La mattina seguente, Anna Rinaldi si svegliò tra le braccia di Lorenzo Conti.
Scostò con delicatezza la mano che lui le aveva posato sul ventre, poi si sollevò a sedere, pronta a scendere dal letto. Ma un attimo dopo il suo polso venne afferrato con decisione.
Possibile che avesse il sonno così leggero?
— “Dove vai?” — la voce di Lorenzo, ancora velata di sonno, era roca e lenta, con un che di languido.
— “Oggi ho un’audizione per un film.”
Lorenzo aprì gli occhi, fissandola. — “A che ora?”
— “Verso le dieci.”
— “Dove?”
Anna prese il cellulare, cercò l’indirizzo che Laura le aveva inviato il giorno prima e glielo mostrò.
Lorenzo lo scorse appena e lasciò andare il suo polso. Poi scese dal letto, infilando la camicia. — “Ti ci porto io.”
Mentre si abbottonava, aggiunse con naturalezza: — “Sono di strada.”
Anna avrebbe preferito saltare la colazione per non sentirsi gonfia davanti alla telecamera, ma Lorenzo si presentò con cinque o sei porzioni di cibo e non le diede scampo finché non ebbe finito quasi tutto. Alla fine non solo mangiò, ma lo fece persino con una certa abbondanza.
E Lorenzo non aveva mentito: l’audizione si teneva davvero vicino alla sua azienda.
Quando Anna si allontanò, lui non ripartì subito. Abbassò il finestrino, accese una sigaretta e ne aspirò un tiro profondo. Solo dopo averla finita, prese in mano il telefono e compose un numero.
L’attesa fu breve. All’altro capo risposero subito: — “Conti, buongiorno.”
Lorenzo si portò il cellulare all’orecchio, diretto: — “Ho sentito che stai cercando la protagonista per il tuo prossimo film.”
Un istante di esitazione, poi una risata cordiale. — “Cos’è, Lorenzo, hai un nome da suggerire?”
— “Sì. Tra le ragazze che oggi fanno l’audizione c’è un’attrice, Anna Rinaldi. La trovo interessante.”
Luca Russo, uomo troppo scaltro per non capire l’allusione, rimase in silenzio per un battito di cuore. La protagonista era già stata decisa da tempo: le audizioni servivano più a salvare le apparenze che altro. Ma chi avrebbe osato contraddire Lorenzo Conti? Gran parte dei suoi film precedenti erano stati finanziati proprio da lui. Se Lorenzo si offendeva, addio carriera.
Perché però quell’uomo, di solito disinteressato a queste faccende, si stava improvvisamente occupando di un’attrice?
Con un filo di voce, Luca provò a tergiversare: — “Guarda, l’anno prossimo ho in programma un altro progetto, magari potremmo…”
Lorenzo spense la sigaretta e socchiuse gli occhi. — “Luca, mi pare che tu stia perdendo di vista la situazione.”
Il regista trasalì. Balbettò, poi confessò: — “Ti dico la verità… questa produzione è finanziata da Gabriele Bianchi. Ha già scelto Sara Ranieri come protagonista.”
Gabriele Bianchi. Che coincidenza amara. Gli occhi di Lorenzo si fecero duri. — “Allora cambiala. Metti Anna. Se serve, copro io l’intero investimento. Non ti preoccupare di nulla.”
Di fronte a una dichiarazione così netta, Luca Russo non ebbe più margine per opporsi. Lorenzo aveva deciso: quella ragazza sarebbe stata la sua scommessa.
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Il regista, amante della naturalezza, non gradiva un trucco troppo pesante. Così Anna si era presentata con un make-up leggero, essenziale.
La sala d’attesa brulicava di giovani attrici: alcune appena arrivate nel mondo dello spettacolo, altre già con ruoli da protagonista alle spalle. La competizione, quel giorno, prometteva di essere feroce.
Laura le porse un bicchiere d’acqua. — “Anna, quando toccherà a te, cerca di non agitarti.”
— “Sì.”
In realtà, Anna non era troppo nervosa. Qualunque fosse il risultato, l’importante per lei era dare il massimo.
Un vociare improvviso attirò la loro attenzione. Anna e Laura si voltarono, giusto in tempo per vedere Marco avvicinarsi di corsa, eccitato. Le afferrò il braccio con entrambe le mani. — “Anna! Quella laggiù… sembra Sara Ranieri! È davvero qui per l’audizione!”
Anna comprese il suo entusiasmo. Sara Ranieri era una star consacrata: il suo film d’esordio aveva conquistato tutti i premi nazionali, facendola esplodere in una sola notte.
Anche Anna rimase sorpresa. Non era andata a Hollywood? Perché adesso era tornata?
Se lei era qui… significava che anche Gabriele era rientrato?
— “Mi sembra che ci stia guardando!” — sussurrò Marco.
— “Sta venendo verso di noi!”
I tacchi di Sara risuonavano sul pavimento. La sua figura si muoveva con grazia seducente, ogni gesto irradiava fascino. Tutti gli sguardi si volsero a lei.
— “Anna, quanto tempo.”
Anna non si aspettava che Sara la salutasse apertamente davanti a tutti. Rimase interdetta per un istante, poi ricambiò il sorriso: — “È vero, da tanto, Sara.”
Sara era più grande di lei di tre anni; erano cresciute nello stesso quartiere.
Laura e Marco rimasero a bocca aperta. La sua agente, soprattutto, non aveva mai saputo che Anna conoscesse una star di quel livello.
Il sorriso di Sara era impeccabile, caldo e perfetto. — “Ho sentito dire che anche tu sei entrata nel mondo dello spettacolo. Non immaginavo fosse vero. Ricordo che fin dalle medie dicevi di voler fare l’attrice. Sono felice di vedere che il tuo sogno si sta realizzando.”
Anna abbassò leggermente lo sguardo, sorridendo. — “Grazie.”
Era vero: non ricordava se lo avesse confidato proprio a lei, ma quello era sempre stato il suo desiderio. Ricordava bene, invece, quanto l’avesse invidiata quando, ancora al liceo, Sara aveva iniziato a recitare. L’aveva persino presa a modello, proclamando a Lorenzo che un giorno sarebbe diventata famosa come lei. Si aspettava la sua solita ironia tagliente, ma lui allora non aveva detto nulla: si era limitato a fissare il vuoto.
— “Il mese prossimo io e Gabriele facciamo la festa di fidanzamento.” — Sara si sedette accanto a lei, incurante della presenza di Laura e Marco.
Un attimo di sorpresa attraversò lo sguardo di Anna, ma subito dopo la gioia prese il sopravvento. Sara e Gabriele stavano insieme fin dai tempi dell’università: belli, ricchi, perfetti l’uno per l’altra, erano la coppia d’oro di cui tutti parlavano.
— “Davvero? Allora vi faccio le mie congratulazioni in anticipo.” — disse Anna con sincerità. — “Sono felice che tu e Gabriele abbiate coronato il vostro sogno.”