"Siediti un minuto, l'impasto fa le bolle, ora Logan ti prepara i pancake!"
Le disse con tono dolce e poi si avvicinò a me.
"Che intendeva con i corvi? E ora chi sono quei due che ha menzionato? Ero rimasto solo a quel tale, Ruben."
Chiesi a Mike, incuriosito.
Mi aveva detto che sua madre, la mia Regina, l'aveva trovata nel bosco ma in realtà Elara sembrava ricordare e anche molto bene la sua famiglia d'origine.
Lui alzò le spalle, con un'espressione vaga sul volto.
"E chi lo sa? Ha tre mondi in quella testolina."
Mi rispose lui, eludendo come al solito le mie domande su di lei.
Ero più che certo che mi nascondesse qualcosa su quella bambina, ma se non sentiva di volermene parlare, non lo avrei forzato.
Sicuramente, prima o poi mi avrebbe detto tutto.
"Vai tu alla Rupe, stasera?"
Chiese spegnendo il gas sotto al caffè, che era uscito col suo caratteristico borbottío.
"Pensavo ci andassi tu."
Gli risposi.
I nostri occhi si spostarono sulla nana che beveva il latte.
Solitamente andavamo alla Rupe assieme, soprattutto per la primavera, ma a questo giro c'era una bambina in casa che non era ammessa in quel luogo, figurarsi poi in primavera dove i lupi erano soliti trovarsi un compagno o una una compagna per la stagione per passare assieme del tempo "piacevole".
"Non la lascio sola con James, è troppo piccolo per badarci una notte intera."
Disse lui serio e pensieroso.
"A proposito dov'è James?"
Chiese Mike nell'attimo in cui la porta d'ingresso si aprì.
"Eccomi! Buongiorno! E guardate un po' cosa ha trovato James per la nostra piccola principessa?"
Disse James entrando nella stanza, con in mano una ciotolina di lamponi che mostrò ad Elara con orgoglio neanche li avesse raccolti in guerra o sotto assedio.
Lei si illuminò.
"Pamponiiiiii!"
Disse battendo le manine alla vista del suo frutto preferito.
"Mangia, li ho già sciacquati!"
Le disse lui.
Lei prese un lampone con le piccole dita e lo mise in bocca, assaporandolo soddisfatta, poi ne prese un altro e chiamò Mike.
"Assazza, shono dossissimi!!!"
Disse felice porgendo il piccolo frutto come se fosse una pietra di valore.
Mike, l' asociale e burbero Mike che io conoscevo, si avvicinò alla nana e si piego un po' sulle gambe per arrivare alla sua altezza, aprì la bocca dove lei posò il lampone che lui poi masticò.
"Mmmm! Ma hai ragione Scricciolo, sono davvero buonissimi!
Le disse guardando la serie negli occhi, come se avesse assaggiato per la prima volta in vita su una prelibatezza.
"Li mettiamo sui pancake di Logan?"
Le chiese e lei annuì.
"I miglioli pancake!!"
Disse battendo le manine.
Andai verso di lei col piatto pieno dei suoi pancake e detti una spallata a Mike.
"Capito, mh? I migliori!"
Gli sussurrai fiero.
Lui alzò le spalle, malcelando che la cosa non lo avesse colpito.
"Sei fortunato che ti lascio fare, sei cucinassi io...Tsé!"
Mike prese poi un piatto di pancake e lo passò a James.
"James serviti, sei casa tua non devi prendere le briciole o aspettare il permesso per mangiare, quante volte te lo dovrò ancora dire?"
Gli disse con tono paterno, accarezzandogli la spalla.
Povero James, era da anni che viveva con noi ma non ci aveva mai voluto raccontare niente della sua infanzia prima che lo trovassimo nel bosco, ad otto anni.
Solo, abbandonato, affamato e con segni di evidente maltrattamento.
Finimmo di fare colazione, poi Mike prese Elle in braccio e la mise giù dalla sedia.
Si era vestita da sola ma non aveva chiuso bene il bottone di metallo della salopette di velluto verde che aveva indossato su maglioncino bianco e lui glielo sistemò.
Era così strano vederlo in questa situazione, lui che aveva negato ogni legame con la sua famiglia si era in soli tre mesi, calato nel ruolo di "persona grande della casa", imparando a destreggiarsi tra tutine e calzine e accessori per l'infanzia che sua madre gli aveva fornito.
"Ecco qui, ora è chiuso bene.
Se ti scivola poi diventa lungo sulle scarpine e inciamperai.
Stai attenta, Elle. Cerca di non farti male."
Le disse con tono preoccupato. Questa cosa non la riuscivo proprio a capire: era quasi ossessionato dal fatto che lei potesse ferirsi e sanguinare.
Era una lupetta, siamo abituati a ferirci e a sanguinare fin da cuccioli, non capivo perché con lei fosse differente.
Di certo non era preoccupato di vedere del sangue, quindi il problema qual era?
Non ne avevo idea.
In tutta risposta lei cerco subito il suo dito indice per camminare con lui.
"Posso avere un coniglietto?
Chiese lei tra lo sbigottimento generale.
"Un coniglietto? Ma avrebbe paura. Ci sono tre lupi ed una lupacchiotta in questa casa.
E poi Fenrir si offenderebbe e non ti porterebbe più a cavallo!"
Le disse Mike per convincerla.
"E come festessiamo Ostala? Non s'è un legalino?"
Chiese con gli occhioni.
"Un regalino...Certo, sicuro che c'è."
Disse Mike guardandomi.
Risi, non avevo idea di cosa suggerirgli.
"E se la portassimo al luna park, ne è arrivato uno proprio due giorni fa a 10 minuti da qui"
Suggerì James, timidamente.
Io e Mike ci guardammo.
"Ma è perfetto, James! Grande idea!"
Lui sorrise ed arrossì, fiero come non mai.
Era decisamente non abituato ai complimenti e mi piaceva accrescere la sua fiducia, per curare vecchie ferite.
Anche io avevo subito maltrattamenti da bambino, ero stato preso spesso a botte e avevo patito la fame
Il mio patrigno mi odiava in quanto mia madre mi aveva avuto al di fuori della loro relazione e mia madre ripeteva spesso che ero stato il danno maggiore nella sua vita, quindi riuscivo a capire alcune espressioni di James.
"Andiamo al luna park?
Li si vincono i peluche, scommetti che ognuno di noi te ne vincerà uno?"
Le disse Mike e lei sorrise battendo i piedini sul pavimento, felice.
"Ok, allora resta con James qualche minuto, io e Logan sistemiamo due cose e poi andiamo tutti insieme al Luna Park!"
Concluse Mike, prima di oassarmi in braccio la nana per darle un bacio.
"Mamma mia quanto sai di cannella!"
Le dissi facendole il solletico, le baciai la guancia e poi la passai a James, tutto felice di poterla coccolare.