La camera di Lorenzo Conti si trovava al secondo piano, all’estremità sinistra della villa.
Era il luogo in cui aveva sempre vissuto, fin da bambino, un rifugio di ricordi e abitudini consolidate.
Solitamente solo la governante entrava per pulire o sistemare le cose.
Le ampie finestre a tutta altezza permettevano di osservare l’intera proprietà: il prato verde si estendeva fino ai confini della tenuta, gli alberi oscillavano leggermente con il vento mattutino, e più in lontananza si potevano vedere le montagne illuminate dal sole nascente.
Era uno spettacolo che, di giorno in giorno, Lorenzo trovava normale, ma che chiunque altro avrebbe definito magnifico.
Quando Lorenzo aprì la porta e fece un passo dentro, vide Anna Rinaldi davanti alla finestra, assorta. La testa leggermente ch
