché non si gonfiano? Quelli di Logan si gonfiano." Disse ridendo, ignaro di quanto mi avesse fatto arrabbiare. Ringhiai e si allontanò senza capire, di qualche passo. Sembrò notare solo in quel momento le mie mani in via di guarigione. "Ma che è successo stanotte?" Chiese passandomi un piatto vuoto. "Niente, non è successo niente." Dissi mettendo dei pancake con lo sciroppo d'acero in un piatto e ci aggiunsi dei lamponi. Lo porsi a lui. "Portalo su, col succo d'arancia." Dì a Logan che può scendere a fare colazione con noi. Il tono e l'espressione seria lo convinsero a fare come gli avevo detto. Sospirai, guardandolo salire le scale fino al mio piano. Sentivo in lontananza vociferare, probabilmente sia Logan che Elle si erano svegliati. Avrei voluto svegliarmi io con lei per ricevere il suo primo sorriso. Mi voltai verso la macchinetta del caffè e presi una capsula. Fu un attimo: percepii di non essere solo. Mi voltai e vidi Fenrir, il mio lupo, nel salotto. "Toh, chi si rivede. Hai fatto danni in giro amico? Manchi da un mese." Gli dissi lanciandogli un pancake, che lui afferrò uscendo subito dopo dal salotto. Mi voltai e mi trovai faccia a faccia con mia madre. "Madre!". Dissi sobbalzando. "Non comprendo il non bussare, ma addirittura il non manifestarsi ora?" Le chiesi fissandola dall'alto. Lei non si scompose. "Rigel, dove si trova la mia bambina?" Chiese senza troppi giri di parole. "Dove vuoi che sia? A casa, in camera mia." Le risposi tranquillo e indicai la macchinetta del caffè. Lei annuì. "Ho saputo che è stata male." Mi voltai verso di lei. "E tu che ne sai?" Le chiesi, guardingo. Lei non disse nulla ma io voltai lo sguardo verso Fenrir. "Oh, Madre, avevo ragione a pensare che mi controlli tramite lui!" Dissi porgendole una tazzina di caffè. "Come mai è stata male, cosa ha?" Mi chiese lei sorseggiando un caffè. "Un virus." Le risposi prendendo una tazzina anche per me. Lei guardò il soffitto. "E dormire con Logan sarebbe la cura?" Chiese con tono canzonatorio per irritarmi. "Ero fuori, sono andato alla Rupe, stanotte." Ammisi per darle una spiegazione plausibile. "Sei stato alla Rupe?" Chiese incredula, non ci andavo da tempo ed evidentemente lei lo sapeva. Bevve ancora un sorso di caffè." "Un virus. Quella ragazza è immune a qualunque virus, lo sai tu e lo so anche io. Quindi dammi una spiegazione alla sua nausea." Disse posando la tazzina sul lavandino. Bevvi il mio caffè e la guardai posando la mia tazza accanto alla sua. "Che intendi?" Chiesi guardandola senza capire. "Oh, Rigel. Devo portare qui le scatole dei vestiti da bambina di Elara? Potrebbero esservi nuovamente utili?" Chiese stizzita. La guardai realizzando. "No! No, no e ancora no! Madre ma cosa vai a pensare! Non compirà 15 primavere fino a gennaio prossimo! " Esclamai scandalizzato. "Oh, come se fosse la prima o l'ultima!" Disse lei. Mi avvicinai a lei guardandola serio in viso. "Non è questo, nessuno di noi l'ha toccata. Ti posso dare la mia parola d'onore per tutti e tre." Dissi sicuro delle mie parole e sembrò convincersi. Strinse gli occhi e mi guardò. "Parli in simbiosi col tuo lupo?" Chiese secca: fuochino, stava arrivando alla soluzione. "No, Madre." Mentii spudoratamente. "Allora Logan. James no, è ancora troppo acerbo. Forse tuo fratello? Insomma per chi è stata male, ha conosciuto qualcuno? Tu sei stato con qualcuna stanotte?" Presi fiato più volte e contai fino a venti prima di rispondere. "Non ti racconterò cosa ho fatto stanotte. Non è una Stella, Madre. Non ha conosciuto nessuno 🐺 PERCHÉ L'AVREMMO UCCISO; non è Logan, 🐺 PERCHÉ PARE MATTO MA NON LO È DEL TUTTO; non è la compagna di Damiano, 🐺 PERCHÉ ANCORA DEAMBULA ed è stata male perché ha mangiato probabilmente troppa pizza ieri sera. 🐺 NON LEI, SIAMO NOI CHE ABBIAMO MANGIATO TROPPO IERI SERA! Cercai di rispondere a mia madre senza farmi distrarre dal coro di constatazioni in sottofondo di Giove nella mia mente. In tutta risposta lei mi guardò, non convinta. "Tu non me la conti giusta, sappilo, Rigel!" Disse puntandomi l'indice sul petto. "Ti ho insegnato a mangiare, lo so quando dici bugie." Roteai gli occhi al cielo e la guardai. "L'interrogatorio è terminato? Non sarai nonna, puoi calmarti ora?" Le dissi ironico. In realtà questa cosa mi fece riflettere. Elara stava crescendo e che volessimo o meno alcuni equilibri che avevamo creato negli anni stavano per saltare, rimbalzando agli occhi attenti degli altri. Mia madre parve leggermi la testa o forse, lo fece. "Ho sentito tuo padre. Re Sirio ha dato il permesso a Kasia di venirti a trovare dal prossimo gennaio, ovviamente accompagnata da una guardia. Ti avviso per far si che tu sia preparato. Fa che io sia l'unica ad uscire da questa casa con dei dubbi e delle domande senza risposta, per il vostro bene." Mi avvisò. "Si Madre, ho capito. Grazie per l'avvertimento." Le dissi sinceramente, alla fine era venuta per avvisarmi e rimettermi in riga, per evitare casini maggiori. "Bene... Ti saluto, figlio mio. Verrò a controllare come sta Elara nei prossimi giorni." Disse dandomi un bacio sulla guancia, tirandomi in basso oer un braccio. "Quando vuoi, dato che già lo fai." Le dissi ironico.
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