GUAIO

1099 Words
Cammino lungo la strada con la testa bassa. Supero un gruppo di persone cercando di non farmi notare ma qualcuno mi urta la spalla con forza e cado per terra. Alzo lo sguardo e vedo che tutti mi fissano. I loro visi sono come sbiaditi, non riesco a vedere i tratti dei loro volti. Solo gli occhi sono nitidi, alcuni rossi altri verdi. Risplendono nel buio che ci circonda. Poi di colpo iniziano le risate e gli insulti ed io arretro strisciando per terra. Quando mi sento afferrare una caviglia cerco di dibattermi e urlare. Ma non so perché non riesco a muovermi e dalla mia bocca non esce alcun suono. Delle mani iniziano toccarmi mentre sento che le offese continuano. Cerco di urlare ancora ma non ci riesco. Il suono della sveglia mi fa sussultare svegliandomi dal solito incubo sudata e con il respiro affannato. Mi passo una mano sul viso cercando di svegliarmi completamente. Quando finiranno questi incubi? Fermo la sveglia e mi alzo lentamente andando verso il bagno. Mi blocco ricordandomi gli avvenimenti della scorsa notte. Il mio vicino era nel mio appartamento e sbaglio o ha dormito con me? Mi guardo intorno cercando le tracce del suo passaggio. Nulla. Avrò immaginato tutto? Meglio così! Mister muscolo ha proprio l'aria di portare solo guai. Scrollo la testa e mi decido ad iniziare finalmente la mia giornata. Sono sfinita. Mi sto letteralmente trascinando verso la porta del mio appartamento. Oggi Aaron mi ha chiamato a coprire il turno di Adrian che , a quanto pare, è malato. Mi ha fatto sistemare il magazzino. Tutto il fottuto magazzino. Spero per lui che sia davvero malato! Entro, o meglio striscio in casa, togliendomi maglietta e jeans e mi butto sul divano chiudendo gli occhi. Il rumore assordante del campanello mi fa sobbalzare. Mi guardo intorno assonnata e mi accorgo di essermi addormentata sul divano. Mi alzo irritata quando suonano nuovamente alla porta. Accidenti! Per una volta che dormivo senza avere un incubo! Apro di scatto la porta pronta a liquidare subito chiunque sia e mi ritrovo di fronte il mio vicino in tutta la sua imponente bellezza. Indossa una maglietta grigia e un paio di jeans neri. I capelli sembrano più arruffati del solito e i suoi occhi neri sembrano più profondi. "Cosa vuoi adesso?" chiedo irritata mentre incrocio le braccia al petto ricordandomi troppo tardi di indossare solo slip e reggiseno. Perchè quando gli apro la porta sono sempre mezza nuda? Vedo che mi scruta dalla testa ai piedi. " Sei sobria?" la sua domanda sul momento mi spiazza. E poi mi fa incazzare. Come si permette? "No papà non ho bevuto! Non che la cosa ti riguardi..." non faccio in tempo a finire la frase che mi ritrovo sulla sua spalla come un sacco di patate. "Bene, gattina!" ringhia mentre sbatte la porta andando velocemente verso la mia camera. Inizio a scalciare ed urlare. Cosa diavolo vuole adesso? Non faccio in tempo a chiederglielo che mi ritrovo sbattuta sul letto. "Cosa cazzo stai facendo?" gli urlo contro cercando di alzarmi, ma mi blocco quando vedo che si stà spogliando con furia. "E' tutto il giorno che penso a tutti i modi per dimostrarti di non essere gay..." adesso si stà abbassando anche i boxer liberando la sua erezione. "Per cui adesso, gattina, li metteremo i pratica tutti. Tutti quanti. " Un brivido mi percorre la schiena. Lo guardo e rimango a bocca aperta. Porca miseria, ma quanto è grosso? Ma quello è un pearcing? Davvero ha un pearcing sul... Caccio un urlo quando mi prende per le caviglie avvicinandomi a lui. Con un movimento fluido mi sfila le mutandine. Oddio ma stà succedendo davvero? Non è che sto dormendo ancora sul divano e questo è solo un sogno? "Aspetta... Cosa stai..." la mia voce si trasforma in un mugolio quando la sua bocca è sulla mia intimità. Inizia a leccarmi e succhiarmi per poi letteralmente mangiarmi come un affamato. Sono senza fiato ed inizio ad ansimare sempre più forte. Quando improvvisamente mordicchia e succhia il mio clitoride la mia schiena si contorce e allungo le mani afferrando i suoi capelli. Ma lui le afferra bloccandomele lungo i fianchi. Sento montare l'orgasmo quando la sua lingua entra dentro di me muovendosi con forza. In un attimo il mio corpo è percorso da scosse che mi fanno tremare e gridare dal piacere.. Oh Mio Dio! Quanto ci ha messo a farmi venire ? 30 secondi? Sto prendendo ancora fiato quando lo sento muoversi e urlo quando con un'unico affondo è dentro di me. Mi manca il fiato, è grosso e duro, e ho paura mi spezzerà in due. "Cristo gattina... finalmente..." ansima iniziando a ruotare il busto e facendomi sentire il suo pearcing. Non smette di guardarmi negli occhi mentre inizia a spingere ancora più a fondo "Mi senti?" sussurra roco iniziando a muoversi avanti e indietro lentamente. "Si... certo che ti... sento... fai piano..." la mia voce è strozzata dai gemiti. Forse è colpa del pearcing ma non ho mai provato questa sensazione ad ogni affondo. Come una scossa che parte dal ventre per finire in tutto il corpo. "Non credo di riuscirci... " confessa ringhiando e aumentando la velocità. Ad ogni colpo sembra voglia entrarmi ancora più dentro. Lo sento tutto, tutto quanto. Ma mi manca il fiato per dirglielo. Quando improvvisamente mi solleva le gambe e se le mette su una spalla vengo colpita da un'altro orgasmo che mi fa contorcere dal piacere. "Cristo... mi stai ... stritolando..." digrigna i denti chiudendo gli occhi, ma non si ferma. Dopo qualche colpo mi afferra per la vita e mi rigira mettendomi a carponi. Mi abbassa le spalle sul letto e continua a penetrarmi con forza. Oh mio Dio ma non è ancora stanco? Io non credo di resistere ancora per molto. In questa posizione mi sembra di sentirlo ancora più dentro e riesce a toccare punti che mi fanno gemere senza ritegno. Quando arriva il terzo orgasmo urlo e ansimo senza fiato. Santo cielo. Tre orgasmi di seguito? Giuro non mi era mai successo! Finalmente dopo qualche stoccata viene anche lui grugnendo sopra il mio corpo. Si lascia cadere sul letto tirando la mia schiena verso il suo petto. Ha il respiro affannato ma è ancora duro dentro di me e non sembra voler lasciare la stretta alla mia vita. "Non credo che uscirò da te fino a domani mattina" ansima ricominciando a muoversi dentro di me Ancora? Oh, mio Dio! E tra un gemito e l'altro non posso che chiedermi in che guaio mi sono cacciata?
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