REALTÀ

1465 Words
Adesso basta . Non posso permettere a questa storia di condizionarmi così. Devo tornare a casa . Alla mia vita. Mi alzo dal divano e decisa mi dirigo verso il mio appartamento È l’alba e c’è poca gente in giro, le strade sono stranamente silenziose. Appena entro nel mio palazzo una strana sensazione allo stomaco mi colpisce. Percorro il corridoio quasi di corsa e apro velocemente la porta del mio appartamento chiudendola con forza alle mie spalle. Mi appoggio con la fronte sulla porta e tiro un sospiro di sollievo per non aver incrociato il mio vicino muscoloso. Zara sei solo una vigliacca! Lentamente mi trascino verso il bagno e dopo una doccia riesco a calmarmi e finalmente mi butto sul letto addormentandomi. “Ti prego lasciami! Voglio tornare a casa!” Cerco di divincolarmi ma la sua presa si rafforza avvicinandomi a lui. “Non fare la santarellina! Luke mi ha raccontato cosa avete fatto. Voglio solo vedere se sei brava come dice.” Mi spinge con forza sul divano e mi strappa il vestito scoprendomi il seno. “Non è vero! Lasciami!” Urlo disperata tirandogli uno schiaffo con tutta la forza che ho. “Stronza! Ci ha fatto vedere il video! Sei solo una puttana!” La sua risata rimbomba nella stanza mentre riesco a divincolarmi e correre via in lacrime. Mi sveglio e mi accorgo che sto piangendo. Finiranno mai questi incubi? Sfinita mi lascio cadere sul letto e per questa volta mi lascio prendere dalla tristezza piangendo e singhiozzando. ***** È passata una settimana dall’incontro intimo con il mio vicino. Non ci siamo mai incrociati anche perché cerco di passare più tempo possibile fuori di casa. Si lo ammetto sono una vigliacca. Ho paura di essere ancora colpita dal suo sguardo di disgusto. Ma soprattutto ho paura della mia reazione. Non piangevo da anni e dopo aver incontrato lui spesso gli occhi mi pizzicano e trattengo a stento le lacrime. Questa sera sono particolarmente nervosa, non ho chiuso quasi occhio per colpa dei soliti incubi. Mi ritrovo a coprire ancora il turno di Adrian che sembra sparito nel nulla. Ho già parlato con il mio capo e mi ha assicurato che da domani inizierà una nuova collega con cui dividere i turni. In ogni caso stasera sono arrivata quasi al mio limite. Basta poco e rischio di scoppiare. “Una birra dolcezza!” Una voce impastata mi riscuote dai miei pensieri. Alzo lo sguardo e vedo un ragazzo che mi guarda con insistenza il seno. “Arriva subito bello!” Cerco di sorridere ma quello che vedo dietro di lui mi blocca. Il mio vicino è seduto ad un tavolo e parla sorridente a due ragazzi. Perché sembra ancora più bello e sexy ? Mi riscuoto e spillo velocemente la birra porgendola al ragazzo davanti a me che non ha smesso un secondo di fissarmi il seno. La mia collega Susy è impegnata dall’altro lato del bancone per cui devo per forza andare ai tavoli e prendere le ordinazioni. Faccio un respiro profondo prendendo il blocchetto e inizio a fare il giro dei tavoli. Quando arrivo a quello del mio vicino guardo i ragazzi e sorrido falsamente “Cosa posso portarvi ragazzi?” I due accanto a lui iniziano a fissarmi e ghignare. Li guardo confusa e poi capisco. Deve avergli parlato di me. E chissà cosa gli avrà raccontato! Per un attimo il mio stomaco si contorce dalla rabbia. Cerco di riprendermi sfoderando il mio sorriso più falso. “Se non avete ancora deciso torno più tardi.” Faccio un passo indietro per allontanarmi ma la sua voce mi ferma. “Portaci tre Guinness!” Alzo gli occhi verso di lui ma mi accorgo che non sta guardando me. Sta fissando i suoi amici ricominciando subito a parlare e ignorandomi completamente. Non so perché speravo in un suo sguardo o perlomeno un po’ di attenzione. “Arrivano subito belli!” Mormoro trai denti e cerco di mantenere il sorriso sulle mie labbra. Ignoralo Zara! Mi dico mentre velocemente vado dietro il bancone e inizio a preparare i drink. Per tutta la sera sento gli sguardi maliziosi dei suoi amici su di me. Continuano a guardarmi e sghignazzare. Cosa diavolo vogliono? Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo quando la gente mi guardava e ridendo mi denigravano. Di colpo la rabbia prende il sopravvento. Non sono più quella di una volta! Non riusciranno a farmi sentire sbagliata! Velocemente preparo tre Guinness e le porto al loro tavolo. “Belli ,queste le offro io! “ sorrido maliziosamente ai due seduti a fianco dello stronzo. Poi porto lo sguardo negli occhi del mio vicino “ Per ringraziare questo bel fusto di tutti gli orgasmi che mi ha concesso!” Gli schiaccio l’occhio e ghigno maliziosa mentre mi allontano ancheggiando. Se pensava di avermi messo a disagio spero abbia capito che si sbaglia di grosso! Con la coda dell’occhio li vedo discutere e poi alzarsi e lasciare il locale. Finalmente. Il tragitto verso casa questa sera sembra più lungo, forse sarà la stanchezza oppure la consapevolezza che mi aspetta una casa vuota. Non ho voglia di andare nel mio appartamento ma mi costringo a camminare per raggiungerlo, evitando di fermarmi in qualche bar e fare una delle mie stronzate. Quando finalmente apro la porta di casa sono tanto stanca che mi butto sul divano e crollo addormentata. ***** Delle braccia mi stringono facendomi sentire al sicuro. Mi rilasso nel calore che sprigiona il torace sulla mia schiena. Due mani iniziano ad accarezzarmi il ventre . Poi una di sposta sul mio seno e l’altra dentro le mie mutandine. Quando due dita mi accarezzano la mia intimità, mi riscuoto. Che razza sogno è questo? “Ferma gattina…” La voce roca che sussurra al mio orecchio mi impietrisce. “Reece?” Mugugno mentre le sue dita si intrufolano tra le mie pieghe e trovano il mio ingresso. “Mmh… allora ti ricordi il mio nome?” Risponde iniziando a baciare il mio collo. “Cosa stai facendo…” sobbalzo quando infila un dito nella mia apertura e inizia a muoverlo. Cerco di muovermi ma la sua stretta me lo impedisce. “Ti sto dando un’altro orgasmo… così potrai offrirmi una birra” sussurra divertito. Mentre infila un’altro dito piegando l’altro sento il piacere invadermi. Mi irrigidisco rendendomi conto della situazione. Si è intrufolato nel mio appartamento e nel mio letto senza permesso. È vero che il suo abbraccio e le sue dita mi fanno sentire bene, ma non è questo il punto. Non può infilarsi nel mio letto come se niente fosse. Come se negli ultimi giorni non mi avesse ignorata e guardata con disprezzo. Come se… inghiottisco un boccone amaro. Come se con me fosse tutto facile… come se io fossi … una facile. Ed è in questo esatto momento che mi rendo conto che a lui di me non importa nulla. Fa quello che vuole senza pensarci e senza chiedere esattamente come tutti gli altri. “Gattina? Che succede? A cosa stai pensando ?” Mi sussurra dolcemente nell’orecchio. Eccole le paroline dolci che mi fanno sbottare. “Cosa c’è?” Il mio tono si alza. “Chi ti credi di essere per infilarti nel mio appartamento e nel mio letto senza permesso?” Lo sento irrigidirsi e poi tirare un sospiro frustrato. Di colpo si stacca da me, lasciandomi con uno strano senso di freddo e vuoto. Mi volto e lo vedo che si strofina con forza le mani sul viso. Poi di colpo si alza ed inizia a vestirsi con furia. Lo guardo mentre prende fiato e si volta verso di me, con la rabbia negli occhi. “Speravo potessimo chiarirci ed avere un rapporto normale… ma a quanto pare a te piace essere trattata come….” Sibila ed io scatto sul letto interrompendolo. “Come cosa? Come una puttana?” Urlo in preda ad una furia inarrestabile. Nella testa mi invadono le voci di tutti i miei persecutori che mi denigrano e mi prendono in giro. “Dopo una scopata credi di sapere tutto di me? Di cosa voglio e di come sono?” Scendo dal letto e mi avvento su di lui. Inizio a colpirlo sul petto continuando ad urlare. “Beh questa sera la puttana non ha voglia di scopare! Quindi VATTENE! SUBITO!” Vedo la sua espressione cambiare e il senso di colpa attraversagli lo sguardo. Ma sono troppo arrabbiata così lo spingo fuori dal mio appartamento sbattendogli la porta in faccia. Mentre mi accascio per terra ed inizio a singhiozzare ignoro la sua voce dietro la porta, non voglio sentire le sue scuse. Non mi importa di cosa dicono le sue labbra: la realtà è che lui si è comportato come tutti gli altri.
Free reading for new users
Scan code to download app
Facebookexpand_more
  • author-avatar
    Writer
  • chap_listContents
  • likeADD