Alla fine, presi il regalo di Mike.
Era un'enorme scatola rettangolare.
La aprii sotto gli occhi soddisfatti di Mike.
"Un arco! Mi hai regalato un arco!"
Dissi emozionata.
Era una passione di Mike che avrei tanto voluto imparare.
"Ma non ci sono paglioni qui! Gli unici sono alla...."
Mi illuminai.
"Alla Rupe! Mi porterai alla Rupe per allenarci!"
Dissi emozionata e lui restò li, sorridendo il giusto, ma con gli occhi gioiosi.
"Felice che ti piaccia."
Disse soltanto mentre sfioravo le frecce, lucide e nuove.
C'era anche un parabraccio in pelle, con sopra incisa la sagoma di un Lupo ed una Luna, fatto da lui a mano.
Mi sentii tremendamente in colpa per averlo accusato di trattarmi come una bambina quando in realtà il suo regalo comportava il vedermi adulta, o non avrebbe mai nemmeno pensato di andare alla Rupe.
Mi guardò mentre ci stavo ragionando e mi sorrise, come se avesse capito.
"Bene! Propongo doccia, sistemata e poi ci finiamo quello che resta in frigo guardando un film."
Propose Logan, perennemente affamato.
La proposta fu accettata all'unanimità e tutti ci ritirammo nelle nostre stanze.
Una volta in camera nostra, Mike restò sull'uscio un attimo e mi sorrise, entrando.
"Mike?"
Gli chiesi.
Così come lui usava "dì" io usavo il suo nome come se fosse una domanda di senso compiuto.
Sorrise e indicò sopra il nostro letto, dove solitamente c'era un quadro che rappresentava la costellazione di Orione e le Pleiadi, i suoi genitori.
C'era la sua stella, c'era suo padre, Damiano e Madre.
Un regalo da parte di quest'ultima, qualche natale fa.
Il muro era vuoto.
Mi voltai a guardarlo.
"Che vuol dire?
Era un regalo di Madre, quello.
Ci siete tutti lì."
Dissi non capendo.
"Ci resterà male."
Lui si avvicinò e mi voltò verso una parete vuota, dove appoggiato c'era un quadro coperto da un drappo rosso.
"Non sapevo come incartarlo."
Ammise lui un po' imbarazzato.
Tirai via il drappo e lui mi aiutò a voltare il quadro che era grande più di un metro di lunghezza.
"Mike... ma è il quadro di prima!"
Dissi fissando le costellazioni.
Lui schioccò la lingua dietro ai denti.
"Guarda bene. Aspetta."
Salì agilmente sul materasso e appese il quadro sulla parete del letto e poi mi tese la mano.
"Vieni qui."
Mi disse.
Incuriosita, salii sul letto prendendogli la mano e lui mi portò avanti a sé, abbracciandomi la schiena.
Misi le mani sulle sue braccia che mi circondavano la vita.
"Dai, fai l'appello!"
Disse divertito.
Iniziai a guardare con attenzione la stampa.
"Beh... lì c'è Orione, tuo padre.
Quelle sono le Pleiadi e li c'è Madre, Alcyone."
Gli dissi mentre lui annuiva con la testa nell'incavo della mia spalla dove era curvo.
Lo sentivo annusare il mio odore tra un respiro e l'altro."
"Li c'è Betelgeuse, detto anche Alfa Orionis, ovvero Damiano.
Dissi indicando in alto alla cintura di Orione.
Ed in basso, Beta Orionis, ovvero Rigel, tu.
Perché Damiano è l'Alfa se il maggiore sei tu? Chiesi stupita. Non l'ho mai capita come cosa."
Mi voltai a guardarlo e lui sorrise.
"Beh, sai a memoria l'albero stellare!
Lui è il secondogenito, prenderà moglie e resterà nel clan di mio padre.
Io sono il maggiore, in teoria prenderò moglie e avrò un clan mio, dove sarò l'Alpha.
Essendo il maggiore del Re, il clan di mio fratello resterebbe comunque assoggettato al mio.
O almeno, così me lo spiegò mio padre, anni fa.
Il matrimonio di Damiano salderà amicizie e alleanze già esistenti, il mio potrebbe anche portare alleanze esterne.
In pratica è solo uno status matrimoniale... stupidate reali."
Disse alzando le spalle con noncuranza ed indicò il quadro di nuovo.
"Guarda bene, perché tu sai che Rigel é una stella multipla, costituita da tre stelle.
La stella principale, ovvero io, Rigel A, è una supergigante blu.
Le altre due stelle, ovvero Rigel B è una stella blu-bianca; mentre Rigel C è una stella gialla.
Guarda il nome di Rigel B, la stella bianca."
Mi avvicinai meglio alla stampa e lessi in minuscolo Deva.
Mi voltai sbigottita verso di lui.
"Hai dato il mio nome a quella stella?"
Chiesi incredula.
Lui scoppiò a ridere e annuì.
"Si può fare, il nome originario resta Rigel B ma sotto ci sarà Deva.
Un po' come M45 per le Pleiadi.
Ora sei anche tu nella costellazione di famiglia.
🐺ERA GIÀ UNA LUNA. MIA.
Sentii Giove esprimersi offeso.
"Vero, resterai comunque Elara, una Luna di Giove, lui ci tiene a sottolinearlo!"
Mi spiegò lui fingendosi serio, esprimendosi per Giove.
Mi voltai verso di lui e lo guardai, restando nel suo abbraccio.
"Scusami.
Per la sfuriata, per quelle parole che ti ho detto.
Scusami."
Sbuffai, poi mormorai mortificata.
"Hey, cos'è quel faccino? Non è successo niente, Elle.
Ricordati solo che se facciamo qualcosa che non comprendi, al novanta per cento è per il tuo bene e se quella cosa ti fa soffrire, ricordati che io soffro mille volte peggio a farla."
Alzai gli occhi sul suo viso abbronzato, gli occhi verdi e sempre seri avevano perso l'espressione burbera e sorridevano.
I riccioli scuri ricadevano mossi ai lati del viso e i denti bianchissimi spiccavano sul colore delle sue labbra piene ed aveva un filo di barba a contornarle.
Non avevo mai notato quella specie di fossetta che si creava sotto il suo labbro inferiore, quando sorrideva.
Era proprio bello, Mike.
Ci credo che Bella e Dunja mi raccontavano delle ragazze alla Rupe e dei loro miseri tentativi di ricevere attenzioni da lui.
E ora capivo perché mi guardavano male, a quante di loro quegli occhi verdi avevano guardato così dolcemente? Lui che solitamente vagava veloce da un viso all'altro, con un'espressione fredda e impenetrabile.
Mike mi guardò, piegando di lato la testa come se volesse leggermi la mente.
"Dì."
Disse aggrottando le sopracciglia.
"Neanche a me piace quando litighiamo."
Dissi distogliendo quello sguardo intenso e semplicemente lo abbracciai, respirando a pieni polmoni il suo odore di petricore e cacao.
Lui mi lasciò fare, stringendomi di poco e strusciò il naso contro il mio come fanno i lupi tra loro.
"Pungi."
Dissi divertita e lui ridacchiò.
"Beh, Logan aveva ragione. Ci serve una doccia e una messa a posto!"
Mi sussurrò baciandomi la guancia.