CAPITOLO V - 2 Proprio allora, s'eran fermate le danze; e al posto del direttore d'orchestra era comparso un bel giovanotto, troppo grasso tuttavia e bianco come di cera. I capelli, neri, li portava lunghi come quelli di Gesù Cristo; aveva un panciotto azzurro di velluto con grandi arabeschi dorati e pareva, a vederlo, vanitoso come un pavone e stupido come un tacchino. Salutato il pubblico, attaccò una canzonetta. Faceva un contadino che racconta il suo viaggio nella capitale; parlava in basso normanno, fingendo d'essere ubriaco; e il ritornello E che ridere, ah! in quel bordello di città suscitava trepestii d'entusiasmo. Delmas, “fine dicitore”, era troppo furbo per lasciarli raffreddare. Afferrò quasi al volo una chitarra, e si mise a gemere la romanza Il fratello dell'Albanese. Le

